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Confusa e felice – Carmen Consoli

Ci sono dischi che semplicemente ti piacciono, dischi che sanno farti compagnia, dischi da cantare a squarciagola mentre sei da solo in camera e poi ci sono Dischi che ti entrano dentro, che accompagnano un percorso della tua vita, che raccontano talmente bene di te e delle tue emozioni che puoi anche non sentirli per anni ma conosci le parole perfettamente perché sono i tuoi stessi ricordi. E così in una fredda domenica pomeriggio, mentre il treno viaggiava e le lacrime pungevano, si sono riaffacciati in mente una serie di versi: “Forse non riuscirò a darti il meglio / più volte hai trovato i miei sforzi inutili / Forse non riuscirò a darti il meglio /più volte hai trovato i miei gesti ridicoli / come se non bastasse aver rinunciato a me stessa / come se non bastasse tutta la forza del mio amore /E non ho fatto altro che sentirmi sbagliata /ed ho cambiato tutto di me perché non ero abbastanza”. Blunotte si chiama questa canzone ed è uno dei brani di Confusa e felice, secondo disco di Carmen Consoli.
Riascoltandolo dopo tanto tempo mi rendo conto di come questo sia un disco sui sentimenti, se vogliamo sull’amore declinato in tutte le sue forme, ma è anche un disco che racconta un percorso interiore di crescita, di riconoscimento dei propri limiti e di accettazione. È quasi il racconto di un momento di passaggio e forse anche musicalmente rappresenta un transito tra la Carmen Consoli ancora acerba di Due parole e la superba cantantessa di Stato di necessità: ci sono già la poeticità di testi sapientemente costruiti, l’alternarsi tra le ballate romantiche e sensuali e i pezzi rock pieni di rabbia e di… vita.
Dolcezza e paura traspaiono dalla chitarra pizzicata e dalla voce quasi tremante di Fidarmi delle tue carezze: “ed ora più che mai vorrei sentire il calore delle tue mani / trovare il coraggio di fidarmi delle tue carezze.” Perché l’amore è bastardo, può darti tutto e togliertelo in pochi minuti, può farti salire in paradiso e farti conoscere l’inferno e allora che si può fare? Che puoi fare? Rinunciare? No, puoi solo trovare quel coraggio, fidarti delle sue carezze, correre il rischio di metterti in gioco con un’altra persona.
E magari alla fine capiremo di essere Diversi ma quello che conta è che, comunque vada, tu non sarai più Uguale a ieri. L’amore può essere anche quello per la vita, tenace ed inestirpabile come quello raccontato in Un sorso in più: con grande capacità evocativa e senza retorica si affronta un argomento duro come quello dello sterminio degli ebrei nei campi di concentramento: “ed ho imparato a bere sempre un sorso in più/di quanto ne avessi realmente bisogno/un giorno potrei avere sete.” Melodia dura, da rock puro e un testo sprezzante per Fino all’ultimo. Parole che fanno male come fruste guidate dalla mano della rabbia: “Mi hai soltanto strappata un po’ di silenzio /soltanto strappato un po’ di silenzio / soltanto sprecato il tuo nobile fiato.” È arrabbiata Carmen, molto, canta senza sosta fino a che non deve tirare il fiato. E poi e poi c’è quella stupenda poesia che è La bellezza delle cose: è delicata Carmen, la sua voce si impone sulle fragili corde di una chitarra, è lei la protagonista assoluta perché è forte quello che ha dentro, distante dalla mediocrità. La bellezza delle cose si nasconde, non tutti la vedono e solo pochi sanno raccontarla.

Credits

Label: Universal – 1997

Line-up: Carmen Consoli

Tracklist:

  1. Bonsai # 1
  2. Uguale a ieri
  3. Diversi
  4. Confusa e felice
  5. Fidarmi delle tue carezze
  6. Un sorso in più
  7. Venere
  8. Per niente stanca
  9. Fino all’ultimo
  10. Blunotte
  11. La bellezza delle cose
  12. Bonsai # 2

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