“Luce del mattino / Luce di un giorno strano / Pensavi di esser perso / E cambia il tuo destino”.
Le parole del riscatto seguono suoni metallici, come il passato che scricchiola e trova un senso nel ritmo.
Un ritmo che spinge il movimento sulle rotaie, metafora della ricerca, della possibilità di riscoprire le infinite sfumature dei pezzi della vita, semplice e contorta, amara e eccitante.
“Non sarebbe bello non farsi più del male? / Non sarebbe strano se capitasse a noi?”.
Lo domanda la chitarra di Manuel Agnelli, morbida e tagliente, pulita e sporca.
“Anche il paradiso può essere un inferno / Era tutto scontato finchè non sei caduto”.
Un punto preciso di rottura. Lo squarcio e la rivincita. Si può sbagliare, morire all’infinito senza voler smettere di vivere.
“Non sarebbe bello riprendere Berlino? / Non sarebbe strano prenderla senza eroi?”.
Riprendere. Riprendere qualcosa che si è lasciato andare e per questo dannatamente importante.
Berlino. Un luogo nello spazio e nella memoria. Berlino come una persona, un amore, un sapore, un colore, un ricordo… una sensazione. Berlino è la riconquista nella piena consapevolezza di se stessi, senza convenzioni e maschere di convenienza.
“Non sarebbe eroico non essere degli eroi? / Non sarebbe strano essere più leggeri?”
La vertigine del rischio, mettendo in gioco l’anima, rilanciando fino a perdersi per ritrovarsi, anche nelle bassezze, nelle debolezze. La sfida alla leggerezza per capire, e scoprirsi nelle domande anche senza risposte.
“Fuori dalla tua porta fare la cosa giusta / Essere razionali mentre ti gira la testa”.
Perché il prezzo più alto è la sincerità, anche nel peggio che si può saper essere.
“Non aver paura se capitasse a noi”. Il senso e il centro!
Riprendere Berlino è il singolo che anticipa ufficialmente l’uscita de I Milanesi ammazzano il sabato, nuovo album degli Afterhours in uscita il 2 maggio su etichetta Universal.
Dopo E’ solo febbre e Pochi istanti nella lavatrice (accompagnati dalle avanguardie visive di Graziano Staino), Riprendere Berlino offre un’ulteriore prova del gusto schizofrenico, sperimentale, avventuroso di un album che tende la mano al passato della band di Milano e lo scaglia verso il futuro del rock in Italia. Perché gli Afterhours hanno ancora molto da legiferare!
Un singolo che gioca con sonorità accattivanti e ariose, mescolandole ad un testo che usa la leggerezza per tirare colpi bassi alle menzogne che i piccoli uomini e le piccole donne spacciano per verità.
Un videoclip semplice, dai colori caldi come una storia da raccontare: una sapiente registrazione della performance della band come si faceva nei ’60.
Il video è stato prodotto da Alessandro Chiappello (Casasonica Management), regia di Mr Maciunas e Massimiliano Bartolini, con la fotografia di Antonio Veracini.
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8 commenti
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questi giorni non sembrano passare mai.
tutto sembra dilatarsi, ogni anticipazione è come sale sulla ferita della mia curiosità.
è bramosità.
forse anche bisogno.
sembra non arrivare mai questo venerdì 2 maggio.
Ancora pochi, lunghissimi giorni e poi avremo tra le mani questo album che si presenta davvero spiazzante! L’aperitivo che ci hanno offerto ha davvero aperto il buco nello stomaco e la fame è davvero tanta! Poi questo pezzo mi piace in modo particolare
Un singolo che gioca con sonorità accattivanti e ariose, mescolandole ad un testo che usa la leggerezza per tirare colpi bassi alle menzogne che i piccoli uomini e le piccole donne spacciano per verità.
E’ proprio il concetto che avrei espresso pure io (solo che Amalia è riuscita a scriverlo meglio di quanto avrei potuto fare!). Quel “usa” leggerezza “per” tirare colpi bassi… è proprio il fulcro del discorso.
Io vedo questo album degli Afterhours come un percorso ad ostacoli… siepi di colore, vasche di fiati, piogge orchestrali e vetri rotti. Molte di queste “cose” penso siano davvero installate per depistare, distogliere, e far sì che per chi davvero giungerà a capire il tutto, la soddisfazione possa diventare immensa.
Spero di essere un poco profetico.
Altro singolo. Altro salto. La parola chiave dell’album è spiazzare. Penso che con questo ritmo di sorprese la tracklist sarà una continua mutazione di stili…ricordando il White Album dei Beatles come dichiara lo stesso Manuel.
istrionici.
leggeri con una profondità che non ne viene intaccata.
gli after stanno tornando per emozionarci ed emozionarsi ancora.
Possono fare ciò che hanno voglia di fare.
Possono dire ciò che hanno voglia di dire.
Non promettono: mantengono una promessa senza aver bisogno di promettere nulla.
Non dimenticano. Non ammiccano. Non fingono.
Berlino se la ri-prendono a schiaffi, dovesse servire. Berlino e i suoi segreti.
Berlino e il cambiamento. Berlino e la sostanza, la qualità di una sincerità senza prezzo.
Vertigini. E simmetrie.
Come sempre – ed ogni volta in modo nuovo ed unico – sanno inchiodare corpo ed anima alle proprie verità, senza blandizie.
E’ già un brivido ritrovare quell’inconfondibile capacità di rinnovamento, quel sapersi re-inventare senza mai perdere l’essenza…quell’essere che sa portare la gravità dell’autenticità