E’ proprio l’album della giovinezza questo esordio dei pisani Novadeaf. Quella giovinezza ancora tanto legata agli immancabili stilemi del rock & roll ma che si avvia verso la maturità ed inevitabilmente inizia ad avvicinarsi e a sentire proprie le sfaccettature infinite del pop. E non passa nemmeno troppo tempo prima che una batteria carica e potente sbarri il passo ai riff della chitarra elettrica e alla voce filtrata dell’apripista Moving Lights. Breve, semplice e indolore ma coi suoi riff molto punk rock sa evidenziarsi già per le ottime melodie armonizzate delle chitarre elettriche. Ancora la buonissima attitudine melodica sa fare mostra di sé soprattutto nell’ottima Pass Me By, che alterna arpeggi limpidi di chitarra a parti più incisive e più rock in cui le chitarre elettriche si disperdono in tutto il loro splendore tra le note sempre portanti del basso con una strofa tra Smiths e Muse. October Sun è di certo il miglior brano del disco ed offre ampia dimostrazione di maturità; una ballad dalle influenze folk pop addolcita dalla chitarra acustica e dalla voce sentita che sa svilupparsi con delicatezza e raffinatezza fino ad includere cori e parti di chitarra elettrica, che con moderazione abbelliscono senza assalire. Armonie che ricordano un po’ i bravissimi A Toys Orchestra. Car continua pacata e delicata con la voce che si muove con sentimento sulla chitarra acustica prima che il basso entri col suo giro ipnotico che ricorda non poco i migliori Radiohead di Fake Plastic Trees con tanto di coda strumentale che Thom Yorke e Jeff Tweedy non avrebbero di certo disdegnato. Beautiful Things torna al rock distrorto più immediato e incisivo, ma senza cadere nel banale: sonorità anche un po’ più oscure che strizzano l’occhio ad altre band italiane quali Klimt 1918 e A Room With a View. The Uncool è forse il brano più complesso dal punto di vista tecnico, si avvia sulla strada di quella perizia ed energia, tra nevrosi claustrofobica e rock classico, sprigionata sempre da band quali Soundgarden e Pearl Jam. Moonsong è una ballad dolce e sentimentale in puro stile pop rock che anticipa il duetto Pop Song From Pluto – Wiser, decisamente più movimentato con tanto di assoli e obbligati legati indissolubilmente a stilemi rock d’oltreoceano. La conclusiva The Cold Room rallenta per tirare un po’ le somme rilassando e facendo dondolare le menti tra i suoi sognanti intrecci di chitarre che accarezzano i rilassati ritmi di batteria con la delicatezza di chi ci sa fare.
Un disco che suona bene, negli arrangiamenti e nelle strutture dei brani spesso già mature ed indirizzate. Sicuramente la produzione non è eccezionale e rende in maniera molto più imprecisa dinamiche, alternanze, intrecci e quel muro sonoro compatto che di certo saranno armi vincenti dei Novadeaf in sede live. Bella promessa.
Credits
Label: Autoprodotto – 2008
Line-up: Federico Russo (voce) – Luca Guidi (chitarra) – Lorenzo Marianelli (chitarra) – Fabrizio Balest (basso) – Ernesto Fontanella (batteria)
Tracklist:
- Moving lights
- Pass me by
- October sun
- Car (be with you)
- Beautiful things
- The uncool
- Moonsong
- Pop song from Pluto
- Wiser
- The cold room
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