Una band che vive ruggendo di nascosto nei perniciosi sottoboschi del rock italiano, calabrese di Cosenza, che nell’anno 2005 sbatte in faccia al popolo italico il suo secondo capitolo discografico completamente autoprodotto (dove hanno a volte gli occhi e le orecchie le case discografiche!): Tob Was My Monkey. Il disco propone uno stoner-rock’n’roll nella vena dei Queens of the Stone Age più agguerriti.
Una realtà autoprodotta (appunto) tra le più brillanti dell’attuale panorama del rock indipendente italiano. Melodia e groove si amalgamano in un lavoro entusiasmante che non ci pare mai troppo referenziale, alternando anche ottime melodie ed arrangiamenti mirati. LostHighways indaga la musica dei Miss Fraulein…
Come nasce sorta l’idea di questa band? Da dove esce fuori il nome Miss Fraulein?
La band più che un’idea è stata una necessità… a fine 2001 ci siamo ritrovati tutti noi (o quasi, Silvio il bassista è arrivato un paio d’anni dopo) a uscire da diverse esperienze con altri gruppi, e dato che non sappiamo stare per troppo tempo senza suonare…
Il nome è venuto fuori una sera, in mezzo ad una lista di parecchi altri buttati lì per dare un’identità alla band che stava nascendo. Ci piaceva il gioco sonoro che si crea con queste due parole in due lingue diverse che possono far pensare a un nome di ragazza, ma che in realtà vogliono dire la stessa cosa! E poi il tedesco è una lingua bellissima.
Avete all’attivo già due ottimi album autoprodotti, che hanno avuto peraltro ottimi riscontri da pubblico e critica, ed un gran numero di concerti in Italia e non solo… quali sono i progetti futuri dei Miss Fraulein?
Siamo alla continua ricerca di una label che ci aiuti nelle nostre produzioni. In questi anni abbiamo dimostrato di sapercela cavare anche da soli per tutto quello che riguarda la vita di un gruppo, quindi diciamo che niente ci spaventa, ma per poter fare le cose ancora meglio abbiamo bisogno di aiuto.
Stiamo lavorando ai nuovi pezzi, alcuni dei quali stiamo già “rodando” dal vivo, e abbiamo una gran voglia di fare un nuovo cd. Per quel che riguarda i live, proseguiamo con il progettarne e chiuderne sempre di nuovi… abbiamo sempre bisogno di suonare!
Tob Was My Monkey è un disco suonato e concepito davvero egregiamente, con una varietà di sfumature e di umori che lasciano stupiti. A dire il vero lascia molto pensare il fatto che una realtà valida e matura come la vostra vada avanti ancora per autoproduzioni e non abbia un’etichetta alle spalle…
Grazie per queste parole, ci fanno davvero immenso piacere. Quando il tuo lavoro giunge a destinazione, colpisce la fantasia e le emozioni di chi lo ascolta è sempre una grande cosa.
Sul perchè tutto questo non porti ad avere l’etichetta sul cd beh… non sappiamo spiegarcelo neanche noi. Ma non ci arrendiamo, siamo fiduciosi!
Heineken Jammin’ Festival. Un’edizione un po’ sfortunata quella di quest’anno appena trascorso, visti i brutti imprevisti climatici che hanno portato ad annullare molti concerti… voi comunque siete riusciti a suonare. Diremmo con un po’ d’ironia che non vi fermano nemmeno le trombe d’aria?! Ci raccontate di questa vostra esperienza ed in generale dell’importanza che date alla dimensione live?
Sì, è vero… neanche la tromba d’aria ci ha fermati! E’ stato un vero peccato, perchè il festival si stava svolgendo perfettamente e l’ambiente era davvero accogliente. Al contrario di quel che si potrebbe pensare ci siamo trovati completamente a nostro agio, i ragazzi dell’organizzazione sono stati impeccabili e suonare su quel palco è stata naturalmente un’esperienza di quelle che ogni musicista desidera da sempre vivere.
Poi noi crediamo che la migliore promozione per una rock’n’roll band è il live, è li che si vede il gruppo, dove puoi dare il meglio. Non c’è nessun artificio da studio che può sostituire l’impatto di una buona live band.
Ho letto che avete ricevuto ottimi apprezzamenti anche dalla Francia dove la scena stoner è abbastanza fervida. Un ottimo segnale direi. Esiste una scena, relativamente a questo genere, in Italia? Che rapporti avete con le altre band?
In Italia c’è un’ottima scena di stoner e non… magari parlare solo di stoner è anche riduttivo per tutte le sfaccettature che i vari gruppi presentano. Abbiamo suonato con alcune di queste band come Zippo, Camion, Godwatt Redemption, Paintbox, Les Spritz… tutti ragazzi meravigliosi.
Per concludere, cosa ne pensate della musica in rete, il peer to peer, creative commons, MySpace?
Che la musica in rete ormai è una realtà consolidata, e che un nuovo modo di pensare la discografia è possibile, vedi l’esempio dei Radiohead. E in tutto questo sta venendo fuori una sorta di “democrazia musicale” che fino a qualche anno fa era impensabile. Adesso chiunque, anche chi proprio neanche sa cosa sia l’html, può realizzare il suo myspace e farsi sentire da tutto il mondo.
Ma non va neanche dimenticato il ritorno in auge del vinile. E’ giusto auspicarsi il ritorno ad un supporto più vero e autentico dove poter apprezzare nel modo giusto la musica che ci piace, vecchia e nuova.