E’ una mano ossuta e forte Canzoni dal cortile, una mano che stringe cinque sassi con le sue cinque dita snodate, macchiate di senno, di tempo; li stringe e poi li lascia scivolare a bordo specchio, come fosse acqua quella su cui disegnano le loro essenziali simmetrie. Maggio 2009: i Guignol firmano un EP di cinque canzoni, pietre d’oggi, di ieri, che lasciano trapelare un certo desiderio di domani. Ripescano dal cilindro della loro storia quattro pezzi, li spolverano, li rileggono, li denudano, li re-interpretano, acustici e avvelenati, saggi e vissuti, con un inedito, Farfalla, ad accompagnarli lungo questo breve viaggio che lascia la polvere altrove, che ha il tatto delle piccole cose messe lì perché ci si accorga di loro. Sei anni, un EP, due album, un generoso numero di live, la particolare spontaneità che li distingue ad ogni performance, un nuovo lavoro in fieri: a Il branco, Profondo blu, Strada per Dio sa dove, Danza dell’Orso è affidato il compito di solleticare l’entusiasmo per tutto il lavoro svolto, per tutta la passione che il gruppo ha voluto dedicare al sogno rock’n’roll di credere nella musica, in un certo modo spurio e riservato di fare musica. Dalla freschezza intatta, dalla franchezza burbera, particolarmente maschile, i quattro episodi si svolgono sobri, scostandosi dal fragore per avvicinarsi alla compostezza di certe malinconie. Le chitarre acustiche sposano l’intuizione di una sezione ritmica appena accennata, si macchiano d’organo, armonica, maracas, lasciano che il filo conduttore siano le parole graffiate avidamente sulla calce di arrangiamenti lasciati a camminare sotto l’ombra di una luna quasi piena, dalle tinte metalliche. A dire arrivederci è un uomo solo della propria colpa, rapito dal volo libero di una Farfalla in cerca di un nido, capace di perdizione immaginata, figlio dei propri limiti messi al patibolo dal tempo (“Ogni volta che torna io l’attendo come incredulo/ e intanto ora temo davvero che si posi qui accanto/ sopra queste mie mani troppo tese per non farle del male/ dentro queste mie braccia troppo incerte per pensarla al sicuro). Canzoni dal cortile inizia con un arrivederci, perché è così che iniziano le storie migliori: con un saluto che resti alla memoria, fissato ad uno sguardo imperdibile, pregno d’aspettative, capace di attendere il tempo necessario, fosse anche un anno ancora.
Credits
Label: Guignol/Casa Medusa – 2009
Line-up: Pierfrancesco Adduce (voce, chitarra, slide e armonica) – Fabio Gallarati (chitarre/organo/voci) – Giulio Sagone (basso) – Alberto De Marinis (chitarra/basso/organo) – Stefano Caldonazzo (batteria, percussioni); brani: Farfalla (inedito – verrà incluso nel prossimo album, previsto per il 2010), Profondo Blu ( da “Sirene”, Toast Records , EP, 2003) , Il branco e Danza dell’orso” (da “Guignol”, Lilium Produzioni, 2005) , “Strada per dio sa dove” (da “Rosa dalla faccia scura”, Lilium Produzioni, 2008); realizzato presso CasaMedusa (MI) in co-produzione con Paolo Perego e Francesco Campanozzi; masterizzato presso lo “StudioMeda 25″ da Simone Chivilò
Tracklist:
- Farfalla
- Il branco
- Profondo blu
- Strada per Dio sa dove
- Danza dell’orso
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