Nati in Gothenburg (Svezia), nel 2006. Registrano due canzoni dopo circa un mese e dopo un paio di mesi ed un paio di live show firmano per la Transubstans Records & TeePee Records. Il loro debut album omonimo Graveyard (nella versione in vinile) vende tutte le copie in pochi mesi. Le riviste di mezzo mondo li acclamano scomodando paragoni con leggendarie band, dai Grateful Dead ai Corrosion of Conformity. Sono il simbolo del ritorno dell’approccio rock anni settanta, dove la psichedelia si fonde al folk e al blues seguendo la libertà dei capelli lunghi al vento. LostHighways, dopo aver recensito il loro disco, non perde colpo e valica i confini per raggiungere Axel Sjöberg, il talentuoso batterista dei Graveyard in una memorabile intervista tanto breve quanto densa di contenuti.
Recentemente sempre più band provenienti da nazioni diverse (voi dalla Svezia, i Wolfmother dall’Australia, gli Emmablu in Italia) suonano e creano rock riferendosi allo stile seventy. Come vi spiegate questo?
Ecco, non so bene cosa sia accaduto… ma certamente il blues non sarà mai un genere dimenticato… forse la gente ha finalmente realizzato che il rock non deve necessariamente essere un muro di distorsione pesante per conquistare l’anima dell’ascoltatore.
Mi ha colpito tra i vari brani del vostro disco As The Years Pass By, The Hours Bend…
Truls che ha lasciato la band dopo che abbiamo registrato il disco, fu lui l’autore del testo, quindi non posso dirti nulla a riguardo. Certamente il finale del brano è un semifurto di una vecchia ballata folk svedese. Dopo un paio di jam siamo giunti alla struttura musicale che ha raggiunto ora.
Come nome della band perché avete scelto il nome Graveyard?
Semplice e fresco.
Nella vostra musica si sente un intenso mood psichedelico, ma cosa è per voi la psichedelica?
A me piacciono un sacco gli H.P Lovecraft (band), i Grateful Dead a altre psych-band. Noi incorporiamo differenti stili nella nostra musica perché ci sentiamo a nostro agio in tutti questi generi dal Psych all’heavy e al blues.
Quanto è importante la scrittura di un testo per voi?
Qualche volta sono realmente importanti e qualche altra volta non significano molto, sono lì giusto a dare sostanza con la melodia vocale… certo non possono essere cavolate, le liriche devono avere una loro importanza altrimenti tutto il pezzo ne perde.
Come vi trovate con le vostre etichette discografiche?
Bene, entrambe le etichette sono veramente grandiose. Ragazzi magnifici che si fanno in quattro per sostenerci. Ci sono grandi band sotto la Transubstans Records.
Ci saranno vostri concerti in Italia?
Forse. Abbiamo avuto qualche offerta per realizzare un piccolo tour… ma nulla è deciso ancora. Facci un fischio se vuoi che scendiamo giù!
Con molto piacere se avessi i mezzi… Cosa ne pensi delle webmagazine come alternativi canali di promozione della musica di qualità?
Ne penso bene, posso dire che molto spesso i webmagazine arrivano prima sulle nuove direzioni musicali e sulla musica di qualità che piace alla gente… ma bisogna dire che anche i grossi magazine spesso ci riescono… diciamo che sono due approcci diversi che si complimentano a vicenda e che solo grazie a loro la musica buona emerge alla distanza.