I Saint Lips sono cinque ragazzi giovanissimi di Roma. Provengono da varie esperienze musicali e si sono uniti per regalarci Like Petals, il loro disco d’esordio prodotto e mixato da Alessandro Sportelli, Alessandro Paolucci e Marco Simoncelli, registrato presso il West Link di Pisa e pubblicato in marzo per la Bagana Records di Milano. Sono riusciti a sdoganare la loro musica pubblicando il disco anche negli Stati Uniti per l’etichetta Renaissance Records e attirando l’attenzione anche di nomi che hanno un certo spessore nel panorama musicale internazionale (Steve Fisk, Pixies). Incrociamo le parole di Marco Simoncelli, chitarrista della band e autore dei testi.
Provenite tutti da realtà abbastanza diverse: gruppi punk/grunge, brit-rock, una cover band dedicata ai Placebo. Come vi siete incontrati e da cosa è nata l’idea di unire le vostre forze in un’unica band?
In modo veramente semplice e naturale… avevo delle canzoni e le ho proposte ad altri tipacci loschi che sembrano avere accettato!
Quali sono stati gli ascolti che vi hanno influenzato maggiormente e che hanno contribuito a creare il sound dei Saint Lips?
Tutto l’indie rock anni ’90. Smashing Pumpkins, Pixies, Breeders, Nirvana, Pj Harvey. Più tutti i gruppi e gli artisti classici della storia del Rock ‘n’ Roll.
Nella vostra pagina Myspace si può leggere il commento che vi ha lasciato uno dei cosiddetti “grandi” della musica mondiale, Steve Fisk. Immagino l’emozione nel leggerlo…
Per la nostra musica è stata un’approvazione importante ricevuta dall’alto, siamo stati molto felici. I Pixies ci hanno messo nella top friends list del loro space. Richard Presley, ex chitarrista dei Breeders, ci ha scritto un commento splendido riguardo la nostra musica.
Abbiamo avuto diversi esempi di band che sono passate dai testi in inglese all’italiano. Tra queste ci sono gli Afterhours e a tal proposito Manuel Agnelli ha dichiarato che si sono trovati ad un bivio: rimanere l’ennesimo gruppo rock’n’roll o aspirare a qualcosa di più stimolante. Voi invece avete scelto la lingua anglosassone per esprimervi. Ci potete spiegare il perché di questa decisione?
Credo che l’inglese sia la lingua del Rock ‘n’ Roll.
Per la realizzazione del primo vostro video, Again, avete lavorato con il regista John Morrison. Qual è il vostro rapporto con i videoclip? Quanta importanza gli attribuite?
E’ stimolante lavorare per i video… credo che tirare fuori l’anima e l’essenza della musica e dei componenti del gruppo sia fondamentale per un video. Non è semplice però è l’obiettivo che il gruppo dovrebbe prefissarsi.
Il vostro disco è stato pubblicato anche negli Stati Uniti dall’etichetta Renaissance Records e distribuito dalla Koch. Com’è andata? Come siete stati accolti lì?
La promozione è ancora in atto, abbiamo ricevuto delle buone recensioni e il sito di Billboard ci ha dedicato una pagina. Vediamo se ci sarà un tour prossimamente negli States… aggiorneremo comunque tutto sul nostro space.
Quando avremo il piacere di poter godere della vostra energia anche dal vivo?
Abbiamo aperto i concerti a Roma dei Devastations e Sons And Daughters, penso che la nostra attività live sarà ripresa a settembre in Italia.
Sono molti gli artisti che hanno deciso di regalare i loro album ai fans tramite il free-download. Alcuni, come i Nine Inch Nails, lo fanno come gesto di “ribellione” nei confronti delle major, ma nel caso di band emergenti diventa una vera e propria scelta dettata soprattutto dalla speranza di riuscire ad avvicinare il maggior numero possibile di utenti, considerate le carenze del mercato discografico. Voi cosa ne pensate? Qual è il vostro rapporto con la rete?
Credo che sia importante sfruttare la rete perché è un mezzo di comunicazione molto potente ed efficace per la diffusione della musica. Per un gruppo è di fondamentale importanza promuovere il proprio lavoro attraverso la rete perché si ha la possibilità di essere ascoltati. Un percorso necessario.
Un’ultima domanda: tra gli artisti italiani chi pensate sia degno di nota?
Afterhours su tutti, poi Verdena, CCCP/CSI, Marlene Kuntz, i Diaframma con Miro Sassolini, Battisti, Rino Gaetano, Vasco, Zucchero, Mina. Per la scena emergente sono molto interessanti gli A Toys Orchestra ed è molto bello il singolo dei Les Fauves presente nella colonna sonora del film Non pensarci.
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