Credo sia estremamente difficile per un cantautore americano dei nostri giorni arrivare al nono album, mantenendo originalità e stile senza cadere in banalità o ripescaggi casuali di idee passate, proprie e non. Per un ragazzo di Seattle, cresciuto a pane e folk, ma amante anche dei Nirvana, e che inizia a cantare accompagnandosi con la sua chitarra acustica, a lungo andare diventa alquanto proibitivo partorire idee nuove tentando di emulare i successi emozionali dei grandi cantautori di sempre del calibro di Nick Drake, John Martyn, Elliott Smith ecc. Ma quando il talento c’è, ed in questo caso c’è ed è pure tanto, c’è ben poco da fare. Arrivato oggi al nono album, il prolifico Damien Jurado continua a stupire per la genuina ispirazione delle proprie composizioni.
Caught in the Trees parte subito in maniera diretta, con una ballatona acustica (Gillian was a horse) di quelle da ascoltare in macchina (esclusivamente decappottabile) in un’assolata giornata di viaggio sulle desolate e aride routes del Nebraska. Le stesse strade che hanno percorso per chilometri e chilometri Bruce Springsteen e Counting Crows. Su un tappeto lineare di basso, batteria e chitarra acustica si inserisce una chitarra elettrica leggermente distorta che crea trascinanti melodie valorizzando la voce di Damien, spesso e volentieri accompagnato dalla voce femminile di Jenna Conrad. Scorrono così in maniera più che piacevole Coats of ice, Go First e Caskets, che rimanda a lontane suggestioni della scena inglese di Bristol, Gravenhurst in primis. Se questa costituisce la parte “estiva” e allegra del disco, c’è posto anche per quella “invernale” e, inevitabilmente, più intimista. Trial e Sorry is for you sembrano scritte con la supervisione dall’alto di Elliott Smith. Il violoncello e la stupenda voce di Jenna Conrad e il piano impreziosiscono come una gemma pregiata le intime ed esili costruzioni raffinate di Damien, sorrette quasi sempre dai ritmi di batteria di Eric Fisher (Dimes). Sheets risente di suggestioni dei conterranei Death Cab for Cutie e l’intimità di Everything Trying ricorda il Rice, l’altro Damien, irlandese e di un anno più giovane. Il massimo di intensità è raggiunto in Paper kite, nella strumentale Last Rights e nella conclusiva Predictive living, tre gemme dalla semplicità e dalla purezza spiazzante.
Ancora una volta Damien Jurado confeziona un disco che sa essere bello per la schiettezza e la luce cristallina. Famoso per le sue storie immaginarie cupe e fragili raccontante in prima persona, con Caught in the Trees, compie un ulteriore passo avanti: “è capace di prenderci per mano e aprici le porte del suo enigmatico mondo con energia e intensità divorante“.
Credits
Label: Secretly Canadian – 2008
Line-up: Damien Jurado – Jenna Conrad– Eric Fisher
Tracklist:
- Gillian was a Horse
- Trials
- Caskets
- Coats of Life
- Go First
- Sorry is for You
- Last Rights
- Dimes
- Everything Trying
- Sheets
- Paper Kite
- Best Dress
- Predictive Living
Links:Sito Ufficiale,MySpace
recensione snella e competente… mi piace molto Jurado