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The Bachelor – Patrick Wolf

patrick_wolf-the_bachelorNon è facile stupirsi, quando si tratta di musica contemporanea. Perciò, quando finalmente ci si ritrova tra le mani una sorpresa, la sensazione è sublime. The Bachelor: ultima fatica di Patrick Wolf, per stupirvi. Per innamorarvi, turbarvi, scuotervi e cullarvi. L’apertura è affidata a Kriespiel, meno di un minuto per colpire, per assicurarsi che si presti la dovuta attenzione. E poi si comincia, subito con il botto: Hard Times è un brano perfetto, una melodia che incanta, trascinata dall’incedere degli archi e sostenuta dalla voce profonda e duttile di Wolf. “Show me some revolution”, grida. Questo album è una bellissima e preziosa pietra, ricca di sfaccettature e riflessi cangianti. Oblivion ha sfumature già differenti: violino e voce si abbracciano, lo strumento a tratti sembra piangere, voci si sovrappongono, suoni artificiali e sussurri si mescolano, il ritmo è serrato e il canto si deforma con naturalità unendosi alla melodia. The Bachelor, semplice nella sua struggente nudità, ci accompagna fino a Damaris, altro brano magnifico in cui il cantato seduce, la melodia è più che ariosa e il coro conferisce un’atmosfera quasi epica. Il suono di questo album è mutevole e affascinante, a volte si erge possente, per poi richiudersi in un’intimità magnifica e coinvolgente. Il violino gioca il ruolo dell’antagonista, non limitandosi ad accompagnare la musica. Al contrario, spingendola, innalzandola o fuggendo per farsi inseguire, la conduce sempre nell’incanalatura perfetta. Vi sfido ad ascoltare Count Of Casuality senza che un brivido vi scuota la schiena: voce, a tratti pulita e a tratti distorta, con un violino che finge di volerla sovrastare e un coro che interviene cupo e solenne, il tutto disteso su un beat elettronico artificioso e disturbato che conquista da subito. E poi ancora la delicatezza di Who Will, inserita nel momento perfetto per abbandonarvi allo stupore quando viene ingoiata da Vulture, gioco elettronico che spiazza, travolge e ipnotizza, prendendo derive pop sporcate di anni ’80.  E se non vi basta ancora, esagerate con Battle, spudorata, seducente, rock ed elettronica, ruvida e confusa. Quando arriverete alla fine di The Messenger non vedrete l’ora di far ripartire il disco, per goderne ancora e per cogliere particolari nuovi che emergono di volta in volta.
Maestoso e poi timido, malinconico e poi furioso, sussurrato e poi gridato. Una voce incredibile, che corre tra le pieghe della musica disegnandovi trame di incredibile bellezza. Folk, rock, elettronica tesa e sacralità: questo giovane talento inglese gioca con la musica e la sua vocalità come un novello David Bowie, si trasforma in ogni brano al pari di Björk nei suoi momenti migliori. C’è poco da dire: Patrick Wolf è semplicemente geniale. Alleluja.

Credits

Label: Bloody Chamber Music – 2009

Line-up: Patrick Wolf

Tracklist:

  1. Kriespiel
  2. Hard Times
  3. Oblivion
  4. The Bachelor
  5. Damaris
  6. Thickets
  7. Count of Casuality
  8. Who Will
  9. Vulture
  10. Blackdown
  11. The Sun is Often Out
  12. Theseus
  13. Battle
  14. The Messenger

Links:Sito Ufficiale,MySpace

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