“Nel cielo passano le nuvole / che vanno verso il mare, / sembrano fazzoletti bianchi / che salutano il nostro amore.” (Dio, Come Ti Amo, 1966) E come le nuvole, anche le note passano e vanno via, solo le orecchie dell’anima riescono a catturarle e a trattenerle. E così capita che ti emozioni e ti ritrovi a scrivere di Domenico Modugno e di quella Nel Blu Dipinto Di Blu che da cinquant’anni fa cantare tutto il mondo. Ma perché un web-magazine che si occupa del mondo indie dovrebbe dare spazio a un autore così “vecchio” e alla canzone italiana che ha venduto di più in tutta la storia della musica? Semplicemente perché è impossibile ignorare Modugno se si vuole parlare di musica.
La storia di Domenico Modugno è quella di un uomo che definiva il mare “il suo liquido amniotico”. E’ considerato il primo vero cantautore italiano, ma era molto di più.
Nasce il 9 gennaio 1928 a Polignano a Mare, ma più tardi si trasferirà in provincia di Brindisi, dove imparerà il dialetto vernacolo sanpietrano (simile al siciliano) che utilizzerà per scrivere le sue prime canzoni. Nell’adolescenza impara a suonare la chitarra e la fisarmonica e nel 1945 compone le sue due prime canzoni, che tuttavia non inciderà mai. Scrive anche alcune poesie (più tardi collaborerà anche con Pasolini e Quasimodo) che fa stampare dal padre di un suo amico. Già da allora veniva evidenziata la sua poliedricità, caratteristica che ne farà un artista a 360 gradi. La carriera di Modugno inizia come attore, prima a Torino e poi a Roma, dove si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia, alla scuola per attori, riuscendo a vincere una borsa di studio da cinquantamila lire al mese. Iniziano anche le sue esibizioni come cantante con brani di sua composizione in dialetto salentino e brani popolari. Nel film Carica Eroica di Francesco De Robertis Modugno canta una canzone popolare di San Pietro Vernotico: Ninna Nanna, brano che gli apre le porte della radio. Viene chiamato alla trasmissione Trampolino per presentarla e attira l’attenzione del direttore del secondo canale, Fulvio Palmieri, il quale gli propone di ideare e condurre una trasmissione musicale in quattro puntate. Alla fine del 1953 Modugno ottiene un contratto discografico con l’RCA Italiana con cui inizia a pubblicare i primi dischi a 78 e a 45 giri con canzoni composte in dialetto salentino e siciliano. Per questi primi brani si ispira al folklore di queste due regioni ed è forse anche per questo che molti iniziano a credere che Modugno sia siciliano. “Una notte, quando avevo tre anni, a Polignano a Mare, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere: fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la musica per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni: il cantastorie stava dentro di me, non era una scelta precisa”. Ecco come spiegava il suo amore per la musica, con l’immagine poetica di un bambino che sogna cullato da note che sanno di magia. E di poesia sono intrisi anche i suoi testi. Chi non si è perso a sognare dietro “un attimo d’amore che mai più ritornerà” (Vecchio Frack, 1955)? Chi non ha mai detto “Nu’ me ‘mporta dô passato, / nu’ me ‘mporta ‘e chi t’ha avuto” (Resta Cu ‘Mme, 1957)? Ma sicuramente il vero exploit di Modugno avvenne nel 1958, quando aprendo le braccia sul palco del teatro Ariston ci invita a “Volare, oh, oh / Cantare, oh, oh, oh, oh” e incanta il mondo intero. Nasceva così Mr. Volare. Il mondo scopriva un artista nuovo, originale, estroso, che interpretava le sue canzoni, che rideva di quelli che cantavano stando tutti impettiti. Nel Blu Dipinto Di Blu vince Sanremo, arriva terza all’Eurofestival e vince tre Premi Grammy (Modugno fu per molti anni l’unico italiano a vincere quel premio), uno come disco dell’anno, uno come canzone dell’anno ed uno come miglior interprete del 1958. Anche il Cash Box Bilboard gli conferì l’Oscar per la migliore canzone dell’anno e ricevette in dono dalle industrie musicali tre dischi d’oro, uno per il migliore cantante, uno per la migliore canzone e uno per il disco più venduto. E fu così che Nel Blu Dipinto Di Blu fece innamorare il mondo intero, che ancora oggi la canta e la considera il vero simbolo della canzone italiana. “In una stazione radio del Michigan o dell’Indiana, chi si ricorda, arrivò un signore con il disco mio e lo mandò in onda: il giorno dopo si ebbero duemila telefonate di gente che voleva risentirlo. Lo rimandò in onda: il giorno appresso altre duemila telefonate. L’exploit di Volare nacque così.” Con queste parole Modugno spiegava il successo del suo brano in America. “Mille violini suonati dal vento, / tutti i colori dell’arcobaleno vanno a fermare una pioggia d’argento, / ma piove, piove sul nostro amor” (Piove, 1959) Con queste parole Modugno conquista un’altra volta la platea di Sanremo, ripetendosi nel 1962 con Addio… Addio… e nel 1966 con quella che considero la più bella canzone d’amore mai scritta: Dio, Come Ti Amo. Con questa poesia “Tu sì ‘na cosa grande pe’me / ‘na cosa ca tu stessa non saie / ‘na cosa ca nun aggio avuto maie / ‘nu bene accussì, accussì grande” (Tu Si’ ‘Na Cosa Grande) vince il Festival di Napoli del 1964. Meraviglioso (1968), La Lontananza (1970), Amara Terra Mia (1973) sono brani che hanno contribuito a fare di Modugno uno degli autori e interpreti italiani più apprezzati nel mondo, ma quel volo “nel blu, dipinto di blu” rimane e rimmarà sempre il suo regalo più bello. Domenico Modugno fu colpito da un ictus nel marzo del 1984, ma riuscì a riprendersi, anche se non totalmente, tanto da calcare nuovamente le scene per regalare emozioni sempre nuove a quelli che ancora oggi amano le sue canzoni. Il 6 agosto 1994 venne stroncato da un infarto a Lampedusa, vicino a quel mare che amava tanto. “Penso che un sogno così non ritorni mai più”. Credo anch’io che difficilmente nascerà un altro Mr. Volare. Mimmo se n’è andato, ma la sua musica, le sue emozioni rimarranno per sempre a ricordarci chi è stato il primo vero cantautore italiano.