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Siamo in evoluzione: intervista ai Ciauda

Prosegue la serie di interviste realizzate da LostHighways agli ospiti della VII edizione dell’Atellana Festival. Dopo il concerto dei Ciauda abbiamo chiacchierato con Emanuele Di Giorgio (voce e chitarra) e Fabio Vassallo (basso e contrabbasso). Un breve viaggio con loro: dalla vittoria all’Atellana dello scorso anno a Unnè, il loro ep. I Ciauda ci raccontano della diffusione in radio del brano Unnè e della diffidenza nei confronti di un brano in siciliano, ma anche  dell’importanza della Sicilia nella loro musica. Una Sicilia che lo stesso Emanuele definisce colonna portante. (Foto by Rosa D’Ettore)

Cambiamenti per voi in questo anno dopo la vittoria all’Atellana Festival nel 2007?
Fabio: In quest’anno sono cambiate tantissime cose dentro e fuori di noi. La vittoria dello scorso anno all’Atellana Festival è stata sicuramente un trampolino verso tutto l’infinito in cui siamo proiettati adesso. Perché da qui sono nate altre collaborazioni. Abbiamo raggiunto altre forme di consapevolezza per poter continuare e per poter dare ancora di più a noi stessi e alla nostra musica. E sicuramente è stata una buona prospettiva questa dell’Atellana. Dall’anno scorso sono cambiate effettivamente tante cose, siamo in evoluzione.

Nel frattempo avete registrato anche Unnè, il vostro ep…
Emanuele: Dopo l’Atellana ci siamo avventurati e abbiamo registrati il disco. È stata un’esperienza particolare perché per un periodo siamo stati a Roma e proprio qui, dopo un concerto, abbiamo incontrato Geoff Westley che ci ha proposto una produzione all’estero dandoci delle dritte. Con lui non abbiamo fatto più niente, però sosteneva che un nostro brano avrebbe potuto funzionare tantissimo. Ci ha consigliato quindi di tornare in Sicilia per promuovere il brano Unnè, definendolo un capolavoro che avrebbe potuto avere un notevole riscontro sia nella nostra terra sia all’estero perché è fatto bene… nonostante sia in siciliano. Io ho seguito quelle parole. Però sai come ti senti? Pensi: io mi avventuro in questa esperienza! Perché sarebbe stato troppo scontato mandare un brano in italiano a livello nazionale da autoprodotti. E mandare il brano in siciliano all’inizio è stato difficile perché noi abbiamo provato a promuoverlo tramite mail con la spiegazione che Unnè era un inno alla sicilianità, ma all’inizio abbiamo trovato un muro. Un muro perché le radio non erano ben disposte a passarlo in siciliano perché i primi razzisti forse siamo noi che importiamo questo americanismo, tutta questa sta musica pop.

Poi questo muro è stato abbattuto dalla forza della vostra musica perché le radio hanno iniziato a trasmettere il brano…
Emanuele: Ad un certo punto parte una radio che passa il brano e poi la seconda e la terza fino ad arrivare a quindici o più radio. E la cosa incredibile è che a distanza di due mesi dall’uscita di Unnè abbiamo venduto già 1500 copie e per noi è un risultato pazzesco. Abbiamo fatto concerti nella provincia di Agrigento sulle montagne e una sera abbiamo venduto 50 copie:incredibile!  É una botta anche se alla fine io dico: botta mica tanto, perché ci abbiamo creduto e ci abbiamo lavorato tantissimo e alla fine la gente lo vede, lo sente, se ne accorge. Ciauda è questo: è musica della gente, si può fare in strada, nei salotti, nelle metropolitane. Coinvolge e stasera qua non conoscevamo nessuno e abbiamo avuto una calorosa risposta da parte del pubblico. Per un artista è il massimo.

Che ruolo ha la Sicilia nella vostra musica?
Emanuele: Diciamo che è lo zoccolo, la colonna portante. Inquadrare il genere è un po’ difficile, perché puoi dire etnico ma non è etnico, è folk…  un folk contemporaneo e chiaramente ha lo zoccolo, la matrice in  questa melodia, quest’anima sicula. Ci sono delle influenze retrò, delle parti blues, c’è un po’ di tutto. Alla fine è anche contaminazione. Io ho voluto dire folk contemporaneo, poi vediamo nei prossimi mesi cosa diranno di noi!

Cosa c’è nel futuro dei Ciauda?
Emanuele: A dicembre dovremmo uscire con il nostro album. E poi vorremmo andare anche all’estero, in Francia e in Spagna. Abbiamo dei contatti e speriamo bene. Per noi la cosa importante è riuscire a mantenerci leggeri.

Buona fortuna e grazie.
Grazie a te.

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