Un bel giorno la Deutsche Grammophon, famosa ed eccelsa etichetta di musica classica e jazz, decide di chiamare Moritz Von Oswald, guru della techno-dub made in Berlin. La cosa risulta alquanto curiosa già di per sé ma diventa quasi incredibile di fronte al motivo della chiamata: la casa discografica tedesca propone infatti a Von Oswald un rifacimento in chiave elettronica di brani di musica classica contemporanea per la serie “Recomposed”. Von Oswald non può fare a meno di coinvolgere l’amico afroamericano Carl Craig, nonché uno tra i più grandi produttori di musica techno della scena di Detroit e mondiale. Detto fatto. La scelta dei brani ricade sul Bolero e la Rapsodia Espagnola di Maurice Ravel e la Bilder einer Ausstellung di Modest Mussorgsky. Il risultato maturato da un esperimento tanto insolito è qualcosa di stupefacente e difficilmente comprensibile in categorie. I due mostri sacri dell’elettronica scompongono le melodie scavandole fino al midollo; tagliano parti, le mandano in loop, dilatano i suoni, riavvolgono, rieditano, ricompongono. Suoni eterei e dilatati immergono subito in un lungo, quasi interminabile limbo, sospesi nella dimensione tra sogno e realtà. Fiati elettronicizzati come echi perduti si odono in lontananza e, gradualmente, vengono sempre più in primo piano sostenuti dai colpi secchi di un rullante e dalle note piene, pesanti come macigni di un contrabbasso. La tensione sale man mano che le dissonanze dei fiati si fanno più insistenti. I beats elettronici si attorcigliano al flusso sonoro con una sinergia tale che quasi non ce ne accorgiamo e in poco sprofondiamo nelle sconfinate acque della techno/dub più pura. Di qui in poi soltanto puro suono in modulazione incessante, fiotto che sgorga e si modifica sulla sua stessa essenza, che sa tornare e allontanarsi da essa, che sa brillare della luce cosmica degli astri sconfinati. I due movimenti finali sono immensi, riescono a conciliare il sound tipico dell’elettronica e la fedeltà alla magniloquenza e maestosità degli originali classici. Gli accordi di piano percuotono la forte tessitura creata dai beats tra i quali serpeggiano echi di archi romantici. Il tutto esplode in un finale in cui le congas tribali si sposano con la sinfonia più pura degli archi. Non c’è che dire, meraviglia dalla fragranza pregiata.
Credits
Label: Deutsche Grammophon – 2008
Line-up: Carl Craig e Moritz Von Oswald
Tracklist:
- Intro
- Movement 1
- Movement 2
- Movement 3
- Movement 4
- Interlude
- Movement 5
- Movement 6
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