Dopo quasi due anni di silenzio discografico i Subsonica sono ritornati con un album che sa essere una dichiarazione di consapevolezza: L’Eclissi (23 Novembre 2007). Il pensiero, la dimensione intima e relazionale, la storia vengono colti in uno stato di ibernazione. Si annulla l’accadere progressivo. Si vive vorticosamente in un’unica dimensione temporale, quella presente, credendola assoluta, esaltante, appagante. Si smarrisce ogni anelito al futuro. Una nuova era di glaciazione sociale, ideologica, emotiva blocca ogni azione/reazione.
Superfluo dirlo: attesissimi! Il lancio è stato affidato al singolo La glaciazione che condensa il concept dell’intero album: l’ibernazione di un’epoca che non mira al futuro e si piega alla tirannia della mediocrità…
Esatto! E’ un disco con delle tematiche piuttosto cupe, anche se non del tutto disperate per definizione. L’eclissi e la glaciazione sono concetti da interpretare come momenti e preludono ad altro.
Sì, si tratta proprio di una presa di coscienza. Noi abbiamo delle nostre posizioni ma non ci permettiamo di mettere i piedi su nessun piedistallo, insomma non ci mettiamo in cattedra perché non è assolutamente il nostro stile. Diciamo che da osservatori e da persone con una coscienza critica è impensabile rimanere indifferenti a quello che vediamo. Stare in mezzo a questo a vita vuol significare essere presenti, volerla vedere da vicino e cercare di raccontarla per come possiamo… quindi da un punto di vista privilegiato.
Sì, sicuramente ci sono due chiavi di lettura. Una è più fruibile rispetto ai macrotemi affrontati nel disco, e riguarda la possibilità di darsi del tempo per raccontare se stessi o il piccolo mondo che ci sta intorno. Sì, ci sono dei microtemi ma che rimangono grandi all’interno di ognuno di noi, la concentrazione su stessi è una boccata di respiro e una possibilità di rigenerazione rispetto ad una mente che soffoca tra quello che vive fuori.
L’hanno influenzata come negli ultimi anni della nostra carriera ovvero da quando siamo nati. Per noi l’elettronica non è una questione di atteggiamento ma è questione linguistica, proprio un linguaggio che molto spesso di per sé genera melodie e anche i testi sono dettati dalle atmosfere che l’elettronica può regalarci, ci ispira in senso lato!
E’ arrivato tutto, soprattutto il meglio di dodici anni insieme. Siamo passati attraverso tante tappe, siamo cresciuti come uomini e come gruppo. Il percorso che abbiamo compiuto si è man mano accumulato nella nostra esperienza personale e di gruppo, ed è confluito ne L’Eclissi.
La prima fase del tour (23 Novembre – 12 Dicembre 2007) ha presentato in medias res il nuovo album. Un palco di dimensioni notevoli, contorsioni di luci in cambiamenti di forme e colori, amplificazione a prova di battiti impazziti. C’è un legame specifico tra la struttura scenica e il concepì de L’Eclissi?
Sì! La struttura scenica è più minimale e riflette il concept dell’album. Non c’è tutto quello che ci si aspetta da un concerto rock classico, il live è colmato da una tecnologia che sa essere molto invasiva e, in alcuni momenti, molto emozionale: permette ai musicisti di giocare su più piani, noi siamo prima davanti, poi siamo nascosti da una gabbia, poi la gabbia sparisce di nuovo… quindi si tratta di una struttura scenica che crea “lo spettacolo” ed aiuta la musica trasformandola anche in un’esperienza visiva.
Non vediamo l’ora di tornare a Roma. Siamo comunque contenti e scalpitiamo dalla voglia di vivere il tour!
Perché questo fa parte della macroscopica fantasia che abbiamo! Siamo cinque musicisti con cinque diversi retaggi simili ma anche dissimili in molti casi. Elliot Smith è uno dei songwriter preferiti da Samuel che ha deciso di portare all’interno del gruppo quest’esperienza e noi l’abbiamo accettata con grande piacere, dando forma ad una nostra personalissima versione.
I video che hanno accompagnato L’Eclissi sono naturalmente, fisiologicamente legati alle tematiche dell’album. Sia
Sì, ci sono altri video in programma! C’è anche una sorpresa che a breve potremo svelare ma adesso mi tocca non dirlo altrimenti mi uccidono!
Come tutto! La differenza sta nell’uso, nell’attitudine di chi ne usufruisce. E’ una domanda per cui non esiste una risposta assoluta perché la rete ormai fa parte della vita in tutte le sue accezioni. Noi la usiamo come intendevamo farlo, quindi siamo di parere positivo. La tecnologia consente di abbattere una serie di barriere che altrimenti sarebbero demandate a persone e a istituzioni che invece di accelerare una crescita culturale… la rallenterebbero drammaticamente.
A te, ci vediamo in tour!
acuta scelta delle domande bell’intervista!