Note soffici che sanno cullare ed avvolgere fino ad accarezzare: la musica dei Dora Markus è come un viaggio. Penso al treno, al suo vibrare continuo capace di dare sicurezza, alle immagini del paesaggio che scorrono senza che si possano assaporare i dettagli se non l’essenza del tutto. Di quegli sguardi furtivi fuori dal finestrino rimangono poche cose: il sole, il verde, il rosso o l’azzurro del cielo. Di notte, solo le luci come lampi orizzontali o come stelle a bassa quota. Queste sono le sensazioni respirate ascoltando le note del quartetto emiliano-romagnolo. Lea delicatezza e la dolcezza, la sobrietà e la poesia. LostHighways mescola i propri viaggi a quelli magici della band e prova a scoprirne le prossime mete.
Dopo l’ep Qualcuno, l’atteso album Tutto comincia domani sta per arrivare: cosa dovremo aspettarci da questo nuovo viaggio? E quando avrà inizio?
Ehi, grazie! Le registrazioni dell’album sono quasi ultimate. Facciamo tutto in casa, non abbiamo label, contratti ecc… quindi si tratta più che altro di decidere quando considerare le canzoni finite. Presumibilmente entro fine estate dovremmo esserci, se non perdiamo troppo tempo al mare. Tutto comincia domani conterrà una dozzina di canzoni, 50 minuti di musica, cose che risalgono al 2003, altre recentissime. Sicuramente un viaggio nel tempo, per noi.
Dai quattro brani del vostro Ep pare evidente che la caratteristica distintiva dei Dora Markus sia sicuramente la dolcezza delle tematiche e delle atmosfere, sempre in perfetto equilibrio tra rock e pop. Il nuovo album confermerà questa scelta di contenuti dipingendo i brani con tinte calde?
Le sonorità rispecchiano abbastanza quelle dell’Ep: le canzoni sono state registrate in gran parte nell’ultimo anno, quindi c’è una linea e un suono comune. Sul disco c’è maggiore varietà, più canzoni, un pezzo jazzato, uno strumentale, qualcosa chitarra e voce… alla fine forse sono tutti piccoli omaggi alla musica che più ci piace. Penso ai Lambchop, ai Beatles, a Vinicio…
Quando la vostra musica bussò la prima volta al mio pc, rimasi stupito e felice. In Italia attualmente è vivo un filone di musica tenue che sa scavare nel profondo senza dover necessariamente urlare. La trovo una cosa magnifica in una società in cui il più delle volte i media, invece che offrire la propria voce a chi è semi-afono, amplifica ancora di più le solite scimmie urlatrici. Un continuo urlare più forte del proprio vicino… come vi sentite in questo ambiente in cui è faticoso trovare spazi con gentilezza e discrezione?
Il problema è che la nostra sala prove è piccola. Per capire qualcosa di quello che facciamo tocca suonare piano! Per noi è questione di canzoni: se sono belle arrivano prima o poi, urlate o sussurrate che siano. Nel disco (e così anche nell’Ep) ci siamo concentrati sulle atmosfere, sul suono, mentre dal vivo privilegiamo le dinamiche e l’impatto, sudando di più e anche urlando quando serve.
Quando prima parlavo di “un filone di musica che sa scavare senza urlare” mi riferivo a molti vostri colleghi/amici: penso ad Amycanbe, a Giuliano Dottori, a Benvegnù (che tra i tanti, insieme a Beatles, Mina e Velvet Underground, appare tra le “vostre influenze” su MySpace). Cosa pensate di questa realtà tutta italiana? Vi identificate in questo panorama?
E’ una bellissima realtà, anche se non so quanto coesa. Sicuramente parli di gente bravissima ed oltre ai nomi che citi penso a Dente e ai grandissimi Annie Hall che abbiamo conosciuto proprio grazie a Giuliano Dottori in occasione del festival Musica Distesa dell’anno scorso. Penso che il denominatore comune sia la voglia di far canzoni belle, la ricerca delle atmosfere… poi è chiaro: ognuno ha la propria sensibilità e la propria voce.
Ritornando al vostro primo album di prossima uscita, non si può non parlare di promozione e metodologie di pubblicazione in un periodo in cui la tecnologia mette a disposizione degli artisti un numero illimitato di possibilità. Cosa scegliete per la vostra musica? Quali motivazioni filosofiche o pratiche vi hanno spinto? La musica ha ancora un significato materiale o l’impalpabile MB la vince?
Tenere un disco in mano non è proprio come avere un mp3 nella libreria di iTunes… eppure l’impalbabile stringa di byte spesso vince per ragioni pratiche ed economiche. Per ora il nostro Ep è in distribuzione esclusivamente digitale tramite iTunes Music Store; il Cd vero e proprio lo vendiamo ai concerti e a chi ci scrive sul sito. Questo non toglie che l’ideale sarebbe stampare vinili, da toccare, annusare, guardare ascoltando la musica… Ovviamente in questo momento sono le motivazioni pratiche a guidare le nostre scelte.
Dopo aver parlato di tecnologia facciamo un salto nel tempo: Dora Markus, le sue gambe, la penna di Eugenio Montale… cosa più vi ha affascinato per la scelta del nome della vostra band? Come e quando nacque tutto quanto?
Nasce in una mansarda bolognese, dove un gruppo di amici si ritrova per condividere storie, musica e vino. Una ragazza legge una poesia di Montale; i versi “non so come stremata tu resisti / in questo lago / di indifferenza ch’è il tuo cuore” si stampano nel cervello. In sala prove Dora Markus vince nettamente ai voti contro gli altri nomi candidati (veramente indecenti a ripensarci, a parte Pancia!)
La vostra delicatezza musicale in perfetta sintonia con i testi delle canzoni, a mio parere, trova in Splendidi nuovi errori la sua sintesi, celando ambiguità e svelando realtà. Il dubbio, l’incertezza, la fragilità fuse in semplici parole: “ecco la novità / che ci rimette in piedi / lucidi e nuovi per / splendidi nuovi errori”. Secondo i Dora Markus quali sono gli unici splendidi nuovi errori che è sicuramente bene commettere?
La Nutella, le sigarette con la birra quando si ha smesso di fumare da due anni, vestirsi male, i concerti nel salotto, non considerare mai una canzone finita, fidarsi.
Ora una frase. Solo una, per farci pregustare il nuovo album.
Da ottobre, in tutti i migliori negozi di dischi! E anche prima, sul nostro MySpace! (Non so mica rispondere a questa domanda!) Grazie e a presto!
Grazie a voi! In bocca al lupo Dora Markus!
Splendidi nuovi errori – Preview
Sempre eccellente esploratore il nostro Emanuele… Bella intervista!