“Io non ho perduto il mio cuore strada facendo” (Piero Ciampi).
Luna, amore consumato (che consuma), novembre, rosso, madre. Al chiaro di luna, il sentire, l’arcano di un gioco di streghe, la femminilità in un pugno di capelli rossi, l’abbraccio-scoglio-miraggio dei luoghi, della madre. Nada Malanima guarda: l’orizzonte, il tempo, il dolore, gli odori, le voci. Nada ti guarda, si guarda, sente, ricorda, trema, sorride, ride, di una risata pulita che contiene le stagioni, tutte. La pioggia, la bellezza, lo stupore, la giovinezza giocata sul tavolo duro delle occasioni che non possono essere sprecate, il desiderio degli altri, le maschere, il piglio, l’autenticità delle ossa che continuamente fanno rumore. Il cuore umano di Nada batte nei suoi sguardi. “Difficile capire la semplicità”, canta. Difficile ubriacarsene, qui e adesso, guidati dall’intuizione della regista palermitana Costanza Quatriglio, dai fotogrammi dettato e dettaglio, tre capitoli ed uno solo, la storia semplice e fragilissima, rovente e delicatissima, di una donna che è pelle, di un’artista che è altro, di più, altrove, esattamente qui.
Presentato al Festival del film di Locarno lo scorso 11 agosto, Il mio cuore umano è Voce, è Nada, è un taglio al silenzio che consuma certi silenzi, diario delle molte cose dette con gli occhi, solo con gli occhi, raccontate a piene mani, con i piedi nudi a lasciare passi su un tappeto di tempo che disegna cerchi concentrici, intersezioni d’ombre e incanti, solitudine e appagamento. Nada e la sua gran voce, bagaglio e cappio nel cambiamento, dall’infanzia al duro mondo di certa canzone, delle cose, dell’impertinenza, delle domande ad ogni costo; del futuro da mordere, da strappare a forza di lacrime all’ipotesi, all’ingenuità, futuro da affidare all’autenticità al costo della privazione, del di-stacco. Protagonista e complice della propria storia, Nada si racconta, si legge, canta, incontra se stessa nel frangente di una malinconia che non conosce finzione: gli aneddoti dell’infanzia, i primi palchi, il successo; gli amori Veri, Rari, le illusioni, il cambiamento, la pioggia. Dal tepore autunnale, il film germoglia sullo schermo, con Nada al centro e sua madre ovunque, con la campagna a scandire gli accordi, i passi, come a dire infinito, vento, un “tutto da capo” plausibile. Documentario del ritorno: ritorno al ricordo, ad un oggi costantemente in fieri, all’Italia d’allora, ai legami, alle canzoni che non possono invecchiare, che non invecchieranno, a quelle che sono grembo di una bella vita, di una bella storia fatta di tutto quasi fosse niente. Ispirato all’omonimo romanzo di Nada, Il mio cuore umano è un racconto Donna, teca di delicatezza, autenticità, discrezione, stupore, di una grinta che quando osa esplodere lo fa rubando la punteggiatura al sentire. La scelta dei filmati di repertorio, delle istantanee, il taglio del racconto, le riprese indovinano Nada e tra-scorrono le note, gli accordi, la nascita dei pezzi, la fragranza di un amore incondizionato e leale per il respiro, per le sue sfumature. “Ho rammendato le mie ferite ma ci ho lasciato dentro tutto il mio dolore”: niente si è perduto, mentre il mondo resta lì, pronto da pregare, con un urlo in gola che liberi un qualche addio, un altro arrivederci.
Programmazione: RaiTre, 20 agosto p.v. ore 23.30
Crediti non contratuali
CAST ARTISTICO
Nada Malanima
si ringrazia per la partecipazione
Gerri Manzoli
per il concerto L’Apertura
Massimo Zamboni
Luca Alfonso Rossi
Simone Filippi
per il concerto La Terra e l’Anima
Rita Marcotulli
Il mio cuore umano
CAST TECNICO
Regia e sceneggiatura Costanza Quatriglio
Direttore della fotografia Stefano Falivene
Musiche Nada Malanima
Montaggio Ilaria Fraioli
Suono François Waledisch
Direttore di produzione Antonio Rotundi
Produttore Angelo Barbagallo
Una produzione Bìbì Film
In collaborazione con Radio Televisione Italiana – RAI Tre
Ufficio Stampa Studio NOBILE SCARAFONI
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