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Motley Crue – Saints of Los Angeles

I Motley Crue, come tante altre band metal e hard rock del loro tempo, hanno avuto un successo planetario. Che si considerino dei professionisti del genere o dei parrucconi un po’ trash intrappolati nello stereotipo della rockstar i loro 60 milioni di dischi li hanno anche venduti. Saints of Los Angeles è l’ultima fatica della band che, dopo essere passata tra cambi di formazione, guai con i soliti eccessi e un processo all’ormai più divo che musicista Tommy Lee, ha deciso di riproporsi con 13 (e dico 13) pezzi decisamente orecchiabili. Per chi si ricorda Girls Girls Girls (uscito nell’87) e il famosissimo Dr.Feelgood (di due anni dopo) sarà facile ricomporre il puzzle del nuovo lavoro in un quadro di schitarrate pesanti e ritornelli accattivanti. I Motley Crue non sono mai stati l’élite del rock duro, ma hanno sempre avuto moltissimi fans e per questo l’idea di quest’album mi sembra più che azzeccata, anche a vent’anni di distanza. In perfetto stile hollywoodiano, la prima traccia LAMF è un monito e un benvenuto nella città delle opportunità vane, in cui molti cadono e pochi si rialzano, dove gli angeli sono solo attraenti ma mai confortanti. Testo impegnato e degno della vita che si sono scelti, si procede con tre pezzi piuttosto ripetitivi fino a quella che dà il nome all’album, un bello scossone anni ottanta, da capelli cotonati e cantate di gruppo. The animal in me è stata una scoperta interessante perché, al di là del titolo fuorviante, si tratta di una ballata piuttosto introspettiva, anche se è un po’ strano pensare il gruppo in questi termini, comunque una storia da raccontare ce l’hanno… che diano il via dunque alle riflessioni sul passato. Mutherfucker of the year somiglia vagamente ad un pezzo degli Weezer, che però sono più giovani, con un tempo differente e davvero poco adatta ai cosiddetti tempi moderni. Belle invece Just another Psycho e Goin’ out swinging, la prima quasi impossibile da dimenticare, mentre la seconda (forse la più complicata a livello strumentale) sorprende per velocità, tanto da far riflettere sul fatto che sia stata piazzata in coda. In apertura avrebbe fatto tutto un altro effetto. Sempre in forma Lee alla batteria, e qui si scopre con piacere che non ha smesso di saper suonare, insieme a Vince Neil che (su supporto quantomeno) sembra aver criogenato le corde vocali perchè la voce è sempre la stessa, rotonda e dannatamente hard. Si può togliere un gruppo dagli anni ottanta, ma non togliere gli anni ottanta da un gruppo… e poco importa se S.O.L.A. letto in italiano fa mal sperare! Bentornati Crue!

Credits

Label: Motley – 2008

Line-up: Vince Neil (voce) – Mick Mars (chitarra) – Nikky Sixx (basso)- Tommy Lee (batteria, tastiere)

Tracklist:

  1. L.A.M.F
  2. Face Down In The Dirt
  3. What’s It Gonna Take
  4. Down At The Whiskey
  5. Saints of Los Angeles
  6. Mutherfucker Of The Year
  7. The Animal In Me
  8. Welcome To The Machine
  9. Just Another Psycho
  10. Chicks = Trouble
  11. This Ain’t A Love Song
  12. White Trash Circus
  13. Goin’ Out Swinging

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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