Per il secondo anno il D-Day, rassegna di musica e canzoni per Gentili Ascoltatori, ci offrirà ottime, intense occasioni d’ascolto e confronto nel downstairs del Dynamo.
Slittate dal giovedì al mercoledì, le serate ospiteranno, insieme agli artisti e agli ascoltatori, quella particolare magia d’intenzioni ed intuizioni che anima il progetto, che ne è il cuore pulsante. Abbiamo chiesto a Fabio Bonfante di condividere con noi, ancora una volta, un po’ di questa storia fatta di interesse per la cultura ed amore onesto, disinteressato, per la buona musica.
Il prossimo 15 ottobre riprenderà la rassegna D-Day. E’ cambiato qualcosa rispetto alla precedente edizione?
Prima di tutto sono cambiati il giorno e la modalità. Non saranno più tutti i giovedì, ma i mercoledì, per l’esattezza i primi tre mercoledì di ogni mese, salvo alcuni casi particolari, come ottobre e dicembre, in cui le serate saranno due. Questo perché sono cambiate un po’ le cose anche nella gestione dell’idea D-Day. Come sai il D-Day non è una mia idea, è un progetto della Factory Ideificio, anche se io l’ho fatta mia in un certo senso. Da quest’anno mi è stata affidata la direzione artistica delle serate, mentre nelle edizioni passate era, diciamo così, in condivisione. La decisione di passare dal giovedì e al mercoledì è venuta al gestore del locale per motivazioni che non condivido del tutto, perché cambiare giorno disorienterà un po’ gli habitué, ma io ho accettato la sfida ancora una volta perché credo in questa idea fino in fondo; anche se non sempre sono d’accordo con le decisioni degli altri, come loro non sempre sono contenti della programmazione che io propongo. Ma è il gioco delle parti, come direbbe Pirandello.
Questo secondo anno era già nei vostri progetti? Cosa vi ha convinti a proseguire?
In linea di massima sì. A Maggio, quando abbiamo chiuso la seconda edizione con il concerto dei grandiosi Grimoon, ci siamo salutati con un arrivederci, anche se in realtà non eravamo così certi si sarebbe fatto. Non perché non volessimo, ma perché per farlo ci vogliono, oltre all’impegno personale, fondi e i necessari mezzi tecnici. A proseguire ci ha convinti il fatto che non potevamo sprecare tutto quanto fatto la stagione scorsa. Molti chiedevano se saremmo andati avanti oppure no, ne abbiamo discusso un po’ tra di noi e posti alcuni limiti e chiarite le idee siamo qua, in attesa di iniziare.
Come è stato definito il calendario delle serate? Come hanno accolto l’invito a partecipare gli artisti ad oggi coinvolti nel progetto?
Ho ricevuto l’incarico all’inizio di settembre. Le prime telefonate le ho fatte dall’aeroporto di Palermo, mi trovavo li e non volevo perdere tempo; ho preso la mia agenda alla Gianni Minà e ho iniziato a chiamare. Poi nel giro di una settimana ho definito più o meno tutti i partecipanti di questi primi tre mesi, chiamandoli a tutte le ore del giorno e della notte per convincerli a venire. Avevo già un elenco fittizio su cui lavorare, da cui partire. Gruppi o singoli ascoltati nel corso dell’anno o artisti che mi sono stati citati e di cui ho visto i concerti, o addirittura alcuni che erano stati esclusi la volta scorsa per mancanza di spazio. Quasi tutti hanno accettato subito, senza pensarci molto. Ormai la voce di questa rassegna è girata e molti sanno già di cosa si tratta, quindi non è necessario spiegare ogni volta cos’è e cosa non è. Per ora è definito il calendario fino a dicembre, ma sto già lavorando a quello che andrà da gennaio ad aprile 2009, con alcune realtà che sto cercando di convincere a venire che, ti assicuro, stupiranno più di qualcuno se vanno in porto.
Quale potrebbe essere il legame che unisce i vari artisti che prenderanno parte alle serate? Parlaci un po’ di loro.
Non so se c’è un legame tra loro, sono molto variegati i generi stavolta. Andiamo dal blues sporco contaminato di punk e certo rock alternativo alla Velvet Underground del primo gruppo, che tra l’altro abbiamo in anteprima a Milano; il loro disco d’esordio esce esattamente 5 giorni prima, e lo presentano praticamente da noi. Tra le fila di questo gruppo, i GuruBanana, suona e ne è produttore Giovanni Ferrario, musicista che stimo moltissimo e che tingerà di tricolore il prossimo tour mondiale di P.J. Harvey. Il secondo gruppo, Zabrisky, in effetti è legato al primo per via del fatto che entrambi sono prodotti da Giovanni, sono molto psichedelici e grunge. Poi a seguire i milanesi Egokid, gruppo che mi è piaciuto subito, fin dal primo ascolto, quando l’anno scorso un’amica, assidua frequentatrice del D-Day, mi ha fatto avere il loro cd. Me ne sono innamorato immediatamente anche se personalmente non ascolto il genere; però sono freschi, leggeri pur toccando, nei loro testi, argomenti pesanti come macigni per questa nostra società omofobica. Poi si passa alla purezza di due cantautrici diverse tra loro, ma molto brave entrambe. La prima, Ilaria Pastore, si presenterà in trio acustico, e sarà un concerto molto velato tra jazz e folk. La seconda, Lubjan, è invece di matrice più rock, con armonie molto americane che però stringono l’occhio al Nord Europa. Poi sarà la volta di un cantautore, Alessandro Grazian che, quando lo vidi la prima volta un paio d’anni fa, mi colpì particolarmente per la dolcezza e per le armonie, quasi da cantore di corte medievale. Ancora non so con quale formazione si presenterà, ma sarà una serata con un’atmosfera particolare. Poi per questa prima parte finiamo con una band storica, di Treviso, i RadioFiera. Combo rock folk con testi taglienti e ruvidi che non la mandano a dire, misti a ballate in dialetto da far accapponare la pelle. Come vedi si spazia molto, sia come generi che come provenienza; non si tratta solo di gruppi milanesi o delle vicinanze: sto cercando di portare il messaggio anche oltre la cerchia dei Bastioni della città. Il legame tra loro è che sono tutti bravi musicisti, che si sbattono da anni per portare la loro musica in giro per questo paese allo sfascio.
Cosa si aspetta D-Day dai suoi gentili ascoltatori? Cosa si augura di lasciare e cosa vorrebbe che rimanga?
Non so cosa si aspetta. Di finire in bellezza come l’anno scorso, che la gente, ma anche i mass media, gli addetti ai lavori, capiscano quello che stiamo cercando di fare, lì in quel sotterraneo. Attorno a me in questa città sto vedendo un piattume culturale e umano che non avevo mai visto prima, nemmeno nei posti più sfigati in giro per il mondo. Non c’è spazio per la Cultura, l’ho già detto altre volte. Quindi vorrei che rimanesse un segno. Dei nostri sforzi perché i musicisti capaci si possano esprimere davanti ad un pubblico attento e che dall’altra parte il pubblico capisca la fatica che musicisti e organizzatori fanno per far si che loro si possano godere un’ora di musica in pace e tranquillità. Una rassegna del genere dovrebbe essere organizzata dagli enti statali. Quello che stiamo facendo è in qualche modo un servizio alla città. Per uscire da questo momento di recessione dove non si vede la luce in fondo a questo tunnel dove ci hanno cacciato. In questo mondo finto, popolato da veline e isole dei famosi e xfactor vari, io cerco ancora di portare a casa ogni sera delle sensazioni, delle emozioni che la musica mi dà senza chiedermi nulla in cambio. E questo facciamo, offriamo delle emozioni e in cambio chiediamo solo del silenzio, dell’attenzione, non l’esercito per strada per dormire tranquilli; ma andare a dormire tranquilli con delle belle note nelle orecchie e nel cuore. Spero che questa sorta di proclama arrivi a chi ci viene a trovare. Questo scambio di emozioni è il motore che fa andare avanti tutto, se si perde questa sensazione fallisce tutto, fallisco io come direttore della rassegna e fallisce l’idea della musica per gentili ascoltatori. Chi non comprende questo se ne stia a casa a guardare l’Isola dei famosi, ma poi non si lamenti che in città non c’è nulla di interessante alla sera.
La precedente rassegna si chiuse con la produzione del CD-Day. Questa prima compilation avrà un seguito? Possiamo augurarcelo?
Il cd è stato stampato alla fine della prima parte della rassegna, nel 2007, ed è uscito ed è stato distribuito gratuitamente nel corso della seconda parte, la prima del 2008. Nella seconda parte da gennaio a maggio 2008, abbiamo registrato live tutti i gruppi, ma poi non si è proceduto a mettere insieme il disco. Non si poteva. Abbiamo fatto degli errori di valutazione, di percorso, la prima volta, per essere ligi ai nostri valori etici, l’abbiamo prodotto noi a nostre spese, senza sponsor o altro che ci aiutasse economicamente, e lo abbiamo regalato a mezzo mondo. A posteriori dico un errore, ma lo rifarei domani. Purtroppo fare un cd non è così semplice, bisogna prima di tutto avere i fondi, bisogna fare il giro di tutti, chiedere le liberatorie, entrare in studio e passare un po’ di tempo a missarlo e editarlo, fare la grafica delle copertine, stamparlo, andare in SIAE, insomma fare tutta la trafila. Magari faremo qualcosa a download gratuito. Ci penseremo, potremmo allegarlo alla vostra webzine. È una idea. Certo è un peccato che chi non è venuto alle serate sia privato di ascoltare cosa è successo e che chi è passato di li, non si possa rituffare nelle emozioni di quella notte, ma questa per ora è la decisione. Vedremo, se cambiamo idea ve lo faccio sapere, intanto vi invito a venire a sentire i live che è sempre la cosa migliore per apprezzare una band o un cantautore. Tenete d’occhio il programma.
Grazie. Ci saremo e saremo bel lieti di supportare l’idea del free download che, come sai, per noi è un’alternativa validissima e una forma coadiuvante, se usata con responsabilità e criterio.
Grazie a voi per il supporto e la pazienza. Tenete duro.