Quando il live precede l’uscita di un nuovo disco è sempre un momento critico. Lo è per l’artista che per le prime volte mostra all’esterno il frutto di mesi di lavoro intenso. Lo è per il pubblico che ancora stringe l’ansia dell’attesa al petto e con curiosità si appresta a farsi travolgere dal nuovo. Ma quando la proposta ha tutte le qualità per riempire l’aria e le orecchie di chi ascolta la strada diventa rapidamente in discesa: così è stato per Marco Notari & Madam di fronte al pubblico ipnotizzato de La Casa 139. Una sorta di moderno flauto magico: accattivante e suadente, Marco rapisce l’attenzione di chiunque sia presente, solertemente accomodati o di passaggio che sia. L’occasione è la presentazione di Babele, successore di Oltre lo specchio del 2006. Se dovessi riassumere in un unico aggettivo ciò che ho visto, sarebbe senza dubbio grintoso. Nulla è sussurrato, nulla è affidato al caso, nulla si perde nella torre che tutto confonde e tutto dipana. Il primo grido è lanciato con acidità sul testo della stessa Babele, accompagnato da una batteria insistente ed energica.
L’emozione non gioca scherzi a nessuno e la presenza sul palco è ineccepibile. Un urlo di liberazione, un pugno verso l’alto scaricano la tensione e in uno sguardo d’intesa il live si apre attraverso una scaletta sapientemente costruita. La scelta ricade su un buon numero di pezzi rock alternati alle ballate proprie del sound di Notari, non solo senza rispettare necessariamente la tracklist originale, ma anche lasciando che i brani di un passato ancora recente si insinuino. E in questo modo la vivacità accentuata di Io non mi riconosco nel mio stato non stona affatto accanto alla morbidezza provocatoria di Un bacio falso. E se la ben nota Automi garantisce la ripresa del ritmo, non è da meno la briosa dolcezza della nuova Piuma che consolida l’entusiasmo del pubblico che per la prima volta accede all’ascolto. Il sound non è mai scontato. La non convenzionalità del suono sta nell’uso abbondante di effetti a creare un’atmosfera caleidoscopica. Il palco de La Casa 139 non è mai apparso così ampio come questa sera: ognuno si muove a suo agio, scambiando sorrisi che testimoniano dal palco la riuscita del live. Ancora il nuovo disco si mostra in parole e note cariche di un magico trasporto; si mostra tra parole calde che non nascondono l’origine piemontese; si mostra tra le parole di altri, come l’incipit de La metamorfosi di Kafka pronunciata da Notari tra La mia vita è un investimento sicuro (il sogno di Cristiano pt III) tratta da Babele e Elisewin del disco precedente. Quello suonato da Marco Notari & Madam è un rock felice, capace di trasmettere un messaggio positivo fatto di sorrisi e intesa leale. E resta tale anche quando l’atmosfera si incupisce e le parole si seguono con lentezza; quando il basso prevale su tutto e la voce si fa contenuta come in Lucia ha una pistola. Occhi chiusi e strumenti tiratissimi per la chiosa della prima parte del live. Pochi istanti e il pubblico si rianima alle prime note di Ninfee e resta vigile fino alla perla del finale. Una cover ambiziosa ma decisamente curata di Hotel Supramonte di De Andrè chiude in bellezza una serata notevole sotto ogni punto di vista. E l’appuntamento è tra pochi giorni, su un altro palco, a ripetere il miracolo del rock che si riproduce tra le mani e la loro ombra. (Lost Gallery)