Quando incontrai Le Mani per la prima volta a Nichelino seguirne il soundcheck sembrava il preludio a qualcosa di davvero interessante. Il cielo però aveva altri programmi e decise di scatenarsi con tutta la sua furia attraverso una tromba d’aria di dimensioni apocalittiche. Strumentazione, palco, membri del gruppo lambiti da una pioggia battente e da una grandine impietosa. In queste situazioni ci si accorge di come si comportino realmente le persone al di là dell’impressione pubblica che possono dare, sono molto contenta dunque di aver percepito nelle singole unità che compongono i Le Mani una gran dose di umiltà e umanità. Dopo il grande successo con l’album In fondo del 2007, che conteneva la fortunatissima Stai bene come stai, a fine ottobre uscirà il loro nuovo album. LostHighways incontra il chitarrista della band per una piacevole chiacchierata.
Quanto amate la vostra idea di aver scelto le mani come appendici per rappresentarvi e quanto sopportate che la gente si diverta a fare i giochi di parole sul nome della band?
Siamo fieri di aver scelto Le Mani come nome della band. E’ una parola di uso comune, ermetica e che rappresenta l’essenza della nostra musica che sa accarezzare durante le ballate pop e sa colpire, graffiare e fare male durante i pezzi più rock. Il fatto che questo nome si presti a giochi di parole o altro sinceramente non ha mai costituito un problema, se poi le battute che vengono fuori sono simpatiche ci facciamo una bella risata, se sono di pessimo gusto ci facciamo una risata ancora più grassa.
La vostra biografia rivela che provenite da esperienze e progetti musicali differenti, comunque siete riusciti a incontrarvi e creare una nuova visione comune. Capita a molte band, se non tutte, di cambiare i componenti o di far parte poi di altri progetti. Come ci si reinventa e come si affrontano le nuove sfide in questo ambito?
Non c’è un metodo o un segreto per affrontare i capovolgimenti strutturali di una band. Come in generale non esistono nella vita quando le cose cambiano in maniera repentina. Quello che conta è la forza di volontà e la voglia di migliorarsi. Tante volte si iniziano ex novo dei progetti e solo alcuni vanno a buon termine. Probabilmente sono i migliori, quelli in cui si crede davvero, quelli in cui l’alchimia è perfetta, quelli in cui anche se ci sono più teste di mezzo, l’obbiettivo è comune, è unico. A Le Mani è successo questo.
2007, In fondo. Con cosa e come vi ha travolto il successo di Stai bene come stai e dell’intero disco? Cosa ha cambiato nei vostri ritmi e c’è qualcosa che avete perso che rivorreste indietro?
Il successo di Stai bene come stai e del disco In fondo ha solo aumentato la consapevolezza di noi stessi in quanto band. Ci ha dato la possibilità di esprimerci live grazie ad un tour di 50 date, che poi era la cosa alla quale tenevamo di più. Ci ha dato la sensazione di stare finalmente lavorando con la musica. Per il resto tutto è rimasto uguale. Siamo sempre gli stessi e la nostra vita resta sempre condita dallo stesso ingrediente, la musica. Per il momento non abbiamo perso niente, piuttosto ci sono tante cose che ci piacerebbe trovare, scoprire e vivere.
Parliamo del nuovo album, preceduto dal singolo e dal video Il giorno migliore che sta passando su tutte le reti musicali. Cosa ci potete dire del nuovo progetto e come mai avete scelto questo pezzo come “introduzione”?
Del nuovo disco posso dirti che siamo soddisfattissimi. Siamo convinti di aver fatto un gran bel lavoro. Siamo maturati molto sia singolarmente, come persone e come musicisti, sia a livello di band. L’abbiamo scritto in un anno, un anno di dispute e sacrifici ma ne è valsa la pena. E’ composto da 14 tracce. Per quanto riguarda i testi, tanto amore ma anche odio, introspezione, libertà, guerra e altro. Il titolo del disco è Anno Luce. L’anno luce è un’unità di misura utilizzata in astronomia per stabilire le distanze dei corpi celesti nello spazio. Precisamente è la distanza che la luce percorre nel vuoto in un anno. Le Mani si sono appropriati di questa definizione. Per noi l’anno luce è la distanza virtuale che le nostre idee, rappresentate nella copertina del disco da lampadine, hanno percorso in un anno. L’evoluzione delle nostre idee e della nostra musica nel corso dell’anno in cui abbiamo realizzato questo disco. La distanza misurata in anni luce è talmente elevata che spesso nell’universo le cose cambiano, nuove stelle nascono ed altre muoiono, e noi dalla terra non ce ne rendiamo conto immediatamente ma solo dopo tanto tempo. Anno luce è un auspicio di buon augurio. Tante cose cambiano, Le Mani ci sono e si sono evolute e speriamo che col tempo la gente possa notarlo. Abbiamo scelto Il giorno migliore come primo singolo semplicemente perchè l’avevamo deciso già quando la canzone è nata in sala prove. Ha sempre suonato come un singolo alle nostre orecchie. Ci ha entusiasmato dall’inizio. E poi ha un bpm sostenuto, ha una struttura tipicamente pop ma delle sonorità molto aggressive e quindi molto rock e, cosa molto importante, comunica un messaggio positivo e carico di ottimismo. Il modo giusto per iniziare dunque.
Avete un rapporto particolare con chi vi segue. Ho notato il contest che avete lanciato per scegliere il nome del nuovo disco. Un modo per coinvolgere chi vi ama nel vostro mondo?
Cerchiamo di essere molto vicini alla gente che ci segue e di avere un contatto. Non a caso il live resta il momento più appagante di questo lavoro proprio perchè ci permette di interagire con la gente. Cerchiamo poi di essere vicini a chi ci segue su internet tramite il sito ufficiale e il MySpace. Il contest su mtv è stato realizzato proprio in quest’ottica e devo dire che è stato davvero utile, visto che Anno Luce è stato proposto proprio da un ragazzo che ha partecipato al contest, se non sbaglio Claudio di Perugia. Naturalmente il tutto verrà poi ufficializzato su mtv.it
Obiettivi che non avete ancora raggiunto o i classici desideri per il futuro…
Il nostro sogno è quello di poter continuare a fare quello che stiamo facendo.
Grazie per il tempo dedicato e in bocca a lupo per tutto
Grazie!