Il blu livido che veste Radioanima si rivela la dimensione in cui sentire questa musica d’anima, una bolla sospesa d’aria ed acqua in cui trovare un respiro diverso e, ad occhi chiusi, mettersi in ascolto di sensazioni che si fanno immagini, di movimenti che si tramutano in colori, di gesti o suoni che prendono corpo di luce, di tempo, di luogo, di segno, di stretta. La musica dentro questo blu è l’armonia tra dieci tracce… impronte della ricerca di un linguaggio, di un anelito di libertà, orme di pazienza e cura. Le mani di Giorgio Maggiore fanno degli strumenti degli elementi da combinare in un gioco alchemico perché i metalli si trasformino in Ricordi improvvisi o Tempeste elettromagnetiche, il legno in Pensieri immortali o Speranze tradite, l’avorio in un Inno e la pelle ne La porta o in Rintocchi. A volte intervengono le parole. A volte il suono della lingua è solo melodia. Così la scrittura, come una cifra, partecipa all’alchimia e diventa gesto, sonorità, linea sottile su cui sognare disegni, acqueforti, tele o schermi, i film di Murnau o Wiene, una passeggiata tra gli alberi sottili di Schiele, una sosta di fronte alla finestra di Sudek. “Non c’e’ un solo gesto che non corra il rischio di essere un’operazione di magia” (Jeorge Luis Borges). La combinazione degli elementi lascia visibile la memoria dell’anima, sta nelle tracce di rock, di progressive, di new wave, ma trova forma nuova, quella di una musica che è ambiente, che è suolo ed altezza in cui sostare, portare i propri passi, sentire. Maggiore ha scelto di produrre i suoi lavori, ma, soprattutto, ha scelto di suonarli da sé. Una scelta che fa dell’arte del polistrumentista l’espressione di un essere, la voce di un’anima, un volto da ascoltare, un pensiero da udire. Per questo Radioanima è intimo, ma non tanto, o meglio non solo, come atmosfere, sa di intimità, dell’intimità che sta dietro gli occhi, quella che resta inviolabile eppure mai troppo distante da non poter essere intuita, condivisa, accarezzata. Nelle sue dieci tracce, nei suoi dieci respiri, è un corpo solo, unico e solitario, ma proteso verso l’altro, un segno da com-prendere, da ac-cogliere, a cui aprirsi, un segno che profuma di cura, dell’amore che l’ha immaginato, tracciato, inciso sull’aria da ispirare. “Nel mezzo dell’ente nel suo tutto, domina un luogo aperto. C’è un’illuminazione” (Martin Heidegger).
Credits
Label: Autoprodotto – 2008
Line-up: Giorgio Maggiore (chitarre elettriche ed acustiche, basso, pianoforte, tastiere, batteria, percussioni, voce)
Tracklist:
- Radioanima (tempeste elettromagnetiche – radioanima – isofrequenze)
- Liberi
- Speranze tradite
- La porta
- Rintocchi
- Ricordi improvvisi
- Inno
- Wie wird meine Zukunft?
- In fondo all’anima
- Pensieri immortali
Links:Sito Ufficiale,MySpace