“There’s love if you want it/don’t sound like no sonnet”. Nel 1997 per i Verve l’amore non era quello allegorico e stereotipato dei sonetti che i poeti della loro amata Gran Bretagna hanno scritto per secoli. Sono passati più di dieci anni. Sono passati i Verve di Urban Hymns. E’ passata la rottura e la conseguente carriera solista della voce del gruppo, Richard Ashcroft. Questo è il momento del ritorno, ma non necessariamente del cambiamento. E così il tempo ha conservato quella visione autentica e concreta dell’amore per sussurrarla con voce impostata o per gridarla con quanto fiato si ha in gola in Love is noise. Questo il singolo estratto per battezzare il nuovo lavoro dei Verve, Forth, in uscita a fine Agosto in Italia (il 18 in UK). Il titolo del disco indica chiaramente la continuità lungo la quale si muovono le scelte discografiche del gruppo. Love is noise è accattivante nella cura dettagliata degli arrangiamenti come nella natura più immediata della melodia. Pur conservando il sound assolutamente british dei lavori precedenti, il primo singolo apre blandamente le porte all’elettronica, senza insistenza; la sfiora senza annoiare, tradendo forse una certa attenzione verso le tacite regole radiofoniche. I Verve evolvono, crescono, sperimentano ma senza osare troppo, a metà tra ieri e oggi. Abbracciano i tempi e le strutture moderne, ma lo fanno quasi con diffidenza. La stessa diffidenza che scivola e striscia tra le parole di Love is noise: “Will those feet in modern times/Walk on soles that are made in China?/Feel the bright prosaic malls/In the corridors that go on and on and on”. I mezzi di oggi come i luoghi atipici contemporanei non aiutano la comprensione né la percezione delle forze con cui interagiamo e di cui siamo elemento fondante. Richard Ashcroft (autore del testo), al contrario, sublima la sensazione individuale, la capacità di cogliere l’essenza attraverso la trasversale esperienza sensoriale del suono, della vista, dell’accettazione del dolore. Solo così il rumore si scontorna della propria gabbia di significati dequalificanti e diventa quintessenza della purezza. Se il bianco nasce dall’unione di tutti i colori, il rumore è l’equivalente irrazionale per ogni suono, ripulito o grezzo che sia. E così è l’amore. Forte e travolgente. Silenzioso e fragoroso. Tonante e pacifico. Coerente nella sua impetuosa incoerenza. “Are we blind – can we see?/We are one – incomplete/Are we blind – In the shade/Waiting for lightning – to be saved/Cause love is noise and love is pain/Love is these blues that I’m singing again… Love is these blues that I’m feeling again.” Love is noise non è che un piccolo scorcio sulla ritrovata alchimia della band. Sicuramente rappresenta la chiave di lettura scelta dal gruppo, per questo secondo esordio, ma non l’unica. Il 30 giugno, e per la sola settimana a seguire, è stato lanciato on line (in free download) dal sito ufficiale dei Verve il brano inedito – e destinato a restare tale – Mover. Eseguito per la prima volta live nel 1994, il pezzo trasuda l’energia e la freschezza di quel rock lasciato all’improvvisazione e alla naturalezza, marchio inconfondibile dei suoni della band. La decisione di fermarlo attraverso la registrazione e quindi la diffusione, sebbene limitata, proprio in questa fase, non può essere così casuale: sembra quasi l’offerta di sfumature e sapori in grado di impegnare aspetti completamente differenti in chi ascolta. I Verve si lasciano così assaggiare, incuriosendo, e lasciando in bocca il gusto dolce-amaro del rumore e dell’attesa per esso.
(Trackilist: 01.Sit And Wonder; 02.Love Is Noise; 03.Rather Be; 04.Judas; 05.Numbness; 06.I See Houses;07. Noise Epic; 08.Valium Skies; 09.Columbo; 10.Appalachian Springs)
Credits
Label: Parlophone/EMI – 2008
Line-up: Richard Ashcroft (voce) – Simon Jones (basso) – Nick McCabe (chitarra) – Peter Salisbury (batteria)
Tracklist:
- Love is noise
Links:Sito Ufficiale,MySpace
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