Dentro le parole. Poche. Contate come rare conchiglie tra la sabbia. Scelte col desiderio del suono pulito. Dentro la forma che sanno avere nella bocca o dalle mani ai segni, verso un senso. Possibile. Seasoned Eyes Were Beaming svela l’ambizione alla Bellezza attraverso gli occhi, perché le ferite o le deviazioni non facciano della superficialità la metamorfosi dello stupore e l’alibi della fuga. Un titolo. Un album d’esordio. Dieci canzoni. Il non-luogo numerico della perfezione dettata dalla rigenerazione, dal ri-cominciare, come in un gioco di spazio e tempo circolari che punta le regole sul centro del cuore. La Bellezza veste l’attimo dei fiori, stilla, scorre, sfocia, fino alla leggerezza fugace delle farfalle. La Bellezza tocca la fine, ma non s’arrende. E gli occhi non s’arrendono, nonostante i morsi. Conservano intatta una giovinezza del sentire contro il vento delle delusioni.
Sara Lov sceglie di macchiare le sue liriche con l’inchiostro del vissuto, rompendo gli argini della malinconia con la dolcezza della poesia che ferma tra i tasti, tra le corde, e… dentro le parole, appunto. Dietro l’angolo del passato sistema la nostalgia che accarezza l’amore urtato, il desiderio affidato al sussurro della notte, il rimpianto del silenzio, il velluto delle soste. Folk immerso nel dream pop del retaggio Devics; scrittura oscura e ariosa al contempo, scontro di linea e curva; voce perfetta, come i cristalli che l’inverno scolpisce con le geometrie delle trasparenze; arrangiamenti curati, come il tratto delicato dell’artwork. Disegno, questo sembra l’esordio in solitaria della songwriter di Los Angeles, perchè conserva in ogni dettaglio l’ingenuità fresca dei mattini di primavera rubati al tempo con le mani della speranza. Una speranza che detta un codice stilistico tutto nascosto nell’incantesimo del pianoforte.
Just Beneath The Chords apre con l’aria tersa di certe ballate dal sapore seventy e i tocchi di Dustin O’Halloran ne rendeno incantevole l’atmosfera; Old Friends soffia sulla tenerezza di Simon & Garfunkel; Seasoned Eyes Were Beaming (anticipata nella splendida piano version contenuta nell’ep The Young Eyes, 2009) e A Thousand Bees tengono l’equilibrio sulla corda della malodia che vira nell’inciso con misura e calcolo, e il cantato modula i colori con la grazia delle direzioni certe; New York, Touched, Tell Me How sono gocce di stile garbato, già assaporate in Three Songs (ep del 2007); Animals si arricchisce della voce di Alex Brown Chiesa (Sea Wolf) che si appoggia alla tenerezza della Lov lungo il tracciato ombroso di un legame lasciato andare… “I never, never learned to swim until you came around and pushed me in.”; Fountain chiude, lieve, soffice, un po’ amara ma non sconfitta… “I’m really good at getting hurt babe / Not so great at feeling good.”
Un lavoro di gusto che si avvale della produzione di Zac Rae (My Brightest Diamond, Fiona Apple) e del missaggio di Darrell Thorp (Radiohead, Beck). Un’ottima prova di discreta eleganza. Perché il cuore ha bisogno di vie semplici e morbide per sognare.
Credits
Label: Nettwerk – 2009
Line-up: All songs written by Sara Lov, except 1, 4, 7 by Sara Lov/Dustin O’Halloran and 5 by Paul Simon. Produced by Zac Rae at The Bank. Mixed by Darrell Thorp. Featuring cameos from Alex Brown Church (Sea Wolf) and Solon Bixler (Great Northern)
Tracklist:
- Just Beneath The Chords
- Frankie
- A Thousand Bees
- New York
- Old Friends
- Seasoned Eyes Were Beaming
- Animals
- Touched
- Tell Me How
- Fountain
Links:Sito Ufficiale,MySpace
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