A distanza di ben quattro anni dal loro ultimo lavoro, i Depeche Mode presentano il loro dodicesimo album in studio: Sounds of the Universe, titolo pomposo che crea delle aspettative da subito. La band ha una trentennale carriera alle spalle, ha vissuto grandi innovazioni, momenti in cui ha guardato dall’alto il mondo musicale, sconvolgendolo con brani di grande potenza. Martin Gore è un autore che può riconoscere di aver scritto alcune tra le melodie più accattivanti ed imitate della storia musicale. Necessariamente, l’attesa per questo lavoro era molta e, già dopo il primo ascolto, vien da dirsi “che peccato”. Supportato da un video cupo e angosciante, è Wrong il singolo scelto per il lancio. Brano non innovativo ma comunque di grande efficacia ed atmosfera. Inoltrandosi nell’album, momenti buoni si incontrano con Fragile Tension, ancora intrisa e sporcata dalle ispirazioni e dalle chitarre che avevano trovato spazio in Playing the Angel. Si potrebbe citare la più spiccata virata elettronica di In Simpathy, che sarebbe un buon brano se non suonasse così familiare. Spacewalker è un bel divertissement strumentale, ma lascia il tempo che trova. Peace ha dei buoni presupposti, ma quel coro che inizia così bene si accartoccia presto.
Parliamoci chiaro: i Depeche Mode sono una grande band, probabilmente hanno ancora qualcosa da dire e senz’altro dal vivo realizzeranno il loro usuale grande spettacolo. I brani di Sounds of the Universe sono costruiti bene, l’intero disco è curato, ha una coerenza di fondo, bilancia ritmi più decisi alle consuete ballate e certamente al grande pubblico piacerà. Ma… per ogni canzone c’è un “ma”. L’intento della band era quello di allontanarsi dai suoni del precedente disco e recuperare il loro marchio, ritornando a quella commistione unica di generi che li ha resi immortali. Però la sensazione è quella di un semplice accumulo di suoni e strumenti. Sarà spaziale, sarà piacevole, ma non basta. Ricordiamoci che parliamo di un gruppo che ha fatto la storia della musica, era lecito aspettarsi qualcosa di più dal loro ritorno.
Credits
Label: Mute – 2009
Line-up: Dave Gahan (vocals) – Martin Gore (vocals, synths, guitars) – Andrew Fletcher (synths )
Tracklist:
- In Chains
- Hole To Feed
- Wrong
- Fragile Tension
- Little Soul
- In Sympathy
- Peace
- Come Back
- Spacewalker
- Perfect
- Miles Away / The Truth Is
- Jezebel
- Corrupt
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