Gli Afterhours si presentano a Sanremo “indipendenti dalle major e indipendenti dalle indipendenti“, provando a fare della manifestazione un’occasione per veicolare la propria musica e la verità di un’intera scena. Sotto le luci del festival il gruppo non porta solo un brano, ma un progetto e un’opportunità di riflessione. Il paese è reale sarà prima di tutto un pezzo rock, mordace nel testo così come nell’audace struttura, fedele alla matrice chitarristica del gruppo che, proprio osando la complessità, uncina il sentire e reclama attenzione. “Preghi ancora che / Non tocchi a te / Decidere“. La viltà di chi non si assume la responsabilità di scegliere e fare, di riflettere ed agire, viene cantata e nella ruvidità della voce di Manuel Agnelli si comprende che non basta tenersi fuori per mantenersi puliti, anzi a volte non sporcarsi le mani fa lurida la coscienza. “Se non sai più se sei un uomo / Se hai paura di sbagliare / Se hai voglia di pensare / Che fra poco è primavera / Adesso fa’ qualcosa che serva / Che è anche per te se il tuo paese è una merda“. Viene negata ogni assoluzione al male banale, all’inerzia, al timore di mettersi in gioco davvero. Il paese è reale cerca una riflessione non disgiunta dall’azione, la cerca sviluppandosi in progetto utile ad occasionare conoscenza e coscienza, coinvolgimento, collaborazione. Il titolo della canzone è infatti anche il nome di un disco a cui partecipano 19 artisti, un’iniziativa che afferma la realtà di una scena musicale priva di attenzione mediatica eppure viva e fertile.
I motivi di una partecipazione a Sanremo.
Al festival il gruppo partecipa proprio nella consapevolezza che non si tratta solo di salire su un palco che resta prestigioso, ma di confrontarsi con un mondo diverso dal proprio e con una macchina mediatica che può costituire una buona opportunità per veicolare delle idee. Gli Afterhours hanno scelto Sanremo certi di non snaturarsi, con la voglia di essere liberi e di fare la propria musica lì dove sia possibile comunicarla, affermarla nel pieno rispetto di sé, ovvero ovunque. In questa prospettiva il festival appare per quello che è, una manifestazione televisiva, un contenitore il cui valore è relativo alle idee che vi si ripongono, uno strumento che negli usi trova i suoi sensi. Gli Afterhours colgono questo mezzo come un’occasione per divertirsi provando a catalizzare l’attenzione su tutta una serie di temi e realtà che ritengono meritevoli di considerazione, interesse e cura. Sotto questo profilo hanno già vinto. È evidente a partire dalla conferenza stampa organizzata per presentare il pezzo: si parla del brano, ma anche della discografia e dei suoi meccanismi, delle sue problematiche e non solo, della scena indie e del concetto di indipendenza, della qualità musicale e dell’importanza dei supporti. Una serie di riflessioni animate da spirito critico e desiderio di confronto si schiudono al cospetto di televisioni, radio e giornali. Senza la scelta coraggiosa di mettersi in gioco attraverso Sanremo queste stesse riflessioni forse non avrebbero avuto attenzione e spazio sui media, invece hanno potuto mettere in circolo uno slancio, una tensione volta a costruire e creare aperture. Agnelli afferma: “c’è un mondo parallelo, quello che io chiamo della ‘nuova musica italiana’, ma che molti chiamano dell’indipendente o dell’alternativa, termini secondo me più ghettizzanti da un certo punto di vista. È un mondo che si è sviluppato parallelamente ai media ufficiali, farne parte vuol dire aver fatto delle scelte di qualità, anche etiche, vuol dire aver scelto di mettere in primo piano la propria musica, le proprie idee, ma anche la propria estetica e di non veicolarla a tutti i costi, modificandola ed adattandola alle esigenze dei media. Questo non vuol dire però auto-ghettizzarsi, la musica deve arrivare a tutti, anche ai media dunque, soprattutto se crediamo nella qualità delle nostre idee, nella qualità del nostro ambiente. Bisogna cercare di portarla ovunque questa qualità. Ci lamentiamo sempre che gli organi di informazione non parlano mai di gruppi validi, ma quando ci sono poi le occasioni per occupare certi spazi molta gente si tira indietro, credo soprattutto per paura“.
Il paese è reale – 19 artisti per un paese migliore?
Impegnarsi, fare qualcosa che serva per portare ovunque la qualità significa rischiare, arrischiarsi fuori dalle proprie torri d’avorio o gusci che siano, confrontarsi con il mondo in tutte le sue realtà e accoglierle come occasioni. E’ quello che gli Afterhours hanno cominciato a fare a partire dal Tora! Tora!, ma oggi osano ancora di più, cercando una strada alternativa agli ordinari iter discografici per stimolare, senza vincoli e limitazioni, attenzione sulla buona musica, quella che pensa, ricerca, crea. Per farlo la band ha dato vita ad un disco che, con la sua anima fatta di 19 pezzi inediti di 19 artisti, rimanda ad una realtà ben più ampia, un’istantanea di una scena in divenire, del fermento di un mondo sfaccettato e ricco di sfumature, per questo l’album non può considerarsi disgiunto dalla sua natura progettuale che implica concerti, eventi, incontri: occasioni in cui trovarsi per scoprire di volta in volta alcuni dei tanti volti della musica buona perché, come ricorda Agnelli, Il paese è reale “non vuole essere rappresentativo di tutto quello che succede nella musica italiana” ma “smuovere l’attenzione nei confronti di un sistema che già rappresenta qualcosa in Italia“. Il disco, la cui discriminante è stata produrre gruppi che non hanno una grande visibilità, manifesta il frammento di una vasta realtà viva, ogni artista coinvolto è una scintilla che può illuminare un pezzo di questo mondo accendendo curiosità per il suo insieme. Una sorta di laboratorio aperto e performativo che vede la partecipazione, insieme agli Afterhours, di Roberto Angelini, Beatrice Antolini, A Toys Orchestra, Cesare Basile, Paolo Benvegnù, Calibro 35, Dente, Disco Drive, Marco Iacampo, Mariposa, Marta sui Tubi, Marco Parente, Reverendo, Settlefish, Teatro degli Orrori, Amerigo Verardi e Marco Ancona, Zen Circus, Zu.
La rottura con la Universal e il circuito Fnac: la musica deve costare il giusto.
Il CD verrà distribuito in esclusiva presso gli store fisici e virtuali del circuito Fnac a 9,90 €. L’acquisto on line non comporterà spese di spedizione, e da martedì 3 febbraio chi prenoterà Il paese è reale sul sito www.fnac.it lo riceverà con due giorni di anticipo sull’uscita ufficiale, fissata per il 25 febbraio.
E’ stato definito un prezzo molto basso che, sottolinea Agnelli, “non vuole sminuire, ma ribadire che la musica deve costare il giusto“. Per realizzare tutto questo il gruppo ha sciolto il suo contratto con la Universal e scelto di portare avanti il proprio progetto in totale libertà, riconoscendo in questo la vera indipendenza e trovando un partner collaborativo proprio nella Fnac che ha saputo offrire agilità, entusiasmo, mezzi ed idee. Uno dei punti condivisi tanto dagli Afterhours quanto dalla Fnac è l’accessibilità, anche in termini economici, della musica, così come la cura per il supporto e l’art-work. “Riteniamo che la qualità del supporto conti, è la differenza tra lo scaricare la musica e avere un oggetto in mano… questo deve avere un certo fascino“, evidenzia la band. Se il disco come oggetto fisico è in crisi è anche al suo aspetto materiale che va ridato valore, riconoscendo la forma come una parte significativa di un progetto artistico. A partire dalla cover un lavoro può veicolare idee, manifestare cura e qualità: un’Italia di piume nere, una terra concreta eppure fragile, basta un soffio perché si disfi… uno specchio in cui vedere riflesse le fragilità che riguardano ogni uomo, in cui ri-conoscerle e così, forse, evitare di venirne soffocati.
La verità come atto.
L’attenzione all’aspetto visivo della musica non verrà meno sul palco di Sanremo, infatti il gruppo preannuncia delle idee tele-visive. L’orchestra, vissuta come preziosa occasione, entrerà a metà canzone ed Enrico Gabrielli, arrangiatore del brano, scenderà in buca a dirigerla. La musica è fatta di gesti, di movimenti che felicemente si sposano alle immagini in movimento, ha una corporeità da rendere visibile. Gli Afterhours daranno concretezza alle loro ispirazioni “ma all’interno di quello che siamo noi… non andiamo a fare i dadaisti o i situazionisti, non ha alcun senso“, afferma Agnelli.
La serata del 20 febbraio vedrà gli Afterhours al fianco di Cristiano Godano (Marlene Kuntz) e Antonio Rezza per una collaborazione totalmente inedita che coinvolgerà musica, poesia e teatro. Il rock tagliente e prepotente come linea di supporto per la linguistica d’avanguardia del regista-performer Antonio Rezza e per la visionaria lirica vocale di Cristiano Godano.
Ancora una volta gli Afterhours e la provocazione come stimolo, come quello slancio dell’arte che s’arrischia ed addentra nel mondo per sfilacciarne i limiti, non per il gusto fine a se stesso dell’oltrepassarli, ma per il valore dell’essere liberi e per la necessità di portarsi oltre, oltre i pregiudizi o le cecità, per l’esigenza umana di farsi aperti. “Dir la verità è un atto d’amore“, un atto con cui provocare riflessione ed azione, un atto d’amore che, con il loro nuovo progetto, gli Afterhours continuano a compiere, nella consapevolezza che “l’indipendenza come senso di appartenenza a un sistema non ci riguarda, non ci riguarda perché non crediamo all’alternativa come partito politico o, peggio, religione” e nella convinzione che “l’esempio più grande di rispetto verso noi stessi è voler fare le cose senza paura di non piacere, senza la paura di non accontentare quello che la gente si aspetta da noi“.
A Sanremo gli Afterhours stanno già provocando. Sotto le luci di un palco dal grande impatto mediatico porteranno la propria libertà e le proprie idee, evocando un mondo altro da scoprire. Sapranno essere un varco, reclamando l’attenzione e la curiosità. Proveranno a stimolare la voglia di gettarsi senza paure in qualcosa di nuovo, la voglia di sapere, di pensare, di sentire, di fare.
(In collaborazione con Amalia Dell’Osso; si ringraziano Roberta Accettulli e Casasonica Management)
Fuori dai ghetti.. e meno male!
Comunque vada, sarà un successo.