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Where You Go I Go Too – Lindstrom

E’ un mondo in crisi il nostro, in cui sfatano i miti, si dileguano le certezze, si abbandonano convinzioni e il dubbio regna sovrano. La Norvegia, da sempre oscura patria della scena black metal, inizia a guardare alle zone calde e assolate più a Sud e si tramuta in terra dell’elettronica dove produttori e dj lavorano, sempre più spesso, ispirati dalla luce del sole di mezzanotte. Tra gli affermati connazionali Rune Lindbaek, Prins Thomas, Disjokke, Todd Terje, spunta il nome di Hans Peter Lindstrom. Uno che, non temete, proprio col metal ha iniziato ad avvicinarsi alla musica, seppur da ragazzino. Arriva poi la fase adolescenziale, compri una chitarra e non puoi non essere incantato dai racconti dei grandi cantastorie folk e country, in primis Bob Dylan ed Hank Williams. Crescendo poi, inizi a frequentare le discoteche e i club notturni. Scopri che non puoi fare a meno di muoverti e ballare preso dal ritmo irrefrenabile dell’house e della dance music. Completamente rapito da quei suoni elettronici, decidi di comprare un campionatore e di partire per la tua strada. E’ il 1999 quando Lindstrom inizia il suo taglia e incolla. Arrivano una serie di singoli (raccolti nel 2006 in It’s a Feedelity Affair), le continue collaborazioni con l’inseparabile amico Prins Thomas (discreto il successo di I Feel Space) e, finalmente, il suo primo vero disco. Benvenuti sull’astronave spaziale. Il viaggio sta per iniziare. Il capitano Hans Peter Lindstrom vi condurrà alla scoperte di ignote e remote galassie, facendovi evadere dalla realtà e mostrandovi cose che voi umani nemmeno potreste immaginare! Mettetevi comodi allora, allacciate le cinture e schiacciate il tasto PLAY.
Where you go I go too ha quasi l’aria di un concept album, un unico viaggio dal quale non ci si può tirare indietro, una volta intrapreso, e da affrontare per tutta l’intera durata (55 minuti). I quasi 29 minuti della title track si snodano tra ritmi lenti e rilassati che evolvono man mano e con costanza e in cui Lindstrom indaga e scava i luoghi più nascosti del passato, per riportarlo alla luce e proiettarlo nel futuro. Ecco affiorare la psichedelia e il rock progressivo dei Tangerine Dream, il minimalismo di Steve Reich, Philipp Glass e Terry Riley, l’innovativa disco music e l’elettronica italiana e francese degli anni 70 (scena tutt’oggi più che sottovalutata); i debiti nei confronti delle sperimentazioni dell’immenso Giorgio Moroder sono evidenti e la ripresa di Supernature di Cerrone è più che un omaggio. Ma guai a parlare di minimalismo sterile e noioso. Niente a che vedere, con tutto il dovuto rispetto, con colleghi del calibro di Ricardo Villalobos. Nelle creazioni di Lindstrom costante è l’attenzione alla melodia e alle progressioni armoniche, che pur nella loro semplicità riescono a spiazzarti proprio nel momento di maggior tensione dei brani. Un processo compositivo in cui si fondono l’amore per il dj set, con l’alternanza di brani down tempo e brani dal ritmo più sostenuto, il pianoforte classico, a cui si è avvicinato durante i suoi studi musicali, e la compresenza di suoni analogici e digitali. Il viaggio vorticoso ed ipnotico prosegue sulle ammalianti ed eteree atmosfere di Grand Ideas e, passato il momento di maggiore pathos, si riprende, pian piano, la lunga strada verso casa (The long way home) con la calma di chi è consapevole di aver trascorso una straordinaria esperienza.
Per il grande Arthur C. Clarke “l’unica maniera di scoprire i limiti del possibile è di oltrepassarli e finire nell’impossibile“. E allora siamo con te capitano Lindstrom, in attesa del prossimo viaggio verso l’infinito… e oltre. Dove vai tu, vado anch’io!

Credits

Label: Feedelity Recordings – 2008

Line-up: Hans-Peter Lindstrom

Tracklist:

  1. Where you go I go too
  2. Grand Ideas
  3. The long way home

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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Un solo commento

  1. ottima recensione!! lavoro incantevole che profuma di discoteca cosmica…

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