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Quicken the Heart – Maxïmo Park

quickentheheartLa leggendaria maledizione del terzo album, si sa, colpisce quasi ogni artista. Ed è piuttosto curioso poi notare una strana tendenza tipica di quasi tutte le giovani band britanniche dedite a un certo tipo di indie rock nate in seno ai padri Franz Ferdinand. Tendenza che quasi si trasforma in legge per la quale, dopo un esordio strabiliante da atterrare letteralmente tutti, inizia un calo delle possibilità espressive che si manifesta a partire dal secondo o dal terzo album che, pur essendo di buon livello, non riescono mai ad entusiasmare come in passato e come ci si aspetterebbe. Con l’unica eccezione dei maestri del genere, i Franz Ferdinand, è successo quasi a tutti: Bloc Party, Kooks, Kaiser Chiefs,  Arctic Monkeys e, puntualmente, succede anche ai Maxïmo Park. Già, perché il tempo fugge e la legge del disco ogni 2 anni sembra prerogativa moralmente imprescindibile per certe band. Così arriva anche il turno dei Maxïmo Park con questo nuovo Quicken The Heart che, nonostante goda e si nutra di ottimi momenti che continuano a far ritenere la band di Newcastle tra i migliori esponenti di un certo tipo di rock ormai troppo abusato e troppo clonato, non si attesta sugli entusiasmi contagiosi di quel A Certain Trigger, arrivato come un fulmine a ciel sereno che li aveva fatti salire di diritto sul podio delle migliori band emergenti dell’anno 2005. Il loro rock aggressivo, deciso e divertito se lo suonano sempre con gusto e stavolta in primo piano sono soprattutto i sintetizzatori che delineano atmosfere estranianti e riflessive, donando spesso e volentieri qualche suggestione che rimanda indietro agli anni ’80, alla new wave e al synth pop (non a caso il produttore stavolta è un certo Nick Launay già al lavoro con Talking Heads e Nick Cave). Ma a conti fatti manca quell’energia pura e allo stesso tempo raffinata che li ha sempre caratterizzati. I brani che fanno davvero sobbalzare diminuiscono a vista d’occhio ma, per fortuna, non mancano del tutto, riducendosi più che altro a lampi di luce all’interno di costruzioni più ampie. I ritornelloni melodici e romantici, che faranno più che sobbalzare dal vivo, restano ancora il punto di forza, anche se spesso isolato, di brani quali Roller Disco Dreams e Questing, Not Coasting. Le accelerazioni improvvise di Calm richiamano quell’attitudine più punk rock tanto cara alle band inglesi, mentre A Cloud of Mystery evidenzia tutte le potenzialità vocali di Smith, consolidandosi tra gli episodi migliori del disco. Davvero interessante anche Let’s Get Clinical, più introspettiva e nella quale le chitarre tornano a condurre l’armonia e i synth a contornare la voce di Paul Smith sostenuta da splendidi coretti. Così capita che anche le cose interessanti, che di certo si sarebbero elogiate per altre band, suonate da quei Maxïmo Park, di cui conosciamo fin troppo bene le potenzialità, finiscono per non entusiasmare più di tanto. Ne sono esempio perfetto le progressioni armoniche che si sviluppano con leggerezza di I haven’t seen her in ages, il rock sfrenato e melodico delle chitarre elettriche della apripista Wraithlike e le melodie più squsitamente pop del singolo The Kids are Sick Again. C’è da dire che i cinque di Newcastle non sono mai stati i classici fighetti rock inglesi, mostrando spesso una vena poetica sicuramente interessante nelle liriche alimentata volentieri da citazioni letterarie e non solo. Molti dei brani sono sicuramente più che buoni ma, nonostante questo, si ha la sensazione che qualcosa si sia perso. È vero che a volte si constata tristemente che il tempo per certe band per poter dire qualcosa è finito e che mai si potrà tornare ai fasti di una volta, ma sicuramente per i Maxïmo Park non è così! Di certo ci si aspetta qualcosa in più da una delle band più promettenti dell’attuale panorama musicale. Magari basterebbe soltanto un po’ di quell’entusiasmo spontaneo e travolgente. Quello sì che cambia sempre le cose.

Credits

Label: Warp – 2009

Line-up: Paul Smith (voce) – Duncan Lloyd (chitarra) – Archis Tiku (basso) – Lukas Wooller (tastiere) – Tom English (batteria)

Tracklist:

  1. Wraithlike
  2. The Penultimate Clinch
  3. The Kids Are Sick Again
  4. A Cloud of Mystery
  5. Calm
  6. In Another World (You Would’ve Found Yourself By Now)
  7. Let’s Get Clinical
  8. Roller Disco Dreams
  9. Tanned
  10. Questing, Not Coasting
  11. Overland, West of Suez
  12. Haven’t Seen Her in Ages

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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