A volte ti capitano tra le mani dei dischi ai quali non daresti mai più di tanta importanza. Sarà quel nome nome troppo comune tra il classico di Dickens e lo scrittore premio Nobel tedesco, quel titolo un po’ bizzarro, o la blasonata presentazione come nuovo Antony Hegarty che un po’ ti scoraggiano. E invece Oliver Mann colpisce a fondo sin da subito con questo nuovo Possum Wakes at Night. Una voce calda, profonda e avvolgente, che parte da lì, al di sotto dello stomaco per poi amplificarsi nella cassa toracica e nella cavità orale presentandosi col vigore lirico del baritono e la malinconia ed espressività dei migliori cantautori. Si fa accompagnare spesso dalla chitarra acustica, vera matrice, midollo di ogni sua composizione, e di tanto intanto piccoli inserti di piccoli strumenti. La fusione tra folk e musica operistica è la sua peculiarità ben evidente sin dall’apertura di Diamond N Silver. Esterna la struggente malinconia delle lacrime che si insinuano tra i solchi della pelle all’ascolto di quella chitarra che quasi sembra un clavicembalo o un’arpa nelle suggestioni classico/popolari di By The Rock I Roll in cui gli archi bisbigliano soltanto. Splendida The Final Light dove timidi emergono piano e mandolino da antico cantastorie. Un misto a cui sa aggiungere anche la decisione e l’incisività rock della chitarra elettrica (Sun Shines On). E ancora quei suoni evocanti le fastose corti barocche impressi nelle composizioni quasi contrappuntistiche, nelle sovrapposizioni progressive tipiche dei canoni classici e richiamati da cori eterei e strumenti che profumano di quell’odore del tempo che si imprime sulla loro pelle (Australian Gothic, Carefully Quietly, Crackers Craking). Hells Bells è una gemma rara, il fiore sotto la campana di vetro, una mini suite divisa in tre parti davvero stupefacente nei suoi 7 minuti di durata. Le suggestioni si trasformano con l’umore svelando tutto l’universo di Oliver Mann. La lentezza si posa come nebbiolina sulla nostra testa e ci assopisce in un dolce torpore tra malinconia e ricordi con la chitarra acustica soltanto accarezzata e le voci plumbee e serafiche (Evie e Fireworks). I fiati incoronano come aureola intrepida i suoni angelici del vibrafono in una danza che prima inizia pian piano, a piccoli passi dolci e posati (Slow Dancing) per poi scatenarsi in climax ascendente colmo di chitarre elettriche tra ritmi bossa nova e rock’n’roll e suggestioni teatrali (Dancing).
E allora davvero complimenti a questo ragazzotto australiano così indissolubilmente legato all’Italia e ad alla sua tradizione operistica, per averci mostrato come in musica e in arte non esistano e probabilmente non siano mai esistite distinzioni, classificazioni, per averci mostrato la sua passione spropositata per la musica classica e per la chitarra acustica ed il folk, per aver unito la preparazione del conservatorio alla passione ed averci reso un miscuglio eterogeneo, unico nel suo genere perché profondamente personale ed intimo. Perfetta fusione tra suggestioni antiche e moderne. Con sincerità disarmante.
Credits
Label: Preservation/Inertia – 2009
Line-up: Oliver Mann – Jim White – Karl Scullin – Paddy Mann a.k.a. Grand Salvo
Tracklist:
- Diamonds N Silver
- By the Rock I Roll
- Australian Gothic (Canon)
- Sun Shines On
- Canon: Carefully, Quietly
- Hells Bell (part I, II, III)
- Evie
- Canon: Crackers Craking
- Slow Dancing
- Dancing
- The Final Light
- Fireworks
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