Il Rock’n’Roll è un locale che parla da solo. Parlano le sue pareti. Le pagine di riviste musicali che riempiono le sue pareti parlano la lingua universale del Rock. In tutte le sue sfumature. In tutte le sue pieghe. In tutte le sue derivazioni. In tutte le sue patrie. In tutte le sue strade interrotte. In tutte le sue deviazioni improvvise. In tutte le sue curve più brusche. E l’eco di queste voci si protrae fino al piano inferiore: lì, a questo vociare di sottofondo, si unisce un urlo che profuma di nuovo, specie tra quelle pareti intrise dell’aria stantia di Milano. È la voce inconfondibile di Gianluca Morelli a tradurre la lingua degli Emoglobe, sicuramente una delle proposte più interessanti sulla scena milanese.
Un piccolo palco e luci psichedeliche accompagnano il primo live targato Emoglobe. Non si fanno attendere, né loro né la potenza del loro rock. Fin dai primi pezzi, da sotto il palco si respira la grande energia di cui è capace il gruppo: la batteria sempre picchiata con l’eleganza propria dei rocker più esperti, la chitarra e il basso accarezzati con la violenza degna di musica concreta. Lo spazio ridotto non conosce limiti e sulle note di Fall non si trattiene nessuno: sul palco si salta, ci si agita, ci si lascia guidare dall’incondizionato rimbombare delle onde sonore emesse. Seguono i pezzi più tirati del primo disco, Emoglobe, senza nascondere le tracce lasciate dal recente tour estivo negli USA: il piglio sicuro, il movimento relativo di ogni membro sul palco, la forza dell’unità e il carisma del singolo non hanno nulla da invidiare ai grandi nomi d’Oltreoceano. L’acustica non sempre impeccabile offre l’occasione alla band di dimostrare ulteriormente le proprie capacità superando brillantemente l’ostacolo. Il live si muove in un crescendo continuo e a metà scaletta si raggiungono i livelli più alti da Killer Chic a Detuner e Almost. Il pubblico partecipa con curiosità e interesse, silenzioso ma mai immobile. È impossibile non farsi coinvolgere e trascinare. L’atmosfera non fa in tempo a farsi più raccolta intorno a brani come Ready e Pluto dall’andamento meno elettrico, che subito risale con la carica del primo singolo estratto Kill Me a condurre verso il finale della serata. Un’ottima serata, indubbiamente: la speranza verso qualcosa di innovativo bussa con grazia alle porte di Milano.