Il respiro è il filo invisibile che ci lega alla vita. E’ il miracolo più frequente. Il più ignorato. Ogni istante è sottolineato da un respiro. Un respiro lento, un respiro interrotto, un respiro ingoiato. Un respiro di un amore respirato. Indispensabile, delicato. Silenzioso, discreto. Respiriamo gli anni, respiriamo il tempo. Respiriamo profumi e suoni. E l’unione perfetta di entrambe le cose. Come questo album dei Marilù Lorèn. Dodici respiri sul viso, a scaldare e a far socchiudere gli occhi.
Primo album dopo un decennio di attività. Nel 1998 pubblicano il loro primo singolo autoprodotto, che porta il loro nome. Alle selezioni per la manifestazione Sonica conoscono Paolo Benvegnù, che produce il loro primo ep, Inespansione, e li segue ancora in questa loro prima volta. Respiri è un album intenso, penetrante, estesissimo. Anche troppo per chi è disattento. Giusto e sferico per chi ammira, rimira e si imbeve di dettagli. Un indie a volte pop, a volte altro. Altro e lontano. Slegato, scomposto, emozionante, emozionato.
L’album si apre subito con una delle canzoni più belle: Ho attraversato il mare. Lontananza, attesa. Difficoltà, abbandono. La necessità di essere compresi e non comprendere. La solitudine isola, oscura, rende grigi. Un brano che crea un’atmosfera combinata di rabbia e accettazione, di spasmi e paralisi all’angolo. Un duello tra schermitori, aspettando il colpo, difendendosi, ma consapevoli di perdere. Di perdere il respiro. Respiri.
Segue Sempre io. Rialzarsi…quasi una risposta al primo brano. La musica inizia a prendere colore, si semplifica, si attenua, ma non perde intensità. Un brano che parla di possibilità, di ricordi che non lacerano più, che si smentiscono, che ritornano. Riprendere a respirare. Respiri.
Il mio assalto: una richiesta, un tentativo di rimarginare, di comunicare la possibilità di salvarsi se si è in due, se si è insieme ed una sola entità, aldilà della realtà che distrugge e sporca, e fa appassire, abbassare gli occhi. “Ma puoi resistere e continuare in noi? Ma vuoi resistere e continuare in noi?”. L’unica possibilità per respirare. Respiri.
Brani perfettamente sequenziali. Un’intera, unica storia.
Sempre più difficile: continua questa sorta di passeggiata riflessiva, di ritorno da quella casa in cui hai lasciato gli occhi e le mani. Come implorare senza insistere, come convincere senza blandire, che il senso esiste solo lì, fianco a fianco, non da soli contro una realtà che ostacola e perde senso. Rende impotenti. La potenza è scegliersi. E’ dividere lo stesso respiro. Respiri.
Sei mesi fa: il dolore di tutti, il dolore assoluto della perdita, che è sempre definitiva. Che sia morte, che sia abbandono. La mancanza è morso feroce e taglio, non è mai meno di, è standard. E’ quella. La vedi. La vedi di più se guardi indietro, a quando si era in due, a quando il posto era ancora occupato. A quando il respiro che respiravi c’era. Quando erano gli stessi, i Respiri.
La razionalità: a cosa serve la razionalità? A comprendere la grandezza o l’inutilità delle paure, forse. A valutare la potenzialità delle parole. Ma non esiste spiegazione all’immediatezza. A ciò che è istintivo e irrazionale, e necessario, per questo. Provare sentimenti nobili perché senza padroni, che restano sulla pelle. Incontrollati. Come Respiri.
Il suono dei fiati rapisce, in questo brano. Quasi a confermare l’importanza e la potenzialità di un respiro incanalato, piuttosto che delle parole, delle paure senza direzione.
Un suono ricco, denso, che compensa quello che al testo, forse volutamente, manca: l’estremo segnale, lo sguardo diretto.
Respiri: centrale e condensante, quello che c’era prima, quello che c’è dopo, quello che non c’è più. Toccarsi finalmente, o ricordare il tocco, ricordare ogni parola, sfuggire le distanze, che spesso esistono anche nella stessa stanza. E cercarsi per raggiungere la sola estasi possibile, aldilà di “estasi passate inutilmente”. Respiri e voglia di entusiasmo, respiri di paura da spingere lontano con coraggio.
Bianchi muri d’odio: crescere insieme, in una generazione sempre in bilico tra desideri e possibilità, tra ambizione e porte chiuse. Il contrasto tra un mondo interiore che trabocca di urgenza di stimoli, ed un mondo esterno che sovrabbonda invece di distacco e di scale alte e contorte, o riservate.
Sforzi e Respiri trattenuti da vendicare.
Per un occhio della testa: un brano che prende il nome da un piccolo incidente ad un componente del gruppo, e che è restato questo per fermare il momento, ironicamente e per una strana coerenza col brano.
Un avviso, un concetto da sottolineare, perché non si avranno più reazioni alle azioni. Non ci saranno più sensi di colpa e guinzagli. Dopo la liberazione e il ritorno della semplicità non ci sono gabbie, c’è spazio e determinazione, c’è la potenza dei Respiri.
Sono i sogni miei: il tempo tradisce, ti riporta indietro, si allunga, si dilata, ripropone i giorni, le sensazioni, mina il futuro, lo alimenta, lo indirizza. Diventa presenta, si mescola a tutto, al tempo di tutti. Accelera i Respiri.
Davvero è un brano che accompagna in salita, una carezza, un ritorno per curare, per guarire. Dondolante, cullante, coperte di musica calda, che ripara dal dolore, non lo cerca più lì nella tana per scovarlo, ucciderlo.
Lo lascia lì, nascosto. Lo supera. Lo ignora. Lo sconfigge con la vicinanza, con l’amore più puro. Con la forza lenta e devastante dei Respiri.
Ultimo brano, che chiude realmente in bellezza questo album che non può lasciare indifferenti, è Travisando.
La presa di coscienza dell’addio. Allontanarsi piano, scegliere nella confusione. E’ esemplare la capacità di rendere l’intero album un percorso personalizzabile, percepibile fino in fondo. Toccante. Da toccare. Da conservare.
I fiati e gli archi, la voce e i cori, tutti componenti indispensabili a raccontare, a creare visioni.
Frutto certamente di un sentimento di intensità inspiegabile, e se l’intenzione era quella di far intendere la rarità del percepire, è confermata e accresciuta da chi ascolta.
Credits
Label: Stoutmusic- 2007
Line-up: Lorenzo Monaco (voce e cori) – Cristiano Spadoni (batteria) – Cristian Marras (basso) – Francesco Mecozzi (chitarra elettrica) – Luca Novelli (chitarre, organo Jen, rhodes, synth, tambourine e fx))
Tracklist:
- Ho Attraversato Il Mare
- Sempre Io
- Il Mio Assalto
- Sempre Più Difficile
- Sei Mesi Fa
- La Razionalità
- Respiri
- Bianchi Muri D’odio
- Per Un Occhio Della Testa
- Sono I Sogni Miei
- Davvero
- Travisando
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