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Ode to J.Smith – Travis

La Gran Bretagna è patria di grandi musicisti rock, di ieri e di oggi, artisti fondamentali del panorama mondiale; spesso ci regala però anche band che compongono facili canzonette orecchiabili, sporcate di chitarre rock o di melodie che rimandano agli anni ’60; band che si consumano nel tempo di un album o di un singolo. I Travis sfuggono alle facili categorizzazioni territoriali, rimanendo in disparte, a volte senza nemmeno prendersi l’attenzione che meriterebbero. E ora ritornano sulle scene con un disco fedele allo stile che hanno intrapreso, ma che sembra volere essere una presa di posizione, una riconferma a se stessi, prima ancora che al pubblico. Una virata decisamente più rock rispetto al precedente lavoro (The boy with no name, 2007), un album che sa di urgenza, di desiderio di mettersi a suonare, sentire la confusione degli strumenti divenire melodia. Hanno voglia di rimettersi un po’ in gioco, suonano appassionati, si divertono e si sente sin dai graffi di Chinese blues. J.Smith è sicuramente una delle perle di questo lavoro: un ritmo ansioso, che cresce in un tempo che si spezza. Una batteria incalzante, chitarre che scalfiscono la melodia fino alla fine, fino a che non arriva la pace che non ti aspetteresti, portata da un coro latino degno dei Carmina Burana.
In questo disco sembra esserci davvero una spinta, una tensione che si rivede anche nei testi. C’è un filo conduttore che muove tra una canzone e l’altra: il respiro, la ricerca. Tutti i personaggi di queste tracce sono potenzialmente ognuno di noi, alla ricerca di un momento di equilibrio, in cui il respiro sembri regolare. “Something Anything just to keep believing / Just to keep on breathing for a moment longer”. Something anything, Long way down confermano la ritrovata vitalità della band, che riscopre lo spirito dei primordi, mostrandoci però anche la propria contaminazione e sottolineando l’attitudine più poliedrica del rock, quella delle acrobazie vocali di Thom Yorke per esempio, o dei virtuosismi di Matthew Bellamy.
Ode to J.Smith si lascia ascoltare con grande facilità, pur non essendo affatto banale. Armonioso, piacevolissimo, smorza i propri toni man mano che le canzoni scorrono, facendosi via via più dolce.
A metà dell’album la splendida Last words, una canzone che più Travis di così non si può, con quel banjo che li rende riconoscibili sin dalle prime note e un testo che mantiene la sensazione di acqua alla gola. “Trying to shine a light into the the dark / Corners of the mind and of the heart / Find out what you’re carrying around / Things you can’t remember having found”. Un disco sporcato di melodie diverse, colori mescolati insieme. Un disco imperfetto, materia grezza che riporta indietro nel tempo e rimarca le linee di confine, siano esse un punto di forza o una debolezza, fra loro e molte altre band inglesi. “I need someone to sing along / Singing a song to mysel”f cantano i Travis in Song to self, canzone che va quasi a chiudere il disco, con un suono strutturato e pieno, corposo e intimo abbastanza da fare invidia a Chris Martin.
Ode to J.Smith è un disco coraggioso, che si lascia alle spalle le critiche negative e denuda la paura. Nessuno di noi vive senza avere almeno una paura, quindi perchè non ammetterlo? Se il panorama intorno a noi è desolante, nella vicinanza, nell’unione, possiamo ritrovare forza.
Se fosse un’immagine, questo disco sarebbe un uomo che corre lungo una strada, in un paese anonimo, tra piccole case e prati. Un uomo che corre, a tratti si ferma, per ritrovare il fiato che ha lasciato nella sua corsa, sotto un cielo grigio che sembra soffocarlo. Muoversi per sentirsi vivi.

Credits

Label: Red Telephone Box – 2008

Line-up: Fran Healy (voce, chitarra, piano, banjo), Andrew Dunlop (chitarra, seconde voci), Douglas Payne (basso, seconde voci), Neil Primrose (batteria, percussioni)

Tracklist:

  1. Chinese blues
  2. J. smith
  3. Something anything
  4. Long way down
  5. Broken mirror
  6. Last words
  7. Quite free
  8. Get up
  9. Friends
  10. Song to self
  11. Before you were young

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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