Home / Recensioni / Album / Come un mantra luminoso – Massimo “Ice” Ghiacci

Come un mantra luminoso – Massimo “Ice” Ghiacci

massimoghiacci_coverCome un mantra luminoso è il disco che segna il debutto da solista di Massimo “Ice” Ghiacci, storico bassista dei Modena City Ramblers. Come un mantra luminoso è un album di ricordi, emozioni, riflessioni e sentimenti personali che vede come propria copertina una polaroid che ritrae Ghiacci con suo figlio. Il disco, suonato, cantato e prodotto dallo stesso Ghiacci, è composto da 13 brani  che amalgamano folk, rock, psichedelica, country. Apre l’album il brano Niente è andato per sempre che ha tra i temi centrali, che tra l’altro caratterizza l’intero album, la memoria o “i vecchi ricordi che tornano ancora per farti star male, per farti sapere che nulla è sparito e niente è andato per sempre”. Ne Il vento invece Massimo Ghiacci sembra voler spronare a seguire la scia del vento ovvero a cogliere i segnali che la vita ci offre senza farli svanire nel nulla. Dall’album sono stati estratti anche due video ufficiali, girati entrambi dal regista reggiano Alessandro Scillitani. Come due amanti è una ballad filastrocca sull’amore e il video vede Massimo Ghiacci come soggetto di alcune riprese abbinate a dei clip post-psichedelici degli anni ’80 che prestano molta attenzione ai dettagli architettonici. Brenda tra i treni è una ballad psichedelico-dylaniana su un amore finito: si dice che sia semplice scordare le persone, sfumarne i volti, sostituire il nome. Si dice sia come il respiro o come camminare, ma la natura umana non è facile da capire”. Il video di questo brano è stato girato lungo i binari nei pressi della stazione di Reggio Emilia. All’inizio della seconda parte del disco è collocato, e forse non è un caso, Tatuaggi, il brano più intimo dell’album: “il tempo è solo una bugia per chi non crede d cambiare, il giorno corre con la notte e resta solo qualche istante. I volti sfumano nella memoria e ingialliscono i ricordi, sbiadiscono le foto e si perdono i contorni. Forse questo è il senso delle cose o forse è solo la nostra follia”.
Luce, invece, è l’ultimo brano, da cui Ghiacci ha estratto il titolo al disco, ed è l’unico che vede la partecipazione dei Modena City Ramblers come coro.
Come un mantra luminoso lascia intuire quali siano state le influenze di Massimo Ghiacci: Nick Cave, King Crimson, Rem, Beatles. 13 brani custoditi per troppo tempo in un cassetto, ma Ghiacci ha saputo tirarli fuori a gran voce.

Credits

Label: Mescal/MCRecords – 2008

Line-up: Massimo Ghiacci (voce, cori, mellotron, piano elettrico distorto sintetizzatore, e-bow, banjo, theremin, glockenspiel, contrabbasso, chitarra convertibile, chitarra elettrica, percussioni, dobro, basso dobro slide, basso elettrico, fisarmonica, armonica, tamburello, chitarra acustica 6 e 12 corde, chitarra baritono, organo distorto, shennai, mandolino, pianola, clarinetto) – Franco Borghi (pianoforte) – Filippo Poppi (sega, fagotto) – Erik Montanari (chitarra elettrica ed acustica) – Andy Pinetini (sintetizzatore, organo, spinetta, glochenspiel) – “Reverend” Fabio Vecchio (piano elettrico) – Christian Rebecchi (tromba, filicorno) – Gabriele “Gabba” Longoni (chitarra elettrica 6 e 12 corde) – Fulvio “Devil” Pinto (batteria, percussioni, tamburello) – Andrea “Brighel” Daviddi (chitarra elettrica) – Michele Mazzieri (batteria, timpani) – Andrea Ferazzi (chitarra pedal steel) – Ramblers Gospel Choir (coro)

Tracklist:

  1. Niente è andato per sempre
  2. Il vento
  3. Vagabondo
  4. Come due amanti
  5. Brenda tra i treni
  6. Solo per me
  7. Tempo al tempo
  8. Tatuaggi
  9. Il gioco
  10. Acida malia
  11. Il fiore e le spine
  12. Fratello di sogni
  13. Luce

Links:Sito Ufficiale,MySpace

Ti potrebbe interessare...

fanali_cover_2024__

I’m In Control – Fanali

Immagini che si suonano. Suoni che si immaginano. Di nuovo in viaggio sinestetico con Fanali, …

Leave a Reply