Home / Editoriali / Red shoes near my bed: intervista a Fabio Dondelli (Annie Hall)

Red shoes near my bed: intervista a Fabio Dondelli (Annie Hall)

La leggerezza che nasce dalla malinconia, dal gusto amaro trattenuto molte volte, dalla consapevolezza della finetezza dei vortici emotivi che uniscono e poi scaraventano lontano. Gli Annie Hall accarezzano l’amore, lo annusano, lo affidano al ricordo e poi sanno giocarci, senza apparente pressione o compressione. Scelgono l’amore (anche) e tutte le sfumature per liberarlo nelle parole che abbozzano immagini, impressioni, sospensioni… tra note soffici, morbide che sfiorano gli scivoli del pop, le conche del folk. Svestono la complessità bugiarda e spiano la melodia sincera, pulita. Cloud Cuckoo Land (Pippola Music, 2007) è un libro di racconti brevi, dolci, immediati ma curati. Tra lumache, tartarughe e bradipi LostHighways incontra Fabio Dondelli per puntare un po’ il naso verso il cielo tra profondità e allegria.

Il vostro nome. Il titolo di un film. Un film che gioca col paradosso dell’amore. Un film che tratta la fine dell’amore come un prevedibile imprevisto…
Hai usato una bella definizione. Per noi è stata una folgorazione. Un film che gioca sull’irrazionalità dell’amore e sui nostri continui tentativi di renderlo razionale, di farsi domande e cercare risposte che tanto poi non troverai mai. Se lo guardi alla fine di una storia d’amore ti consola, se lo guardi all’inizio ti fa ragionare e sognare al tempo stesso (praticamente impossibile), se lo guardi durante ti dà fiducia… e ti fa sorridere.

L’ironia e la malinconia (però). Il pop, il folk, pizzichi al jazz. Testi e strutture sonore sfiorano con leggerezza, ma lasciano sedimentare un gusto amaro…
Beh sì, la vena malinconica nonostante tutto è una nostra caratteristica… quella malinconia romantica che poi si cerca di sdrammatizzare facendo i coglioni sul palco… e devo dire che spesso ci si riesce senza troppi sforzi!

La semplicità che scorre tra le tracce di Cloud Cuckoo Land si nutre di attenzione alla melodia delicata, di arrangiamenti accurati. Eppure l’immediatezza e la spontaneità non sono scalfite. Gli Annie Hall sembrano voler raccontarsi come un gruppo che vive la propria Musica come un istinto, senza forzature…
È molto bello quello che dici, mi lusinga. I nostri riferimenti sono chiari, alla luce del sole… la cosa che ci caratterizza è forse il non voler creare per forza qualcosa di nuovo e rivoluzionario (non siamo i tipi e sinceramente non ne saremmo in grado!) ma ci si limita a far proprie le lezioni del passato cercando di dare la giusta importanza alla storia… ed è per questo che ci risulta tutto abbastanza naturale. E ovviamente siamo grandi amanti delle melodie, delle cose delicate e morbide… tipo il borotalco o l’odore del burro cacao… ma anche il manzo all’olio per esempio.

Questa immediatezza definisce la bolla della vostra condizione naturale… quella live…
Sì, probabilmente hai ragione. Finora siamo stati una band molto più da live che da studio… per ovvie questioni di tempo in primis, ma per anche per abitudine, attitudine e gusto direi. Ma non si finisce mai di imparare. Ora stiamo per entrare in studio e prevedo un lavoro decisamente diverso rispetto al passato, almeno come approccio alle cose. Siamo molto motivati e abbiamo voglia di confrontarci anche alla luce delle esperienze fatte finora, delle persone che abbiamo conosciuto e di tutti i musicisti con cui abbiamo avuto il piacere e la fortuna di collaborare.

Se ti chiedessi di descrivermi il sapore dei vostri testi (Ghosts’ Legs, in primis)?
Ghosts’ Legs
(ora che ci penso non so di preciso perché questa canzone si chiami così) è una canzone d’amore che non c’è più ma che ormai è acqua passata. Capita a tutti, no?
La domanda sui testi mi mette sempre un po’ in difficoltà… probabilmente perché non essendo troppo ragionati spesso si sta più attenti alla forma che al contenuto. Lo ammetto: sono una persona vuota e priva di valori!
Cioè diciamo che in generale i testi quando “suonano” bene vanno bene… a volte si può pure dire un sacco di vaccate però se suona bene ci sta… è pop.

Cloud Cuckoo Land ha ricevuto ottimi consensi di pubblico e stampa, arrivando anche ad una ristampa per il mercato estero…
Sì, ed è stata una bellissima soddisfazione innanzitutto perché il disco (anche se ora è già “vecchio”) rispecchia abbastanza quello che siamo e che facciamo… e non è poi così scontato. E poi perché comunque sono arrivate alla gente le Canzoni, questa alla fine è la cosa a cui teniamo di più.

C’è un pezzo cui siete legati per un motivo speciale?
Beh, direi Ghosts’ Legs. E’ la prima canzone che abbiamo suonato insieme, il primo singolo, c’è dentro un po’ di malinconia, un po’ di campagna, un po’ di pop, folk… ci si rispecchia parecchio… e ci divertiamo sempre un sacco quando la suoniamo.

Mi spieghi perché a pelle mi piace tantissimo Gone For good?!
Perché sei una romanticona e piangi alla fine dei film d’amore?!

Un po’ sì, è vero!
Elliott Smith sembra avervi regalato dolcissimi colori che avete però saputo diluire fino ad inventare sfumature del tutto personali. Come avete incrociato la sua magia?

Credo che, al di là delle suggestioni, Elliott Smith sia stato uno dei talenti più puri e cristallini degli ultimi anni. Era riuscito a conglobare nella sua musica tutta una vita di influenze con un gusto fuori dal tempo, innovativo per certe cose, tradizionalissimo per altre. I suoi dischi non possono lasciarti indifferente… e così è stato per noi… anche se in maniera del tutto naturale e non voluta.

La morbidezza, la sobrietà, il garbo delle vostre composizioni e non solo! Vi divertite! E lo comunicate in un modo godibilissimo… il Ricettario di Natale è stata una trovata molto carina. Penso anche alla cover degli Wham: Wake Me Up Before You Go-Go (in free download dal vostro MySpace e trasmessa da Radio2), gli avete fatto il solletico! E’ splendida… Mi racconti di questa scelta?
Fondamentalmente siamo dei buontemponi (credo di non aver mai usato questo termine), è questa la verità. Il ricettario di Natale è stata un’idea della Pippola (anche loro come potrai immaginare non si prendono molto sul serio!) e sono molto orgoglioso perché c’è finita dentro pure la ricetta di mia nonna… i casonsei con la zucca (da paura!).
La cover degli Wham! è nata in un paio di giorni perché Radio2 appunto ci aveva chiesto una cover per Dispenser e noi, non avendone una pronta, ce la siamo dovuta inventare al momento. Il giorno stesso nel tragitto che mi porta dall’ufficio alla sala prove proprio su Radio2 ho sentito la versione originale di Wake Me Up… mi è rimasta in testa e non riuscivo a smettere di cantarla. In 3-4 ore l’abbiamo provata e registrata… e ci siamo divertiti come dei bambini, lo ammetto!

Gli Annie Hall consigliano di andare adagio. Quale potrebbe essere una cover per il bradipo che fa un baffo alla tartaruga di Zenone?!
Saturday Sun
di Nick Drake è la prima a cui ho pensato… però ti direi anche I See A Darkness di Bonnie Prince Billy… e mi fermo altrimenti non smetto più!

Tra le nuvole morbide del cielo indie del nostro paese si lasciano cadere gocce di una pioggia di note molto piacevoli. Fammi dei nomi! Cosa e chi ti piace?
Mi piacciono i musicisti e i gruppi che si atteggiano poco, che sanno suonare con gusto e lo fanno con sincerità. E secondo me non ce ne sono poi tanti… trovo che nel “cielo indie” ci siano decisamente troppe nuvole, ecco.
Vado con i nomi: Le Man Avec Les Lunettes, FakeP, Ettore Giuradei, Amycanbe, Dora Markus, Prospekt, Dente… altra roba che ora non mi viene… ma non è tantissima comunque.

La Musica. Cosa rappresenta per gli Annie Hall? Al di là dei dischi, delle prove, dei concerti…
Sarebbe troppo romantico e scontato dire che è il motore di tutto quello che facciamo? Cioè io faccio l’impiegato per capirci… non riuscirei mai a stare dietro questa scrivania se fuori da questo ufficio non avessi una motivazione veramente forte che mi tiene vivo e attivo. Diciamo che farei anche volentieri a meno di venire in ufficio, ma sai… faccio ancora parte di quelle persone che pagano l’affitto, il gas, la luce, la benzina… figo no?!

Quello che dici non è scontato, anzi. Per il futuro cosa avete in programma sulla mongolfiera della Pippola Music?
Beh… partirei con un secondo disco in uscita per l’anno prossimo… poi il resto chi lo sa.

Grazie… e lentezza sia!
Grazie a te, a presto!

Ghost’s Legs – Preview

Ti potrebbe interessare...

The Smile @ Auditorium Roma - Photo Kimberley Ross

The Smile @ Roma Summer Fest, 24 giugno 2024

Arriviamo in trasferta da Napoli poco dopo l’apertura dei cancelli. È una fresca serata estiva, contrariamente …

Leave a Reply