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I close my eyes and let myself drown: intervista a Graziano Staino

Graziano Staino, classe 1972, coniuga i sensi dell’Arte e li spinge verso avanguardie sinestetiche che condensano l’attenzione e l’immaginazione spingendole oltre la rete delle logiche conseguenze e delle attese predefinite. Disegnatore, pittore… dall’Italia a New York, dove spolvera la magia dell’universo dei video e della fotografia. Progetti che battono il tempo della sfida e della volontà di osare, sull’orlo della sperimentazione e della contaminazione: dal gioco del teatro (video di arricchimento per vari spettacoli e regia di Inaus per la compagnia Gogmagog) alla collaborazione con il compositore L. Brusci e con L. Ferlinghetti per il video The Last Tears from Planet Earth; dal mondo di Fuori Orario di E. Ghezzi alla direzione e produzione del disco Roma’N’cess, una raccolta di poesie e musiche inedite (Pig Maglione, Terje Nordagarden,Meg, Marco Messina, Micevice, Noferi, Giansanti, Pienapple Facial Wax, Noverose, Soundabout, Lumiere Electrique, Musical Buzzino, Good Morning Boy, Marco Parente).

Splendidi i lavori che esplorano il mistero di Ofelia: Ofelia (2004), puro flusso evocativo su musiche di Stefano Bollani; Lo sguardo di Ofelia (2006).
Minute Stanze (2005) continua la ricerca nel mondo delle note: nove stanze per un percorso sui generis che fonde musica e parole di musicisti d’eccezione (Afterhours, Morgan, Paolo Benvegnù, Marco Parente, Songs for Ulan, Cristina Donà, Lorenzo Corti, Micevice, A Toys Orchestra). E molto altro da scoprire nel mondo parallelo di Fuori Orbita. Recente la collaborazione con gli Afterhours: le profezie visive si aggrappano e si mischiano ad una musica provocatoria e densa. LostHighways ha già raccontato e proposto i video di E’ solo febbre e Pochi istanti nella lavatrice… li indaga con Staino e apre la porta delle nove stanze.

Come e quando è nata la collaborazione con gli Afterhours?
Nasce dal progetto Minute Stanze che realizzai per il Videominuto PopTV di Firenze.
Il progetto era una sorta di video musicale basato su immagini e musica. Il brano che scelsi era Il compleanno di Andrea.
Di seguito, tramite Enrico Gabrielli, ho contattato Manuel Agnelli per l’intervista nel documentario Lo sguardo di Ofelia.

Gli Afterhours hanno sempre scelto modalità di comunicazione sui generis. La strategia promozionale del nuovo album viaggia su un doppio canale di diffusione, quello tradizonale e quello web. Il vostro sodalizio sembra alimentato da una naturalezza assoluta negli intenti… giusto?
Si, i tre video sono nati da idee di Agnelli e il sottoscritto, cercando esclusivamente di trovare un sodalizio tra il senso del brano e le immagini escludendo a priori la “storiellina” da videoclip.
Per le due vie promozionali personalmente non trovo questa grande separazione strategica, mi pare che il tutto sia stato fatto con molta trasparenza pensando anche alla programmazione di E’ solo febbre e Pochi istanti nella lavatrice su All Music. Per la diffusione della rete devo darti ragione nel senso che questi video nascono per la rete unico modo attuale di presentare video non commerciali in tutto il mondo.

I suoi video si snodano liberando una sensazione di inarginabile fluidità. Si è ispirato ai pezzi oppure c’è stata un’idea di base indipendente dagli stessi?
Sempre ispirato dai brani. Prima di realizzare le riprese ascolto il brano per moltissime volte poi ne parlo con l’artista e cerchiamo un compromesso tra la mia follia e la sua.

Può raccontarci delle soluzioni estetiche del video E’ solo febbre? Le sue avanguardie visive hanno perfettamente reso il sapore di un brano che sprigiona una sperimentazione che sa osare e catturare…
Il protagonista del video non ha faccia, è solo una figura che serve a far vedere allo spettatore visioni e allucinazioni che sarebbero troppo caotiche da sole senza un filo. Il brano è molto tagliente e richiedeva immagini taglienti, noir e in bianco e nero.
Il protagonista diventa poi tiranno distruggendo tutto, cercando di trovare sempre qualcosa di più bello per farsi piacere o per far piacere agli altri senza essersi reso conto di aver perso la sua personalità ed il suo volto, la sua pelle.

Pochi istanti nella lavatriceinvece?
E’ stato un lavoro molto difficile. Il brano ha un ritmo incredibile e la canzone varia moltissimo aprendo nuove atmosfere.
L’idea era quella del flusso, un fiume impazzito di immagini che soffocava i protagonisti scaraventandoli in stanze senza angoli, ingranaggi, ascensori.

I Milanesi ammazzano il sabato è il nuovo video, presentato da Enrico Ghezzi nel corso del programma Fuori Orario. Ci racconta le scelte che ne hanno definito la forma?
L’idea parte da Agnelli anche perchè il brano è molto “introverso”.
Questo video è stato girato nelle strade notturne di Milano con Agnelli come protagonista di questo viaggio mentale creato da specchi, cristalli, meccanismi e luce.

Il nuovo album degli Afterhours ha una struttura schizofrenica, avventurosa e condensa una massa concettuale complicata. 14 capitoli slegati gli uni dagli altri. 14 possibili singoli per altrettanti video… La vostra collaborazione continuerà, ancora?
Al momento direi di no… ovvero non nei prossimi giorni!

Minute Stanze – Video

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