Regioni e ragioni ammucchiate su quattro assi stese al sole, le mani affondate in un cesto di semi lisci, neri, il tatto solleticato dalle ceneri di carni speziate e riso in chicchi bianchi, sottili. Passi di sandali, stivali, ciabatte, piedi neri, piedi bianchi, piedi nudi. Pance e ossa e vesti, scialli d’organza, gonne damascate, pantaloni di lino, tute blu, ebani desertici, nylon di liuti grassi di storia, accordi balcanici, disaccordi elettronici, ottoni mistici, rivoli di carboni ardenti, arsi. Un mercato, una città, i suoi marciapiedi; isole, penisole, sale e asfalti; navi, eserciti, carovane, cordate. Un microcosmo di corpi, voci, leggende e bugie. Mani che offrono merci tra le più preziose, che espongono la fede, la fame e la sete. Mani che sfamano e dissetano pomeriggi afosi passati a contare la distanza nella misura di parole spese comunque, anche se nessuno intende ascoltare. Mani che aprono le danze, vive, che non si ritraggono, trat-tengono. Ramsàzizz’ è un luogo, è una lingua, è mitologia dell’abbondanza e della privazione. Ramsàzizz’ è un corpo a cinque teste, cinque paia di braccia che osano tiranneggiare sulla banalità con l’estro di una prepotente modernità messa a servizio della tradizione. Deserti, rivoluzione, oceani, nomadi, stanziali, veli: convivono, in questo tripudio di talenti nostrani, il sintetizzatore e il mandolino, l’ipnosi elettronica e la scansione ritmica, la rotondità del bouzuky e l’eclettismo della fisarmonica. Ramsàzizz’ è ironia, l’eco di una risata lasciata a perdersi sul filo di un orizzonte di terra e di mare, una traccia d’hennè sulle spalle curve di una donna sporca, vestita di stracci, bella della bellezza di una certa poesia. Ramsàzizz’ è pace e caos, è un’isola in cui perdersi mentre si attende la fine, una fine qualunque; è uno schiaffo al ben-pensare, al ben-sapere, al ben-servire; è il respiro ibrido di un disordine che osa fermarsi e ripartire, reinventando il senso, rimescolando le origini, la memoria. Musica dal Mediterraneo, utero che accoglie e non riesce a proteggere. Estetica della tradizione, del costume, di una contemporaneità schizofrenica, magica nella sua tragicità: estro funk, slancio folk, memoria pop, materia etnica, aggressività post-moderna lambiscono lo spazio e ne fanno tempo, impastano il suono e lo stendono, lo raccontano, lo festeggiano; decifrano i dettagli delle etnie, della convivenza fra i culti e le culture con anagrammi di pelle e di stile. Ramsàzizz’ è la buona sorte di collaborazioni eccellenti: Lorenzo Monguzzi (Mercanti di liquore), Roy Paci, Enrico “erriquez” Greppi (Bandabardò), Luca “rudeman” Lombardo, Nicola Manzan, Stefano Severini. L’idioma che impasta i confini di Paci (Calypso), il dialetto padano masticato da Monguzzi (Sem chi a cuntass i ball), il canto in francese di Greppi (Clandestin volontarie) disegnano episodi evocativi, bizzarri della malattia dell’essere troppo vivi per la falsa quiete che esigono i luoghi comuni. Dall’ouverture Cosmopolitu fino al the end di Dernière sortie diapositive di vento e sabbia fermano le suggestioni di un viaggio che attraversa l’Italia, la Spagna, la Francia, i Balcani, ed arriva fino all’Asia e lascia davvero poco al caso; un viaggio d’energia ed intuizioni, di sudore e tregue, di intelligenze ed urgenza espressiva. Undici peripezie melodiche e ritmiche, d’armonie sintetiche, sensuali, avventure fragranti, della fragranza di insolite simmetrie, geometrie che scardinano gli usci, che spingono per la strada, ad assaporare la presenza, la consistenza, l’invadenza dell’altro da sé, dell’altro da qui.
Credits
Label: Bagana Records, 2008
Line-up: Marco Ambrosi (chitarra, bouzuki,mandolino) – Pasquale Nigro (fisarmonica) – Manuel Franco (percussioni) – George Koulermos (basso, chitarra, sinths) – Lorenzo Ori (basso, chitarra, programming, sinths); Guests: Lorenzo Monguzzi (voce, track 2) – Roy Paci (voce, track 3; trombe, tracks 3, 5) – Enrico Greppi (voce, track 6) – Luca Lombardo (voce, track 3, 9) – Nicola Manzan (violini, tracks 8, 11) – Stefano Severini (programming, track 11); Registrato, mixato e masterizzato da Lorenzo Ori (lozstudio.com)
Tracklist:
- Cosmopolitu
- Sem chi a curtass i ball
- Calypso
- Misirlou
- Senor Moustafà
- Clandestin Volontaire
- Diskocani
- Cairo Five
- Barrio Express
- Sinanga
- Dernière Sortie
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