Bella serata d’autunno, un giro tra i libri prima di avviarci verso lo spazio eventi della Mondadori. Quando arriviamo c’è ancora poca gente, ma già il palco è illuminato e preparato con l’essenziale, due sedie e un microfono. Pian piano la sala si riempie e lo spettacolo ha inizio, aperto dall’esibizione di Xabier Iriondo: magica ed enigmatica. Lui è solo con questo strumento indefinibile, ai nostri occhi qualcosa di incomprensibile ma che sotto le sue mani prende vita, quasi a dirti che la musica può andare molto al di là di quello che ti aspetti, può essere molto di più. Sperimentazione e sapienza. Conoscenza e voglia di mettersi in gioco. La mezz’ora della sua performance la trascorro con gli occhi fissi su quello che sta facendo e con la bocca aperta. Incuriosita, spiazzata dalla capacità di far suonare oggetti di ogni tipo, di produrre suoni con le biglie, con un pennello e di saper dare a tutto una melodia. Qualcuno va via, e sappiamo già che mentre torna a casa continuerà a chiedersi: “chi era quel folle e soprattutto che stava suonando?”.
Paolo Saporiti e Francesca Ruffili arrivano invece con una chitarra e un violoncello, strumenti normali direte voi, ma anche loro sanno offrirti qualcosa di diverso: l’intimità, l’immediatezza e il tempo dell’ascolto. Qui non troverete folle oceaniche, non dovrete correre per prendere il posto in prima fila e nessuno vi pogherà addosso, però vi viene richiesto un altro genere di impegno, forse più difficile: la capacità di sedersi e ascoltare, di lasciare che la musica sia l’unica cosa a cui dovete prestare attenzione. Se ci riuscite avrete in dono la possibilità di compiere un viaggio, con itinerario a sorpresa, che sarà diverso per ognuno perché ciascuno potrà vedere le immagini che vuole, potrà assegnare i ricordi e i colori che desidera a quelle note. Mentre ascoltate Just let it happen potreste vedere uno spazio aperto disegnato dalla chitarra, potreste sentire del vento che vi soffia sulla faccia portato dal violoncello. Oppure potreste immaginare la dolcezza di un piccolo cucciolo che si sta affacciando alla vita sulle note della commovente Toys: emozionante, un continuo toccarti le tue corde. Cantautore autentico, Saporiti decide di sfidare il Cantautore per eccellenza regalandoci una cover di Fabrizio De Andrè, eseguita con una’emozione tangibile e preziosa. Tornando al suo passato più recente arrivano brani tratti da The restless fall, da Seen my child a Troublelike, passando attraverso la struggente Down. Manca la mia preferita, ma al prossimo incontro farò un’esplicita richiesta, anche se ho un po’ paura. Potrei commuovermi, come mi succede ogni volta che l’ascolto a casa. Chissà quale corda tocchi.
La serata è volata via e quando esco si torna a correre, verso la metropolitana, verso il rumore.