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Samizdat – Stone Martens

La nostra terra interiore può annegare nella neve del nulla esteriore? Lo scheletro di un albero può essere la metafora delle nostre stanche ossa verso una libertà sempre più cercata? La risposta è I’m the star, il morbido incipit del rock-pop proposto dai trentini Stone Martens nel loro primo album Samizdat. Morpheus è impetuoso noise in trame melodiche che entrano come il vento d’inverno. Le movenze sono quelle dei primi Muse attraverso un’attitudine più indirizzata al post-rock. Devotional è uno degli esempi più calzanti in tal senso. Honey & Marble è dominata da virate corali che sorprendono per intensità e originalità. Acid rain è una ballad splendida per ricercatezza degli arrangiamenti.  I colori del sound Stone Martens sono il bianco e il grigio della bellissima artwork del disco. Il bianco delle melodie sinuose e il grigio delle tessiture ritmiche che si dilatano e espandono come nuvole veloci dopo una tempesta. Un esordio promettentissimo anche se gli Stone Martens suonano già da parecchi anni e quindi possiamo dire che Samizdat è volontà di potenza che conferma la maturità artistica raggiunta. Per chi crede che in Italia si può fare ancora del buon rock mescolato al pop.

Credits

Label: The Biomass Strategy In Murderous Cows – 2008

Line-up: Ivano (voce, disturbi) – Massimiliano (chitarra virtuosa, archi analogici e sintetici) – Tiz (batteria insistente, rullanti accessori) – Gianni (basso elettrico, strutture non portanti).

Tracklist:

  1. I’m The Star
  2. Morpheus
  3. Devotional
  4. Honey & Marble
  5. Acid Rain
  6. A Sea To Drown In

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