Un caffè basta perché tardi ad arrivare l’ora del sonno, il buio, ma non la sua quiete. Nell’odore dei caffè che dilatano la sera, sei mani fanno una valigia di cioccolato perché la notte vi trovi culla insieme a dodici carezze lievi. È la magia compiuta da una piccola orchestra a cui, per essere, bastano tre respiri diversi, tre respiri gentili che fanno armonia, che si cercano, fondono, illuminano. In Chocolate suitcase c’è quest’incanto, è riposto con cura, si dispiega con grazia, come fosse un sorso di calore inghiottito e ritrovato sulla punta delle dita o una coperta aperta su cui trovare distesi abbracci delicati. Annalisa Locatelli, Lorenzo Mangili e Matteo Amico sembrano aver disfatto il tempo sui tocchi di mezzanotte per sostituire il suo scorrere con il flusso dei suoni, con l’attimo infinito dei sogni, tessendo coi respiri una trama fatta per avvolgere, per essere tepore. La musica dei Coffee Orchestral profuma di cioccolata calda mista a vento, di stanze che lasciano fuori i temporali, dell’attesa delle stelle, ha la luce dei sogni fatti in veglia, con gli occhi aperti, e il sapore dei giorni che sfuggono la fine rifugiandosi nelle parole che confidano i moti dell’anima, nelle strette di mani o sguardi, nei colloqui con la luna. Che ritraggano cadute d’angeli o polvere, le canzoni, come fotogrammi di un film, raccontano e creano una dimensione sognata e sognante in cui accoccolarsi o schiacciare il viso contro il vetro di una finestra per fermarsi a guardare, a immaginare. Basta aprire la valigia di cioccolato. È sufficiente dischiuderla un poco e vi si scopre la semplicità dei gesti essenziali, dei suoni essenziali, quelli che rendono udibile l’incontrarsi delle anime, lo sfiorarsi dei pensieri. Sembra di vederla uscire la musica dalla valigia di cioccolato, come il lembo di una sciarpa di seta grezza che scivola via per posarsi sulla pelle, per coprire le spalle o le labbra, per accompagnare i passi sotto la pioggia o le carezze sopra gli occhi. I fili di questo scialle sono due voci, le corde di un basso, quelle delle chitarre, vi si intrecciano dei battiti, il contrabbasso di Roberto F. Moneta e la batteria di Luca Ferrari (Verdena), che impreziosiscono il corpo di questa stoffa capace di cullare mantenendo sveglio il giorno fino a tardi, fino a che si arriva a dirsi col silenzio le parole e la notte si fa musica, alba di sonorità morbide come inchiostro bruno o lana color della panna. Nell’atmosfera di un filo di fumo, di una fotografia sfocata, di un goccio di latte, i suoni si danno senza far rumore e, mentre tutto tace, si insinuano tra i tratti di una scrittura aggraziata per rendere l’incanto di un istante felice, di un saluto, di una parete spoglia su cui disegnare, del riflesso di uno specchio… è una bellezza nuda, semplice e piena. Nel folk acustico della piccola orchestra nata attorno al caffè, nelle sere silenziose e senza fine, si trova il gusto di attendere il momento buono per chiudere gli occhi. Basta aprire la valigia di cioccolato. “E stanotte le nostre pelli, le nostre ossa,/ sopravvissute ai nostri padri,/ si uniranno, teneramente stivate nell’abbraccio” (Anne Sexton).
Credits
Label: Jestrai Records – 2008
Line-up: Annalisa Locatelli (voce, eggs, sonaglio) – Lorenzo Mangili (basso, armonica, cori) – Matteo Amico (voce, chitarre). E con: Luca Ferrari (batteria, percussioni) – Roberto Frassini Moneta (contrabbasso)
Tracklist:
- Sureness
- Here the angels fall down
- Goodbye
- The dreamer’s mirror
- Walls
- 34
- Habit and change
- Tiger vs tiger
- Kind regards
- Dust
- Sarah
- My happyness
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