I cambiamenti spaventano sempre. Molto spesso fanno più paura a chi sta a guardare, a chi il cambiamento lo subisce che non a chi invece lo sta mettendo in atto. È quello che accade agli Yeah Yeah Yeahs e al loro terzo disco It’s Blitz, sicuramente diverso dai loro lavori precendenti: meno aggressivo, meno scuro, potremmo dire meno rock e più pop, più rosa e meno nero, più estivo che autunnale, un po’ meno da artisti maledetti e un po’ più star. È necessariamente un male? Sinceramente non credo, soprattutto se si riesce ad essere comunque originali, se si riesce ad avere comunque qualcosa dire e da comunicare. È vero che questo disco ti entra in testa al primo ascolto e al terzo lo conosci già a memoria. Ma la semplicità è un difetto? La qualità fa rima con difficoltà? Certamente con questo terzo disco gli Yeah Yeah Yeahs si sono posti come obiettivo quello di arrivare al grande pubblico e ci sono decisamente riusciti, visto il successo della canzone che apre l’album, Zero perfetto tormentone estivo: ritmo vivace, accattivante, ballabile che sa di disco anni ’80. E Zero fa da apripista ad un altro pezzo da ballare in spiaggia Heads will roll, con il suo ritornello un po’ ossessivo che ti fa venire voglia di iniziare a girare su te stessa sempre più velocemente finchè non ti… gira la testa. Non c’è interruzione tra questo secondo brano e Soft shock dove la melodia si ammorbidisce rispetto ai due pezzi precedenti, diventa meno discotecara e dove possiamo ammirare appieno la voce di Karen O, dolce e ammaliante nell’intro di Skeletons che parte con il solo sinth e il cantato per poi aprirsi in un’atmosfera che ricorda molto la musica celtica con il suo sapore epico, con il suo evocare spazi immensi e tortuosi. Skeletons rappresenta una sorta di ponte all’interno del disco tra questa prima parte più ritmata, più popolare e un’anima più dark che emerge nella seconda parte, con pezzi come Dull life e soprattutto Runaway, canzone che mi ha fatto venire alla mente Kate Bush, soprattutto per l’atmosfera notturna, spettrale del pezzo che non per la voce di Karen O che è decisamente differente, meno sottile. Hysteric e Little shadow sono le due ballads, più intensa la prima, più dolce la seconda.Il tutto si chiude lì dov’era iniziato, con un pezzo divertente e veloce come Faces.
Quello che gli Yeah Yeah Yeahs ci propongono è un disco semplice, piacevole da ascoltare, divertente. Forse non resterà nella storia della musica come un disco rivoluzionario, forse non segnerà la storia della band in maniera indelebile, ma questo vale nel male così come nel bene. Semplicemente un disco da ascoltare senza troppe elucubrazioni.
Credits
Label: Interscope Records – 2009
Line-up: Karen O (vocals) – Nick Zinner (guitar, drum machine) – Brian Chase(drums)
Tracklist:
- Zero
- Heads Will Roll
- Soft Shock
- Skeletons
- Dull Life
- Shame And Fortune
- Runaway
- Dragon Queen
- Hysteric
- Little Shadow
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