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Buchi 2002 – 2006 – Dino Fumaretto

Dino Fumaretto è uno scrittore. Elia Billoni è un musicista. Dino Fumaretto è Elia Billoni. Elia Billoni è l’unico interprete di Dino Fumaretto.
Alla fine non è nulla di troppo complesso: basta rileggerlo due o tre volte. Una volta capito che l’unico iscritto all’anagrafe è Elia, nulla può comunque togliere veridicità alla figura di Dino. Quest’ultimo è fondamentale per la realizzazione di un progetto artistico tanto folle quanto ambizioso, tanto sgangherato quanto solido.
Tutto nasce circa sei anni fa, quando Elia Billoni inaugura il blog di Dino Fumaretto. Cinica ironia e critica sarcastica lo guidano in una surreale parodia dei blog personali osservati come luoghi assurdi in cui la società umana cerca una risposta ai propri pensieri.
Presto però la creatura incomincia ad incalzare il creatore, trascinandolo e strattonandolo con forza. Tutto nasce velocemente, e dai pensieri nascono canzoni, e poi musiche.
Gli studi classici di pianoforte di Elia possono supportare le idee che trovano quindi una solida base.
Lo spettacolo è pronto e così si registra e si girano i locali d’Italia fino ad aprire addirittura un concerto al grande Vinicio Capossela.
Buchi 2002 – 2006, come facilmente intuibile, è una raccolta registrata in studio che raccoglie buona parte del lavoro che l’artista aveva precedentemente completamente autoprodotto.
L’impatto con il suono e le idee di Dino Fumaretto è assolutamente travolgente. Stupisce e incuriosisce.
Un pianoforte suonato con tecnica, ma anche pura “cattiveria”, un canto intonato ma a volte trasandato e forzatamente acido.
Fumaretto vuole raccontare il suo disagio esistenziale con ironia e una forma nuova di teatralità. Le tragedie narrate suscitano sorrisi per la pateticità delle situazioni ed emozioni, ma lasciano un che di amaro, in bocca e nello stomaco.
Ogni parola di Fumaretto tocca problematiche comuni, tanto comuni che necessitano rappresentazioni caricaturali per sembrare verosimili e strappare attenzione: il risultato è abilmente raggiunto.
Per esempio: chi non si è mai posto domande sulle proprie ambizioni/possibilità? “Mi compiaccio del mio arrivo ingrato, del traguardo che ho sfiorato /… sì davvero mi dovrei applicare per poter fare un migliore uso di anima e corpo” (Mi dovrei applicare).
L’artista cerca con ossessione di guardarsi riflesso nel mondo, e tenta di osservare il mondo riflesso in se stesso (Elia o Dino?!): “voglio clonarmi per vedermi alla giusta distanza / … la visione di me è viziata dall’io” (Vedersi vivere).
E’ particolare la parola ricorrente nell’album: “buco”. Per Fumaretto è forse un qualcosa di inevitabile, doloroso ma necessario: “per giustificare l’insoddisfazione devo creare problemi” (Buco). Probabilmente una constatazione dei tanti vuoti di personalità, di sentimento, di emozioni, di creatività che albergano silenziosi nell’uomo. Il buco, maledetto e nefasto, diventa necessario per inghiottire e cancellare tutto, in una implosione di cinismo. “La gente non si accorge di essere piena di buchi, bisogna farglieli vedere / c’è bisogno di voragini nella vita attuale, almeno ogni sei metri un buco. / Buchi in città per riprendere coscienza del vuoto / … ma questi individui io li vedo / vagano come sonnambuli / non vedono i buchi e li evitano / occorre spingerli dentro!” (Buchi in città).
Il piano corre veloce, sempre trafelato. Talvolta viene proprio violentato, in un crescendo teatrale che dà corpo ad immagini dalle tinte cupe e grottesche. Dino Fumaretto si svela un vero e proprio personaggio kafkiano lanciato nel mondo dei fumetti, tra luci ed ombre, vignette e smorfie. Si muove goffo ma rapido, e incarna le nostre debolezze mostrandoci una chiave di lettura paurosamente ironica.
L’unico difetto di quest’album è forse la non totale capacità di trasmettere completamente il folle messaggio fumarettiano. I 19 brevissimi pezzi (che non superano mai i 3 minuti e mezzo) colpiscono come una mitragliatrice perdendo parte del loro effetto terapeutico.
Necessita anche l’ascolto dal vivo.

Credits

Label: Autoprodotto – 2006

Line-up: Elia Billoni (piano e voce)

Tracklist:

  1. Venite assassini
  2. Mi dovrei applicare
  3. Vedersi vivere
  4. Fuck the world
  5. Iiiih!
  6. Il buco
  7. Buchi in città
  8. Canto dal vulcano
  9. Da solo in ufficio
  10. Ti ricordi il mio dolore?
  11. Trattato come un talebano
  12. La fatica dopo l’amore
  13. Il vostro orgasmo
  14. Perchè m’hai lasciato
  15. Sfuggito
  16. Oltre i sogni di rivolta
  17. Fumaretto è vano
  18. Dov’è il senso?
  19. La testa al sistema

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