L’altra vita artistica di Adam Ficek, il batterista dei Babyshambles di Peter Doherty, si chiama Roses Kings Castles. Questo side-project sorprende per delicatezza, stile e melodia pop semplice ma di classe. Il punk -rock cede e altre strade liberano la creatività di un musicista sui generis per attitudine e audacia.
L’indie-pop di Roses Kings Castles ha il sapore della malinconia che si veste di nostalgia sorridente, prende le radici dai Belle and Sebastian e si contamina a tratti di attitudine surf giusto per dare quel tocco di freschezza e spensieratezza.
Tra le pagine di LostHighways Adam Ficek presenta il suo progetto e punta il dito contro la perdità d’identità dell’attuale scena indipendente in UK e sottolinea il ruolo determinante della rete per combattere lo strapotere delle multinazionali, colpevoli dell’inquinamento del mondo della musica.
Com’è possible suonare con una punk-rock band come I Babyshambles e poi realizzare un favolo album indie-pop come Roses Kings Castles?
I miei gusti musicali hanno molte sfaccettature. E’ grandioso suonare rock con i Babyshambles ma ugualmente amo molto la vecchia scuola della melodia indie. In un primo momento ero un po’ preoccupato per le mie canzoni un po’ lontane e sdolcinate rispetto a quelle che amavano ascoltare i fans dei Babyshambles ma alla fine mi sembra che tutto sia andato per il verso giusto.
Puoi spiegare l’origine di questo tuo side-project Roses Kings Castles?
Inizialmente era inteso come una valvola di sfogo dai Babyshambles… un posto ideale in cui liberare le mie melodie. Il progetto ha iniziato a prendere forma vita quando il MySpace ha ricevuto sempre più consensi. Così ho deciso di registrare qualche demo che eventualmente sarebbe diventato il mio primo disco.
Cosa può dire una canzone pop in più rispetto ad un canzone rock?
Penso che entrambe siano valide, la maggior parte del rock di qeusti giorni è così manipolato quanto il pop, e in ogni modo possibile fino al punto da sembrare la stessa cosa a livello di prodotto finito.
Ho trovato Broken Homes una canzone magica. Com’è nata?
Volevo sommare le mie esperienze di giovane cresciuto nei sobborghi di una cittadina “media”. Il risultato è stato un brano di lieve melanconia con una punta di nostalgia.
In Rosed Kings Castles tu sei one-man-band. Suoni vari strumenti, immagino che così tu sia riuscito a esprimere tutta la tua creatività?
Sì, è stato facile. Ho realizzato tutto da solo. Ho avuto il pieno controllo e non ho avuto il bisogno reale di nessuno, così è stato facile produrre il tutto. Posso andare in sala d’incisione e registrare quando e dove io desidero.
Ci saranno tue date in Italia?
Lo spero, sto proprio aspettando un agente che mi procuri un po’ di date.
Qual è stato l’ultimo album che hai acquistato?
E’ stato l’ultimo degli Elbow.
Puoi parlarci un pò della scena indie in Uk?
Ora è veramente mainstream, quando ero giovane era più speciale e meno sovraesposta. Le band dell’era brit pop hanno cambiato tutto questo e hanno reso la musica indie un prodotto accettabile da tutti e disponibile ad entrare in classifica. Questo ha trasformato la scena e non in meglio. Al momento la musica indie è carne da cannone, alla moda in strade chic. E’ diventata una formula, in UK specialmente è pieno di studenti/artisti che pretendono di essere “indie”. Suppongo che tutto si sia un po’ imborghesito e sia un po’ insipido… eccetto per I Babyshambles e i Roses Kings Castles, sicuramente!
Quanto Internet è importante per la promozione della music indie?
E’ fondamentale. Non avrei potuto fare nulla senza l’aiuto di internet. Non posso competere con le stazioni radio corrotte e le corporazioni mediatiche che inquinano il mondo della musica, e internet per me diventa uno strumento di guerriglia, di combattimento per una giusta causa… creare una ribellione.