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Il liberismo ha i giorni contati a Berlino: intervista a Francesco Bianconi (Baustelle)

Qual è il segreto del vivere? Inseguire il desiderio del desiderio che ci impone l’occidente con l’alchimia del liberismo. Farci pilotare dalla Televisione? Cantare canzoni come Charlie fa surf per il ritornello accattivante e non per il messaggio che porta in sè? E’ possibile amare come Dio? A queste domande e ad altre Francesco Bianconi, songwriter e voce dei Baustelle, ha risposto in una telefonica on the road, con l’attenzione rivolta a Berlino dove sarà girato il prossimo video documentario sul tema Il liberismo ha i giorni contati. I Baustelle chiederanno ai Berlinesi se sono felici in questo occidente così organizzato socialmente ed economicamente. Dopo i Baustelle in Sicilia un”altra geniale ed originale scelta artistica di uno dei migliori gruppi in circolazione. Lo sperimentare pop che supera i confini della sfera musicale e  sfocia continuamente in altre arti perché essere artista significa esserlo a 360° ,come nel caso di Francesco Bianconi. Ecco una pagina molto intensa di LostHighways. (Si ringrazia Paolo Santoro – Casasonica; foto by Rosa D’Ettore)

Dopo i Baustelle in Sicilia ora i Baustelle a Berlino per promuovere il nuovo singolo, Il liberismo hai giorni contati. Per il video si è scelto ancora una volta la forma documentario: i Baustelle chiederanno ai Berlinesi se il liberismo ha davvero i giorni contati. Come nascono questi documentari in città diverse con queste interviste provocazione?
Nascono dall’idea di proporre una sorta di promozione alternativa rispetto alla solita trafila videoclip, singolo in radio, etc…  Un’idea nata grazie anche a temi importanti toccati dalle nostre canzoni come in Baudelaire in cui ci si interroga sul senso di rimanere vivi su questa terra. Quindi abbiamo deciso di  rivolgere questo domandone ai Siciliani e poi raccogliere tutte le risposte in un documentario da cui  trarre un videoclip. Quest’esperienza è risultata piacevolissima ed abbiamo deciso di bissarla con Il liberismo hai giorni contati e proporre un’altra domanda ma ai Berlinesi, e più in particolare  vogliamo chiedere: “Sei felice in un occidente culturalmente, socialmente ed economicamente organizzato in questo modo? “. Abbiamo scelto di realizzare questo documentario anche perché ci piace sperimentare altri linguaggi diversi da quello musicale… è divertente… abbiamo sempre seguito la cosa dei videoclip e ci piace complicarci la vita!

E’ interessante sapere perché la scelta di Berlino. Recentemente gli Afterhours sono usciti con il singolo Riprendere Berlino, David Bowie realizzò tre album fantastici in questa città. Cosa c’è di particolare a Berlino?
Berlino è stata storicamente la città dell’incrocio, una città divisa, una città al cui interno si contrapponevano due mondi, quello del Capitalismo e quello del socialismo reale. Questa cosa ha avuto sempre il suo fascino. Dopo la caduta del muro è diventata una città della speranza, nonostante sia una città occidentalizzata con i suoi difetti (quelli di cui parliamo in Amen) . Se vai in certi quartieri di Berlino senti questa speranza che in Italia non c’è più. Puoi vedere giovani coppie con il passeggino accanto ad un certo fermento culturale e musicale… magari finirà, il tempo spazzerà via questa speranza ma in questo momento Berlino è il simbolo di una speranza di rinascita contro la crisi dei valori dell’Occidente.

Una domanda al Francesco Bianconi songwriter. Ti cito Bob Dylan a proposito del mestiere di scrivere canzoni e voglio sapere cosa ne pensi, se ti ritrovi o meno…“Succede che uno vuole vedere le cose a modo suo, vuole vedere con i suoi occhi quello che si nasconde dietro la cortina di nebbia… bisogna riferire le stranezze che capitano e che si vedono. E’ necessario conoscere e capire qualcosa, ma anche andare oltre i particolari”.
Sono d’accordo anche se questa è una sua visione. Mi ritrovo in molti aspetti di questa definizione. Mi ritrovo nell’andare oltre i particolari, andare oltre… bisogna scrivere tanto e cercare di essere sempre fuori dalla norma. Devi essere sincero e allo stesso tempo fuori dalla norma. Diciamo che se non sei fuori dalla norma, sei fuori mercato e non ti guadagni l’attenzione di nessuno e se poi non sei sincero nessuno ti crede.

Domanda provocatoria. Quanti di quei ragazzi che saltano e cantano ai concerti Charlie fa surf hanno recepito il messaggio del brano e non si sono solo innamorati dal bellissimo uncino melodico della canzone?
Non so rispondere a questa domanda! Però spero che tutti questi Charlie, a cui piace il motivetto e che seguono i Baustelle perché magari è un gruppo figo che passa a MTV, un giorno a furia di cantare il motivetto qualche domanda se la pongano. Quando ero all’elementari cantavo a memoria le canzoni da La voce del padrone di Battiato senza capire niente, ma poi con il tempo ho cercato di capire ed ho ascoltato Beethoven o Sinistra, ho voluto scoprire cosa fosse la new wave italiana.Q uindi diciamo che non mi pongo proprio il problema, mi riallaccio al discorso di esseri sinceri nello scrivere una canzone: Charlie fa surf è il mio sguardo sincero sugli adolescenti di oggi. Che poi loro percepiscano o meno il messaggio è soltanto un loro problema.

A proposito di Amen, mi ha colpito il brano Alfredo dove si critica la spettacolarizzazione degli eventi drammatici della microstoria. Quanto la televisione incide su questa corsa dell’Occidente all’infelicità?
Il ruolo della televisione è cruciale in questa corsa.  E’ inutile dire che noi siamo un paese che è nato con la televisione. Tutti i Massmediologi e sociologi riconoscono i meriti di alfabetizzazione a trasmissioni come Lascia o raddoppia di Mike Bongiorno, questi stessi esperti difendono  la televisione attuale affermando che non fa male perché c’è la possibilità di cambiare con il telecomando. Io non ci credo. Mia nonna non può cambiare il canale. Io da bambino non potevo cambiare il canale davanti a quella tragedia di Alfredino. I miei la guradavano, non cambiavano perché quella cosa li terrorizzava, li angosciava ed io con gli occhi di bambino ho assistito a ciò. Sicuramente la televisione ha insegnato a parlare in italiano in questo paese ma ha anche insegnato a diventare brutali, ignoranti. Dopo il primo periodo di alfabetizzazione e di consolidamento, la televisione ha subito un riflusso odierno deleterio. Oggi guardare la televisione fa male. Oggi il 90% del palinsesto RAI e Mediaset fa male. Lo dico con seria convizione. Non bisognerebbe farla guardare ai ragazzini. C’è una degenerazione nata anche dalla tragedia di Vernicino.

Mi parli della collaborazione con Beatrice Antolini, un’artista eccezionale che nei prossimi mesi uscirà con un nuovo album?
Avevo letto una recensione e poi avevo preso il disco che mi è piaciuto molto. Poichè il progetto Amen doveva essere un caleidoscopio di influenze (un intento psichedelico di ospiti) ed avevamo un brano dove c’era bisogno di un piano honky tonk abbiamo provato a sentire se Beatrice fosse disposta a collaborare. E’ stata carinissima. E’ venuta in studio con noi.Una bellissima persona ed una grande musicista.

“Assomigliare a lucertole nel sole, amare come Dio“. E’ possibile amare come Dio? Questo è l’epilogo di speranza del disco Amen
Bisogna tendere a quello. La cosa che mi mantiene in vita è convincermi che c’è la possibilità di amare come Dio.

Ti ringrazio sinceramente.
Grazie a te.

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4 commenti

  1. Sempre argute le tue interviste.
    Questi sono gli scambi che fanno bene alla musica.
    Quella da ascoltare e quella da leggere.
    Grazie Vlady.

  2. Mi fa piacere leggere in queste parole, la normalità e l’umanità di Bianconi. Mi convinco sempre più che i Baustelle stiano seguendo la strada giusta: quella del dubbio. Dubbio per loro stessi e per chi li ascolta, domande che tutti, da esseri umani qualunque, ci poniamo allo stesso modo. Almeno in parte.

    La cosa che mi rattrista è che penso che, per risalire dal ritornello accattivante alla costruzione complessa, per comprendere cosa veramente vogliano dire alcune canzoni, alcune frasi, chi fossero alcuni personaggi raccontati, bisogna prendersi la briga di ascoltare bene, bisogna avere voglia di scoprire ed essere curiosi.

    Del loro tour di Amen ho seguito parecchie date e di Charlie che cantavano senza capire, ridevano sentendo pronunciare “sesso orale”, ne ho visti tanti. Ho visto anche qualcuno che, sulle note di Alfredo, muoveva l’accendino a tempo e ballava, come si trattasse di allegro valzer, non del respiro di un bambino che sta morendo.
    E alla fine mi chiedo quante persone oggi abbiano davvero voglia di ritrovare la propria curiosità, quand’è così facile lasciare che la tv sia interprete forzata dei nostri supposti desideri.

    Ma è davvero giusto pensare “Che poi loro percepiscano o meno il messaggio è soltanto un loro problema”?

    -Un’ottima intervista, hai toccato i punti giusti, grazie!-

  3. eh si concordo con l’ultimo punto di viola, non so se sia davvero giusto pensarla così… fa un po’ “me ne lavo le mani”…
    Bella intervista comunque :)

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