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Collettivo Ginsberg – Pregnancy

collettivopregnancyChe ai ragazzi del Collettivo Ginsberg piacciano Nick Cave, Tom Waits e le atmosfere un po’ ruvide non è un mistero. Lo si sente bene, ascoltandoli. Lasciandosi però alle spalle questi paralleli, proviamo ad ascoltare questo quartetto, concentrandoci completamente su di loro. Decisamente ne vale la pena. Il loro ultimo lavoro, Pregnancy, arriva a breve distanza dal precedente, I refuse to give my obsession. Nonostante questo, si discosta nettamente dal fratello maggiore, sin dalle prime note. Si erano presentati con un disco più grezzo, più ibrido. Ora, che come gruppo hanno trovato il loro equilibrio, regalano un lavoro più ragionato. Questo album si lascia ascoltare davvero con grande facilità, seducendo da subito. Maudì, pianoforte e una chitarra che si strugge, rapisce l’ascoltatore. The Farm, strafottente, passa il testimone a Woodstock Cypress, semplice ed elegante nel suo lieve crescendo, in cui spiccano due delicatissime voci femminili, perfettamente sposate a quella di Cristian Fanti. C’è qualcosa di incredibilmente personale, intimo in quest’opera. Ogni canzone ha una sua impronta personale, una caratteristica particolare. Splendida Child Eyes, una danza su violoncello e clarinetto ed una voce che chiede “would you love me? You can feel my void“. Una voce assolutamente suadente, che coccola dalle prime parole, che attira e si muove sinuosa sulle note, irresistibile dal primo all’ultimo brano. Pur mantenendosi coerenti una all’altra, le canzoni sono eclettiche e dissimili: si scivola tra momenti più dolci e curve più psichedeliche (Yama), cantato e parlato, cori e momenti in cui un’unica voce sussurra.
Pregnancy è un disco che ha sopra la polvere delle storie di John Fante, un album che sembra provenire da lontano. Nel tempo e nello spazio, sembra il frutto di un viaggio, un percorso, una gestazione appunto. C’è la voglia di improvvisare, di scoprire, di inseguire. Inseguire un’oasi, una chimera, qualcosa che se poi svanisce quando l’hai quasi afferrata… pazienza, perchè in fondo il viaggio è stato magnifico.

Credits

Label: Il vaso di Pandora Records – 2008

Line-up: Cristian Fanti (voce, piano, organo), Andrea Rocchi (chitarre, loops), Giovanni Pistocchi (batteria, percussioni) Christian Mastroianni (basso, contrabbasso, theraphin). Partecipano come ospiti Federico Visi (chitarre e moog), Bardh Jakova (fisarmonica), Simone Rossi (clarinetto), Maja Petrusevska (violoncello), Giada Nanni (cori), Consuelo Palotti (cori), Ronnag Tingelstad (cori)

Tracklist:

  1. Intro
  2. Maudì
  3. The farm
  4. Woodstock cypress
  5. Child eyes
  6. The wish
  7. Yama
  8. I’m waiting (tango nero)
  9. To the womb (white dog from hell)

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