E il terzo album arrivò anche per i The Veils di Finn Andrews. Di certo il talento e la maturità della composizione e degli arrangiamenti sono un dato essenziale per la band inglese di origini australiane, considerando anche i ventisei anni appena compiuti del proprio leader. Ma probabilmente Andrews è uno nato col gene del musicista di talento, quello ereditario, visto che il padre Barry militava nei primi Xtc (e scusate se è poco). E la giovane età nemmeno stupisce visto che il talento poi l’aveva già dimostrato nei due precedenti album regalando prove davvero lodevoli seppur alternate ad altre meno convincenti che non rendono i due lavori dei The Veils dei capolavori assoluti. Questa volta le cose sembrano dover andare diversamente dopo la fantastica apertura col rock pop tra R.E.M. e The National di Sit Down By the Fire, seguita a ruota dalla superba ballata solitaria piano e voce alla Nick Cave della titletrack. Il muro di chitarre shoegaze sulle quali si inserisce la voce pulita alla Editors e il ritmo scandito dalle percussioni rendono The Letter un singolo perfetto. La magia però comincia a svanire e Killed By The Boom non convince a pieno col suo rock acido e spezzettato tra Muse e Nick Cave. E se, a conti fatti, l’incedere lento e delicato, ammaliante, ai limiti della psichedelia che trasporta e mai si lascia trasportare, rende It Hits Deep e Scarecrow dei veri e propri capolavori sognanti, gli inserti folk dei mandolini sul rock di base della successiva Three Sisters lasciano nutrire ancora diversi dubbi. Il pop spensierato e melodico di The House She Lived In si dondola tra le note del piano suonato in modo percussivo e la profondità della voce ed anche quando si inseriscono gli altri strumenti, gli archi e l’altra voce femminile, ogni cosa sembra essere a suo posto e donare luminosità e tranquillità. Larkspur diventa monotona coi suoi quasi nove minuti di durata e il suo riff monocorde, ripetitivo e ossessivo; tende a creare atmosfere estranianti che potrebbero di certo guadagnare il massimo valore all’interno della trance raggiunta dal vivo. A chiudere il disco ancora una ballata acustica piano e voce (Begin Again), seppur meno emozionante della precedente.
Sun Gangs è un disco oscuro suggellato dal tono tragico e cupo, a tratti morrisoniano nella voce di Andrews e ingentilito dalla magistrale interpretazione della voce femminile di Basia Bulat. Un disco che mostra tante bellissime cose, ma che di fatto non è ancora il capolavoro dei The Veils, troppo discontinuo e troppo indissolubilmente legato a modelli. Un passo in avanti per una band che si muove verso la ricerca di un sound personale e dalla quale, prima o poi, ci si aspetta il colpaccio!
Credits
Label: Rough Trade – 2009
Line-up: Finn Andrews – Sophia Burn – Dan Raishbrook – Henning Dietz
Tracklist:
- Sit Down By The Fire
- Sun Gangs
- The Letter
- Killed By The Boom
- It Hits Deep
- Three Sisters
- The House She Lived In
- Scarecrow
- Larkspur
- Begin Again
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