Marco Notari debutta nel 2006 con un album apprezzatissimo da critica e pubblico: Oltre lo specchio, seguito dalla mano protettiva della Mescal e ripubblicato nell’ottobre dello stesso 2006 ma con distribuzione EMI. Linee elettriche acide e ombre di morbidezza hanno segnato un successo di vendite e un riscontro più che lusinghiero nell’attività live che hanno portato ai premi (tra gli altri) Indie Music Like (come migliore artista esordiente del 2006) e Music Club (per il miglior tour di una band esordiente – MEI, novembre 2007). In corso la realizzazione di un nuovo album che vedrà la luce il prossimo ottobre, noto già il titolo: Babele. Il 4 Luglio è prevista, invece, l’uscita ufficiale di un ep che si colloca al punto mediano tra passato e futuro delle scelte artistiche (e non solo) di un musicista (e della sua band) che LostHighways ha già avuto il piacere di incontrare e che ritrova per intrecciare un dialogo che sappia essere occasione per anticipare idee, sensazioni, sogni, attese per una nuova fase creativa. (Foto Maschere: Tommaso Mei; foto live: Maddalena Di Santo)
4 luglio 2008: uscita ufficiale del tuo ep, Io non mi riconosco nel mio stato. Punti di contatto e punti di attrito con Oltre lo specchio…
Sicuramente ci sono sia gli uni che gli altri. La radice rock alla base è la stessa, ma nei nuovi brani c’è senz’altro una maggiore voglia di sperimentare e proporre soluzioni diverse a livello musicale. Per quanto riguarda i testi ho cercato di muovermi dalle sfumature, di cui Oltre lo Specchio era ricco, verso il centro delle cose.
“Non si può cambiare un’immagine immobile”… Io non mi riconosco nel mio stato. Spiegami! E spiegami il motivo di quest’inadeguatezza e dell’esigenza di tradurla in musica…
Innanzitutto preciso che questo brano, così come La mia vita è un investimento sicuro, all’interno del disco si colloca attraverso un percorso ben preciso. Mi piaceva molto però l’idea di de-contestualizzarlo, dare a questa frase un valore più universale. Il testo è giocato sui due significati della parola stato, e su come essi siano strettamente legati. Difficile riconoscersi in se stessi se non ci si riconosce nel contesto sociale in cui si vive. Io oggi mi sento decisamente alienato rispetto allo Stato in cui vivo.
La mia vita è un investimento sicuro… e “la mia vita è uno spreco fottuto”…
E’ una canzone in cui credo chiunque si possa riconoscere, in misura maggiore o minore. E’ l’emblema dei valori borghesi di cui ormai siamo permeati, anche solo a livello inconscio, e della dogmaticità con cui ci vengono imposti di continuo come se fossero la sola chiave per la felicità. E’ una canzone volutamente estrema e provocatoria, oggi più che mai sento la necessità di dare una forte scossa per provocare una reazione nelle persone, positiva o negativa che sia, per scuoterle dall’apatia collettiva in cui viviamo.
L’ep anticipa il tuo nuovo album: Babele, previsto per Ottobre 2008 (Io non mi riconosco nel mio stato e La mia vita è un investimento sicuro ne saranno parte). Ci anticipi qualcosa dell’universo concettuale (dai due brani dell’ep si comincia ad intuire) e delle scelte delle soluzioni sonore? Ci sono delle chiavi (particolari) d’ispirazione?
Sono sempre stato attratto dai concept, e più un generale dai dischi che si sviluppano seguendo un filo conduttore. In realtà nel mio disco il filo logico in un certo senso è nato da sé. Dopo aver scritto le prime quattro-cinque canzoni mi sono reso conto che c’era una forte consequenzialità, come se dalla scrittura stessero nascendo due personaggi. Così mi è balenata l’idea di andare avanti su quella strada, dando vita a Cristiano e Lucia e sviluppando le loro rispettive storie, lasciando allo stesso tempo un certo spazio all’immaginazione dell’ascoltatore.
Le scelte sonore invece, come dicevo, partono da Oltre lo Specchio e da lì sì muovono alla ricerca di un sound più vario e il più possibile contemporaneo. Per questo nel disco c’è anche una componente elettronica e una maggiore presenza di tastiere. In questo è stata fondamentale la possibilità di lavorare alle Officine Meccaniche, con Mauro Pagani che mette a disposizione dei musicisti la sua straordinaria collezione di strumenti musicali. Altrettanto importanti sono stati i Madam, con cui ho arrangiato i brani, ed il produttore artistico Giulio Casale.
Speciale (live). Perché questa scelta? C’è un motivo specifico per cui questo brano in versione live (contenuto in Oltre lo specchio) completa l’ep?
Ce ne sono due in realtà. Il primo è quello di fornire una testimonianza del tour di Oltre lo Specchio, fissare su disco quella che è stata una splendida esperienza, come lo sono tutte le prime volte. Inoltre, se devo essere sincero, non ero molto soddisfatto della versione contenuta in Oltre lo Specchio, e trovo che questa versione si avvicini di più all’atmosfera che avevo in mente quando ho scritto il brano.
De Andrè. Cosa rappresenta per te la sua musica?
Come avrai capito già dalle risposte precedenti… molto, per quanto probabilmente a livello sonoro non ci siano molti punti di contatto. Credo che Fabrizio debba essere un punto di riferimento per ogni cantautore. Oltre a essere dotato di un talento sconfinato, è stato un artista che non ha mai smesso di cercare, di far progredire la sua arte. Insomma, per usare una sua espressione, è stato davvero una goccia di splendore.
“E ora viaggi vivi ridi o sei perduta / col tuo ordine discreto dentro il cuore / ma dove dov’è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore”… Un testo in cui ogni singola parola occupa un luogo di senso, e le immagini toccano cardini emotivi inarginabili. Mi racconti come la tua scelta ha toccato Hotel Supramonte?
Anche qui intervengono diversi fattori. Innanzitutto perché è un brano bellissimo, ed avevo già avuto l’occasione di eseguirlo live al Roxy Bar durante una serata-evento organizzata dalla Fondazione De Andrè in memoria di Fabrizio. In secondo luogo trovavo che completasse in un certo senso le tematiche toccate dall’ep. Naturalmente sappiamo che Fabrizio l’ha scritta come memoria del suo rapimento, ma la canzone ci dice molto di più. Per l’appunto i versi che hai citato tu, e più in generale il testo nella sua totalità, si avvicina molto agli interrogativi che si pongono Io non mi riconosco nel mio stato e La mia vita è un investimento sicuro.
Ancora Giulio Casale come compagno di viaggio…
Giulio per me è un punto di riferimento molto importante, direi più un fratello maggiore che un amico. Nella stesura dei testi è stato una guida fondamentale, mi ha stimolato a cercare di rendere i concetti il più diretti e crudi possibile laddove lo riteneva necessario, forzando la mia naturale reticenza in tal senso, spingendomi a espormi di più, e a posteriori gliene sono davvero grato. Anche in studio è stato come al solito molto bravo nel dirigere me e i musicisti, sempre confrontandosi e mai prevaricando.
Noi ci siamo incontrati un anno e mezzo fa, ormai. Scaldavi la voce con i Radiohead. Il tuo album di debutto ti ha dato moltissimo. Bilancio in termini professionali ed umani?
Positivo da entrambi i punti di vista. Adoro scrivere e lavorare in studio come adoro suonare dal vivo. Di conseguenza non posso che essere felice di avere la possibilità di farlo.
Se dovessi raccontarmi i Madam e la tua intesa con loro, dopo tante esperienze condivise?
Quattro persone, anzi cinque con Lorenzo che da poco ha abbandonato il progetto e con cui si è creato un rapporto speciale a livello artistico e umano. Mi sento un po’ ripetitivo a parlare bene di tutti, ma la verità è che tra di noi è davvero difficile litigare.
Cosa si aspetta Marco dal prossimo autunno?
Naturalmente mi auguro che Babele possa piacere alle persone che lo ascolteranno. E poi ho una gran voglia di continuare a suonare dal vivo.
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