Cos’è un concerto rock? Cosa c’è dietro quel desiderio di scambio emozionale tra te e la musica che ti fa sentire vivo? Salteresti anche barricate, polizia in assetto antisommossa pur di assistere al concerto della band della tua vita. Cosa c’è dietro il viaggio lungo km che faresti per arrivare davanti a quel palco con gli amici che fino a ieri erano solo parole su schermo? E’ la vita. E’ la vita che scorre dietro a canzoni che ci sono e ci saranno sempre, per te e per chi è con te. Stasera sento di avere mille mani e mille orecchie. La mia voce è pronta a divenire naufraga sull’isola del tesoro. Nell’aria c’è solo febbre perché ci piacerà… ci piacerà il concerto degli Afterhours del 9 maggio 2008 a Napoli, per sempre perché non è una semplice tappa di tour, per noi di LostHighways è l’appuntamento tra chi ogni giorno non tradisce per non restare solo. Ed ecco, per ore ti sfiori, ti tocchi, ti abbracci, ti strappi le corde vocali con chi ti legge l’anima come nessuno tra chi ti vede ogni giorno… è la complicità del volo.
Ci incontriamo con colei che vive come noi l’energia della musica, che ha capito che siamo simili e ci aiuta in ogni forma con lo zelo di un’amica di vecchia data. Per lei è naturale perché sogna un mondo di musica… sì, proprio come noi. Prima che la tavola sia imbandita, prima che i coltelli siano affilati (n.d.r. la coreografia del palco è ispirata all’art-work geniale del disco) l’antipasto è servito da Giovanni Ferrario che propone sul piatto il suo intarsio di chitarre da one-man band. Chiede solo attenzione e rispetto. Quindi le luci si accendono sulla tavola delle macabre ricette. Escono loro e subito ti accorgi che c’è un’atmosfera diversa. L’inizio di Naufragio sull’isola del tesoro vede Giorgio Prette montare e suonare la batteria dando le spalle al pubblico. Il resto della band è nell’atto preparatorio del rito-concerto quasi a dare l’impressione che Manuel intrattenga l’assoluta eslosione del pubblico con la sua mitica chitarra rossa. Si entra nel disco nuovo. Si entra nel concerto. E’ solo febbre è delirio. La folla già la canta e la solleva come inno proprio. Al diavolo chi pensa che introdurre dissonanze e tempi dispari non abbia fascino rock! Questo brano in veste live mette in risalto tutto il nuovo corso della band. L’innesto magico del polistrumentista Gabrielli mai come stasera è l’evidente maturazione del suono Afterhours del corso degli ultimi anni. Quindi la scaletta prosegue con perle del passato come Ballata per la mia piccola iena e La Verità che ricordavo, dove il gesto del microfono/lazzo è fatale a Manuel che, a differenza di altre volte, non si ferma, non si incavola, l’adrenalina è a mille e sprigiona la sua carica afferrando il microfono dall’asta di Dell’Era… Carisma che solo a pochi è dato. Poi il sisma rock di Neppure carne da cannone per Dio, un pezzo che live spacca senza tregua. Il basso di Dell’Era è più denso, sfonda e colora i brani che seguono, pescati sempre dall’album precedente… La sottile linea bianca e La vedova Bianca. Dell’Era diventa voce protagonista in uno dei brani più belli del nuovo disco: Tutti gli uomini del presidente dove Manuel e Ciccarelli sfoggiano dei riff di chitarra che superano quelli di Jack White. C’è spazio per le chicche dal passato remoto come Punto G e Oppio o quelle dal passato prossimo come Bye Bye Bombay e Non sono immaginario attraversando un bellissimo riarrangiamento slow di E’ la fine è la più importante. Tra le impeccabili versioni live dei brani de I milanesi ammazzano il sabato, come Tema: La mia città, Riprendere Berlino, la stessa title-track e Orchi e streghe sono soli, spicca Tarantella all’inazione. Giorgio Prette si alza e porta il ritmo con il tamburo, Manuel prende il Tamburello ed incita l’unico popolo che ha la tarantella nel sangue. In mezzo ad un tripudio di luci si celebra la fiamma del rock, quella che ti brucia l’anima per sempre. Questa scaletta potrebbe bastare ma Manuel ed i suoi Afterhours sono infiniti questa sera. Nei due bis meraviglioso il colpo di scena di Voglio una pelle splendida, cantata dalla consolle in mezzo al pubblico con il solito cretino che ha cercato di rovinare la festa, ma anche qui Manuel riesce a stemperare, a reagire. Quindi si ritorna sul palco, nella macchina del tempo tra Male di Miele e Musa di Nessuno, tra la cover For What is Worth e Quello che non c’è passando attraverso una storica Bungee Jumping con l’altro storico rito after della musica che supera la televisione… anche se a Canale 5 passa il meglio di questa Napoli: il genio Paolo Sorrentino. L’estate disturba, infiamma. Questa sera è stata la prova che Manuel è riuscito in questi anni a non far soccombere il progetto Afterhours sotto i colpi degli abbandoni di figure come Andrea Viti e Xabier Iriondo. E’ riuscito a ringiovanire i ranghi e ad attingere dai nuovi innesti il meglio che potevano offrire consolidando e proiettando gli Afterhours in una dimensione di perfezione innovativa che valica le barriere del mondo indie e impone il suo verbo al di là delle gabbie mainstream. Una band moderna. Live sono da non perdere e rivedere all’infinito. (Lost Gallery)
Agli insorti contro l’ingiusta megadiscarica.
A tutti coloro che non c’erano ma li sentivo con me.
A colei che ci ha regalato una serata speciale e che non dimenticheremo mai.
A colei che ha saltato di gioia alla ricerca di una pelle splendida.
A colei che ha saputo trovare le parole per l’amicizia.
A coloro che hanno scattato foto dell’evento per imprimerle nella nostra microstoria.
A colui che c’è sempre nei concerti più belli della mia vita.
A colei che dà sapore a tutto.
A colui che mi ha abbracciato e mi ha dimostrato, ancora una volta, di essere prima che artista una gran bella persona.
– Si ringraziano in modo speciale Paolo Santoro e Roberta Accettulli (Casasonica Management).
Le tue parole mi sono piaciute tanto.
Vivo momenti emozionali in attesa di domani sera, quando sarà il mio turno.
Il tuo racconto alimenta l’attesa.
le tue parole fermano in modo perfetto il live dei sei after.
e già rinizio il conto alla rovescia altri 11 giorni e sarà di nuovo afterlive.
Grazie Grazie Grazie! E’ davvero emozionante vivere questo AfterTour attraverso le vostre parole e le vostre foto. Ogni volta mi fate venire i brividi come se fossi stata sotto il palco con voi.
ieri sera ero a Firenze.
Stesse emozioni descritte per Napoli.
Stesso calore del pubblico, ENORME.
Manuel pareva contento, diceva “grazie”…come sempre sì… ma alla fine di Quello che non c’è pareva avere gli occhi lucidi.
Oppure erano i miei, annebbiati da una lacrima che non ha trovato libertà, ad avere visto distorto.
Concerto impeccabile.
Non voglio dilungarmi pure io con i “grazie”… ce ne sarebbero davvero tantissimi.
Per quanto possiamo impegnarci a scrivere, nessuna parola vale mai quanto il live…andate!