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Ballate per la “mia” piccola iena: Afterhours @ Radio Popolare Network 29/05/2008

Stasera c’è uno strano fermento nell’aria… Sarà colpa del temporale se anche la mia piccola Martina non vuole dormire? No, non sono i tuoni e i lampi a farmi battere il cuore, ma l’attesa per quell’onda di emozioni che mi sta per travolgere: stasera Radio Popolare Network trasmetterà in diretta dall’Auditorium Demetrio Stratos di Milano gli Afterhours! L’ansia è alta, come se fossi davanti a quel palco invece che al mio pc. E’ strano vivere queste emozioni così, non sono abituata a starmene seduta. Al solito i concerti li vivo in prima linea, davanti a quelle transenne che testimoniano tutta la passione che può scaturire dall’amore per la musica. Ma stasera no. Stasera sarò qui, con la mia piccolina che sembra sentire che sta per accadere qualcosa di unico.


C’era una casa bellissima che un brutto mutuo stregò…” Partiamo per un Naufragio Sull’Isola Del Tesoro, un naufragio tra i suoni di quella Gibson che stasera saranno il mio tesoro. Nonostante il pc che s’incanta, nonostante l’audio dello streaming che non è il massimo, nonostante i tuoni che fanno tremare i vetri, gli After riescono sempre ad emozionare, a farti sentire quella botta nello stomaco che vuol dire solo una cosa: passione. E intanto la voce di Manuel ci ricorda che E’ Solo Febbre e l’emozione cresce. Il gruppo è in gran forma. La partenza è stata bella energica e si continua con la Ballata Per La Mia Piccola Iena (che c’è Martina? La mamma è così stonata che ti fa ridere mentre canta?). Anche Martina sembra non resistere agli Afterhours, alla loro forza, all’energia che sprigionano ad ogni nota e sta lì, a sgambettare felice nel suo lettino. Chiudo gli occhi e provo ad immaginare quella chitarra che amo, quelle mani che adesso stanno suonando Neppure Carne Da Cannone A Dio, la pelle di quella batteria che sta segnando i battiti del mio cuore, quel basso che ormai conosco bene. E intanto il concerto procede su una Sottile Linea Bianca che porta dritto dritto verso quell’assolo di chitarra che ti scuote, che ti stringe lo stomaco nonostante ci siano chilometri a dividerci. “C’è qualcosa dentro di me che è sbagliato e non ha limiti” (La Vedova Bianca) Si, c’è qualcosa… c’è la musica degli After, c’è la voglia di essere davanti a quei sei musicisti che mi stanno regalando ancora una volta qualcosa di unico. Manuel lascia il microfono a Roberto per un’ironica e divertente Tutti Gli Uomini Del Presidente… “Dai piccina mostrami chi sei” e Martina continua a sgambettare ridendo. Arriva un salto nel passato con una Punto G urlata fino all’ultima nota. “La mia vita a un chilometro da qua”, I Milanesi Ammazzano Il Sabato arriva come una lama fino allo stomaco e ci porta fino alla pausa. Il tempo di una breve intervista e poi si riparte per andare a visitare una città che “ci insegna a vivere da pipistrelli chiusi in scatole” (Tema: La Mia Città). Il clarinetto di Gabrielli regala quel qualcosa in più al sound degli Afterhours e i pezzi nuovi rendono decisamente anche dal vivo. Non c’è niente da fare: gli Afterhours sono una band che sa emozionare anche attraverso l’etere tenendomi incollata al monitor, con le orecchie tese per cogliere ogni sfumatura. E’ La Fine La Più Importante ci viene regalata in una slow-version e ci porta su quel balcone da dove Manuel guarda il porto. “Io non tremo è solo un pò di me che se ne va”… Bye Bye Bombay, 1.9.9.6., Oppio… il passato degli Afterhours che ritorna a ricordarci che loro c’erano e ci saranno ancora. Per una sera mi sto godendo un concerto ascoltando davvero la voce di Manuel, senza i cori di chi mi sta vicino, senza dovermi proteggere dal pogo e con la mia piccola che continua a sgambettare felice. Si ritorna alle note dell’ultimo album. “Non sarebbe bello non farsi più del male?
(Riprendere Berlino) e a Martina inizia a venir fame. Tarantella All’Inazione, Musa Di Nessuno… hai ragione piccolina, mangiare al ritmo della voce di Manuel è anche meglio! Ma poi come si fa ad addormentarsi?? Manuel annuncia che questo sarà davvero l’ultimo concerto di Dario Ciffo con gli Afterhours e gli dedica ancora una volta una Male Di Miele tirata più che mai. Ci sono dentro tutti gli anni condivisi sul palco, tutta la voglia di ringraziare un musicista che con il suo violino ha segnato un pezzo di storia del gruppo milanese e che ogni volta ci ha saputo ricordare dove può arrivare la musica. E anche stasera le note degli Afterhours arrivano lì, nell’anima e creano dei tagli profondi, delle ferite che non si rimarginano, ma che necessitano di nuova linfa, di sentire ancora quelle note per ricordarci quanto ci sanno rendere vivi. Quello Che Non C’è riesce sempre a fare male, a bagnarti gli occhi, a farti sentire che solo la musica può arrivare fino lì. “Il giorno in cui sei nata sai mi stringevi a te con calma come a chiedermi di non aver paura”, Orchi e Streghe Sono Soli è tutta per la mia piccola iena che vuole chiudere gli occhietti e fare la nanna. E così se ne va anche questo concerto. Radio Popolare torna a trasmettere la sua musica e a me non resta altro da fare che coccolare la mia piccolina e andare a letto con nel cuore la gioia che solo la musica degli Afterhours sa regalarmi. Un ultimo pensiero per Dario… mi mancherà… In bocca al lupo per tutto e grazie per quello che ci hai regalato in questi anni. E grazie ancora a Manuel, Giorgio, Giorgio, Roberto ed Enrico perché ogni volta riescono a incantarmi e perché stasera hanno saputo annullare le distanze. (Lost Gallery)

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