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Qualcuno – Dora Markus

Musica liscia e soffice, come candide gambe di donna. Simbolo di desiderio, di femminilità, di piacere, ma anche di fatica. Tutte le fatiche e le complessità delle donne poggiano su quelle parti del corpo che tanto spesso accolgono occhi, sognanti o maliziosi che siano, di uomini affascinati dal mistero della dolcezza e della passione.
Vittime dello stesso sortilegio furono anche Montale e i suoi amici, i quali inviarono al primo una fotografia delle gambe di una donna: gambe per cui lui doveva scrivere una poesia.
La poesia si intitola come gli amici dicono chiamarsi la donna, Dora Markus. Il fascino dell’opera risiede nella sua composizione dilatata nel tempo. La prima parte fu scritta subito dopo la visione della fotografia, mentre la seconda a distanza di molti anni, periodo nel quale il poeta giunse ad identificare nella fantomatica Dora Markus una donna realmente conosciuta.
Dora Markus ha quindi due vite: la prima completamente inventata ed ispirata; la seconda osservata, vissuta e sofferta in prima persona, viziata dal caratteristico e rassegnato male di vivere proprio dell’autore.
A questo pare vogliano ispirarsi i componenti dell’omonima band che, con dolci canzoni, cercano nel cuore il profondo più torbido.
Insoddisfazione e aspettative esterne riversate su di sè turbano (ed appunto, intorbidiscono) i pensieri e le note in Qualcuno. Un testo quasi ermetico e sofferto che danza con melodie altrettanto malinconiche che vanno piano piano ad aprirsi arrancando, cercando una strada. La rassegnazione muta forse in rabbia e delirio, senza deflagrare completamente, come se la razionalità (purtroppo) continuasse a vincere.
“Dentro le contraddizioni / mi trovo bene. / Forse dovrei / impegnarmi in qualcosa di serio / cercare un lavoro / sudare una vita / diventare qualcuno”.
La completa dedizione al sacrificio (vano!?) dona colore e calore ad un pezzo che sintetizza l’idea più “alta” dell’amore: “Mi ciberò / dei punti deboli / dei tuoi cliché puliti… / ti vestirò / con cura / sarai per me / la sola”. (Con cura)
La chitarra acustica riesce a solleticare in Rita, dove un canto melodioso si insinua nella mente. Freschezza e sensualità rendono questo pezzo di una gradevolezza, direi, d’altri tempi.
Splendidi nuovi errori si serve di pura poesia scandita da un ritmo ondeggiante e fiati avvolgenti. Nel testo tanti riferimenti sensoriali fanno apparire nella mente dell’ascoltatore immagini e sensazioni dai caratteri morbidi e privi di spigoli: “Soltanto ora / conto i segni / sul tuo viso acceso / nel vento / che congela / un lampo di te / in cenere / e ne sfuma già / il profumo”.
Qualcuno è un ep incantevole, che stupisce per la sua vellutata delicatezza di superficie che vuole nascondere una complessità emotiva di fondo.
Atmosfere, mantenendoci ancorati al panorama più attuale, vicine ai Perturbazione con tratti cantautorali, che ricordano pure il più lucido Marco Parente.
Un esordio affascinante e magico per i Dora Markus. Eleganti e suadenti, come il soggetto di quella foto che affascinò quel grande poeta tanti anni fa.

Credits

Label: Prodotto, arrangiato e registrato in casa fra 2007 e 2008 da Andrea Ceccanti e Dora Markus; mixato in casa da Andrea Ceccanti; masterizzato da Kim Rosen presso il West West Side Mastering di New York.

Line-up: Andrea Ceccanti (voce, chitarre, produzione) – Roberto Ceccanti (chitarre) – Luca Nobile (batteria, nord stage, voce) – Alessandro Sintucci (basso); Con la partecipazione di Enrico Farnedi ai fiati

Tracklist:

  1. Qualcuno
  2. Con cura
  3. Rita
  4. Splendidi nuovi errori

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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