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Ballate Di Fine Inverno – Franco Fosca, Gianluca Bernardo, Giovanni Santese

“Storia anomala di un disco anomalo“: ecco come viene definita la nascita di quest’album da Gianluca Bernardo. Ballate di fine inverno nasce casualmente da quella che si potrebbe definire “una cena tra amici con un microfono al centro del tavolo“. Tutto ha inizio nel 2004, quando Gianluca Bernardo e Franco Fosca s’incontrano in un locale di Roma: Vicolo dei Musici, conosciuto come Folkosteria. Era un posto in cui spesso i musicisti si trovavano e improvvisavano “con l’idea che la musica può essere, molto semplicemente, una meravigliosa magia alla portata di tutti“. Bernardo suona lì con il suo gruppo di allora, i Rein, mentre Fosca ne è il direttore artistico. All’università, Bernardo incontra Santese che gli fa ascoltare alcuni brani. Un giorno, quasi per scherzo, registrano una sessione dal vivo di queste canzoni ed è così che nasce l’idea di inciderle in un disco. Conoscono Gianluca Gabrieli e fondano il Fronte Popolare per la Musica Libera, associazione il cui motto è “L’arte non è una merce!” e che tutt’oggi si occupa di promuovere nuovi gruppi. Dopo pochi giorni anche Franco Fosca aderisce al FPML. Viene pubblicato un cd che raccoglie i gruppi e gli artisti che hanno aderito in quelle prime settimane al FPML con il titolo Liberalarte!. Questa compilation contiene alcuni dei brani che andranno poi a comporre Ballate di fine inverno. Iniziano a pubblicare dischi attraverso il nuovo sistema delle Creative Commons grazie anche all’aiuto del Linux Club. Verso la fine del 2005 Ballate di fine inverno è praticamente finito già da parecchi mesi, ma manca ancora qualcosa. E’ così che al gruppo già numeroso di amici si unisce Franco Fosca. Alla fine dell’inverno del 2006 si riuniscono in una vecchia stalla ristrutturata e lì nasce definitivamente l’album. Un lavoro di 20 brani, edito con le licenze Creative Commons e liberalmente scaricabile, distribuibile e masterizzabile o acquistabile al prezzo di 5 Euro.
Ed è proprio questo l’odore che si sente ascoltando Ballate di fine inverno: odore di vino rosso, di ceppi che crepitano nel camino, di un gruppo di amici seduto intorno ad una chitarra a creare magia. Un chitarra acustica, un’armonica accompagnano le voci che si alternano in queste venti tracce nate quasi per caso. Parole che sanno di poesia. C’è la delicatezza mentre un “vento di settembre accarezza dolcemente / I miei ricordi neri e i tuoi capelli rossi / E se non fosse che un po’ me ne vergogno / Potrei anche dirti che sono così felice” (Settembre(#2)). C’è l’amarezza del capire che “è inutile sprecare il fiato per chi non può ascoltare / quando siamo sottoterra diventiamo tutti buoni” (Quando io morirò) e di quando si raggiunge la consapevolezza del fatto “che ogni cosa, anche la più insignificante / aveva in realtà un senso ben preciso, / ogni azione, ogni sguardo, ogni amore, / tutto faceva parte di un piano superiore” (Storia di una rivolta (parte I)). Queste Ballate di fine inverno sono venti fiocchi di neve delicati, sono venti mattine di foschia in cui perdersi. Sono parole che dicono “Nostalgia, nostalgia, nostalgia / È mai possibile che tu sia così mia” (Nasten’ka (storia di un’anarchica)) e si perdono nei ricordi di un Agosto dove scoprire che anche Barbara può riuscire a capire le tue canzoni, le tue “atroci vendette” o ne Il fumo degli anni 70 che “aveva lo stesso colore del mare”. Ascoltando queste Ballate di fine inverno ti ritrovi tra parole che raccontano di luoghi dove le “strade si allargano come grandi pianure” (Lei, le strade e la città), di rivoluzioni interiori, di religione (Fate bene fratelli), di Giordano Bruno (Giordano) per poi finire con la leggerezza de La canzone peggiore e i cori da osteria di Roma underground (1982).
Ballate di fine inverno racchiude tutto il meglio del cantautorato made in Italy. Sono venti tracce che volano via leggere come il fumo che esce dai camini, che t’innamorano e ti trascinano. Ballate di fine inverno è un album di quelli che ti fanno capire che senza far rumore, ma con la delicatezza di una chitarra acustica, di una fisarmonica o di un flauto è ancora possibile fare musica, regalare magia.

Credits

Label: Autoprodotto in collaborazione con l‘associazione Linux Club Italia – 2006

Line-up: Gianluca Bernardo (voce, chitarra acustica ed elettrica, organi e sintetizzatore, armonica, percussioni, basso) – Giovanni Santese (voce, chitarra acustica) – Franco Fosca (voce, chitarra acustica, armonica, flauto); Con la collaborazione di: Andrea Melucci (voce e percussioni traccia 3, fagiano traccia 20) – Anna Paola Iannucci (pianoforte traccia 2, 13) – Claudio “zietto” Bernardo (sax traccia 18, 19) – Claudio “pozio” Mancini (chitarre traccia 1, 3, 5, 6, 9, 10, 14, organo traccia 9) – Francesco “ferozza” Petetta (basso traccia 18) – Gabriele Petrella (cori traccia 1) – Gianluca Gabrieli (voce solista traccia 14, chitarra elettrica traccia 14, fagiano traccia 20) – Gianluca Mamone (chitarra elettrica traccia 2) – Luca (della vasca) (percussioni traccia 18) – Ludovico Takeshi (violoncello traccia 2, 11, 13, 15) – Marco Vallecoccia (chitarra acustica traccia 18, fischio traccia 18) – Pierluigi Toni (basso traccia 3, 4, 10, darbuka traccia 12, fagiano traccia 20) – Roberto Palermo (fisarmonica traccia 9, 11) – Valeria Barone (flauto traccia 8, 13); Registrato tra il 2004 e il 2006 presso il Cespa Sound di Roma e ultimato nel Febbraio del 2006 a Carpineto Romano (Rm). Fa eccezione Giordano, registrata nel 1999 da Franco Fosca; Registrato, mixato e masterizzato da Gianluca Bernardo; Progetto grafico di Gianluca Bernardo e Giovanni Santese; Foto in copertina Giovanni Santese

Tracklist:

  1. L’ultimo scritto
  2. Settembre (#2)
  3. Attento
  4. Quando io morirò
  5. Storia di una rivolta (parte I)
  6. Com’è
  7. Benvenuta nella mia stanza
  8. Un grido
  9. Nasten’ka (storia di un’anarchica)
  10. Agosto
  11. Quel che ho potuto
  12. Il fumo degli anni ’70
  13. I prati di San Paolo
  14. Lei, le strade e la città
  15. Fate bene fratelli
  16. Giordano
  17. Storia di una rivolta (parte II)
  18. Storia di una rivolta (parte III)
  19. La canzone peggiore
  20. Roma underground (1982)

Links:Sito Ufficiale – Album Free Download

Lei, le strade e la città – Preview

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Un solo commento

  1. che bravi che iete vi ascolto per la prima volta solo adesso!!! leggo che tra voi c’è un Santese come me!!! anch’io mi chiamo Santese, Marianna Santese, sono cantante da sempre non ricordo neanche più quando ho incominciato!!!! mi emozionate!!!
    http://www.facebook.com/home.php?

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