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Economy With Upgrade – Rio Mezzanino

Oscuro. Decadente. Visionario. Evocativo di sensi e posti a parte. Sporco della polvere di un deserto soffocato dalla crudeltà del calore. Sensuale come l’intesa dei sussurri a squarciare i colori delle fughe. Provocatorio come un viaggio oltre le geometrie della logica, divorate dalle tre possibili direzioni verso il rischio: il sogno che lascia nuda l’ispirazione e libera le prospettive; il percorso fatto gocce di vita goduta nell’attimo, pagando il cambiamento; l’accettazione in metamorfosi di consapevolezza di sagome informi ma capaci di voler essere oltre le morse dei ruoli. Uomini come asini, caparbi, ottusi eppure sublimi e artigiani di ali da immaginare, da far battere fino al possibile.
Un segnale acustico e la freddezza di una segreteria telefonica che spia l’atto del cercare, vano perché trovarsi spesso è coincidenza e perdersi è volontà (Arianna). Il gioco delle associazioni e delle opposizioni diventa un processo naturale innescato dalla musica. L’acqua scorre e scompare nella polvere. La presenza nell’assenza e l’assenza che penetra l’intimità fino a saper essere presenza. Economy With Upgrade rivela tredici mantra e li lancia come un loop che ipnotizza il gioco dei referenti, definendo un background che tira carte da mosse false e vincenti: Doors, Velvet Underground, Mark Lanegan, Tom Waits, Calexico fino alla seduzione dell’elettronica a nome Air.
Cesello della melodia. Ossessione verbale per la struttura ciclica che invoca come una preghiera. Avvolgimento di suoni di bocca e mani fino alla trasfigurazione, fino alla dimensione onirica perché la verità è visione.
I Rio Mezzanino puntano sul calore della voce che osa chiedere agli strumenti carezze acustiche e violenze elettriche, sfiorando scenari western che sanno bere il profilo della poesia. Il velluto usurato della noir-ballad (Moquette,
Lies), respiri di bossa (Phoenix, Winter Ghost), opacità messicana (Hand Searching, Skin To Skin), tatto gitano (Six Feet Under), arpeggi e tempi baciati che innescano le provocazioni alla sensualità (Fire, A Dream).
La mano di IGORT smussa gli angoli dell’immaginazione e la tratteggia negli umori delle virate fumettistiche dell’artwork.
Flusso sonoro che si posa sul corpo e sul pensiero come il desiderio che serpeggia nell’ombra. Tramonto ai confini dei sensi sciolti… Siamo essere amanti.

Credits

Label: Danza Cosmica – 2008

Line-up: Antonio Bacchiddu (lead vocals) – Federica Fabbri (guitars & Vocals) – Oretta Giunti (drums & vocals) – Giuseppe Viesti (percussions) – Leonardo Baggiani (bass & vocals); Guest: Simone Garagiola (piano & Wurlitzer) – Viola Mattioni (cello) – Emma Erdas (viola) – Caruso Colzi (vibraphone); Recorded, mixed and mastered by Donato Masci presso Danza Cosmica Studio (Florence, IT); Produzione artistica by Donato Masci, Rio Mezzanino; Produzione esecutiva by Danza Cosmica, Rio Mezzanino; Artwork, cover illustration & grafic by IGORT.

Tracklist:

  1. Arianna
  2. Hand Searchin
  3. Phoenix
  4. Moquette
  5. Lies
  6. Fire
  7. White Bones
  8. Donkey
  9. Evelyn
  10. Skin To Skin
  11. Winter Ghost
  12. A Dream
  13. Six Feet Under

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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Un solo commento

  1. Siamo esseri amanti, siamo complici dei dettagli e delle sfumature. Per questo impediremo alla bellezza di infrangersi contro ai muri del non-senso, del rifiuto. Ameremo, e lo faremo con le note a farci da profumo.
    Sempre grazie, Amalia, per il tatto con cui introduci la novità al nostro sentire…

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