I Non voglio che Clara nascono a Belluno e dopo varie autoproduzioni arrivano a pubblicare il primo disco ufficiale: Hotel Tivoli. La produzione però, anche se passata sotto un’etichetta come la Universal si avvale del talentuoso contributo di Fabio De Min e dell’etichetta portata avanti dal gruppo, l’Aiuola Dischi.
Ascoltare questo disco è come viaggiare nella solitudine e nelle esperienze di vita quotidiana. Realizzato tutto con pianoforte, chitarre acustiche e melodie retrò il progetto prende una direzione diversa rispetto al trend dell’attuale musica commerciale. Non ci sono strappi, nè bruschi cambiamenti di ritmo, le linee sono morbide, accompagnate dagli archi in Se ti senti sola, dalle corde pizzicate come ne I piani per il sabato sera o segnate da ritmi jazz tipici di un peregrinare stanco, ben definiti in Hotel Tivoli traccia che porta anche un nome indicativo, perchè la solitudine che viene descritta è quella tipica di chi viaggia, di chi non può fare a meno di pensare a quello che ha lasciato o che gli manca. Le paure sono le fobie del cambiamento che chiunque affronta, la volontà di cambiare e il terrore di farlo: “per quest’anno vorrei essere / una persona nuova / e saperti come prendere / per riprendere a sorridere / ma tu non fai sconti neanche di fronte al talento”. Quello con la telecamera è invece un turbinio di cimeli visivi, atmosfera da bar scuro e deserto e sussurro che concilia i pensieri. La vena emozionale di Hotel Tivoli sta nell’accompagnare e nel cullare l’ascoltatore, senza bisogno di artificiosi virtuosismi. Il cantautorato italiano a cui sono spesso ricondotti, e a cui fanno un eccellente tributo con L’ultima occasione di Mina, va da Luigi Tenco a De Andrè fino a Battisti. Loro scuotono la testa e sostengono che non hanno intenzione di ricreare lo stile, ma solo il bisogno di comunicare lo stesso straniamento e la stessa indecisione che spesso queste figure hanno saputo raccontare in modo egregio. Sembra che l’intento sia davvero riuscito perchè i pezzi sono solo sette, ma i testi hanno qualcosa di elaborato e continuativo, come la musica scritta su di uno spartito. Niente punteggiatura, poche pause e una brevità insolita che non si lascia andare in ritornelli cadenzati, bensì conduce per mano attraverso le storie che ogni traccia introduce.
Il gruppo ha dato vita ad un disco nel 2006 che portava il loro nome e l’ultima fatica risale al 2007 disponibile solo su vinile 7”. Tocco di raffinatezza che ci si aspettava da chi sa lavorare sempre con precisione e delicatezza, armonia e giusta distanza.
“Nella nostra musica c’è tutto del nostro nome: la componente femminile, l’esclusività, la negazione e la volontà”.
Credits
Label: Aiuola Dischi-Universal – 2004
Line-up: Fabio De Min (voce, pianoforte,chitarra acustica)- Stefano Scariot (chitarra elettrica, chitarra acustica)- Matteo Visigalli (basso)- Fabio Tesser (batteria)
Tracklist:
- Quello con la telecamera
- Hotel Tivoli
- I piani per il sabato sera
- Il nastro rosa
- Le paure
- L’ultima occasione
- Se ti senti sola
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